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Corini JuventusWikipedia

Corini alla Juventus: una favola senza lieto fine

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Eugenio Corini, a inizio anni '90, sale sul treno dei sogni. A tinte bianconere, destinazione Juventus, per vivere la parentesi più prestigiosa della sua carriera da calciatore.

Corini, nato in provincia di Brescia e che nel Brescia trova il trampolino di lancio, viene notato da Madama dopo una stagione super in B con le Rondinelle: la Juve ci crede, investendo 5 miliardi delle vecchie lire nell'estate del 1990 per portarlo a Torino.

E' la Juventus di Roberto Baggio, di capitan Tacconi, di Casiraghi, Hassler e Schillaci: a 20 anni Corini si ritrova in una rosa zeppa di grandi nomi e con Gigi Maifredi in panchina, che decide di affidargli la cabina di regia nonostante la giovane età e le elevate ambizioni della Signora.

Dal Brescia alla Juve il salto si sente, ma Corini si ritaglia il suo spazio collezionando 35 gettoni e 2 goal tra campionato, Coppa Italia e Coppa delle Coppe. Peccato che i piemontesi deludano chiudendo settimi, il rendimento di Eugenio è altalenante e il bilancio non soddisfacente.

"Era arrivato Montezemolo e la squadra era stata affidata a Maifredi, per cercare di darle un gioco spumeggiante, spettacolare, sull’esempio del Milan di Sacchi. In effetti fino a febbraio andò tutto bene, poi, dopo una sconfitta contro il Genoa, non ci riprendemmo più".

Juventus '90-91 CoriniWikipedia

La stagione seguente in panchina approda Trapattoni, che gli concede meno chances e da 'play' lo trasforma in vice-Baggio: 28 presenze, la maggior parte da subentrato, condite da 2 reti. Gli scenari si complicano, tant'è che la Juventus a fine '91/92 lo cede alla Samp: Corini diventa pedina di scambio nell'affare Vialli.

"Non posso che essere contento dei miei due anni alla Juve. Venivo dal Brescia, ero molto giovane e per di più il mio ruolo, quello del regista, è particolarmente delicato; eppure giocai un buon numero di partite".

"Ancora oggi qualcuno quando ricorda la mia esperienza alla Juventus ne parla in termini poco positivi, mentre in realtà sono molto soddisfatto di come andò. Può darsi che non abbia avuto troppa fortuna, perché capitai in un periodo nel quale non si vinceva".

Il passaggio alla Samp avvia un percorso da talento incompiuto, prima di un finale di carriera entusiasmante speso tra la favola Chievo e il Palermo europeo. Paradossi e rimpianti si sprecano, ma l'avventura alla Juve rimane.

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