Il suo terzo goal in Azzurro, il secondo a Euro 2020. Federico Chiesa si conferma uno degli uomini in più di una Nazionale che, superando la Spagna ai calci di rigore, ha strappato il pass per la finale della massima competizione continentale.
Un traguardo che l’Italia torna a tagliare dopo nove anni e grazie anche al suo numero 14 che, non solo sta prendendo confidenza con la rete, nel magico scenario di Wembley in particolar modo, ma sta contendo i suoi Europei con quelle prestazioni che solo un predestinato può offrire.
Contro gli iberici ha fornito una prestazione da leader vero e in costante crescita. In una sfida fatta anche di tanta sofferenza, ha saputo dare la differenza con i suoi strappi, la capacità di tenere palla, la straordinaria forza fisica che gli permette di trascinare tutto e tutti, ma anche quelle doti balistiche che evidentemente sono nei suo DNA.
C’è tanto di papà Enrico nella precisione e nella potenza del tiro con il quale ha battuto Unai Simon al 60’ per l’1-0, ma c’è soprattutto tanto di suo. Già reduce dall’annata della definitiva consacrazione, il 14 Azzurro si sta semplicemente confermando ad alti livelli e in più a Euro 2020 ha dimostrato di possedere quella calma che è propria dei ‘forti’.
GettyPartito probabilmente non in primissima fila nelle gerarchie di Roberto Mancini, ha saputo aspettare il suo momento e poi prendersi un posto in quel tridente offensivo che adesso è complicato immaginare senza di lui.
Chiesa, che a Londra aveva già segnato negli ottavi di finale contro l’Austria, si riscopre Mr. Wembley e la speranza di tutti i tifosi della Nazionale Azzurra è ovviamente quella che possa ripetersi il prossimo 11 luglio, quando cioè si giocherà la partita che metterà in palio il titolo di campione d’Europa.
Contro la Spagna a mettere fine in anticipo alla sua partita sono state la stanchezza e i crampi ma lui stesso, parlando ai microfoni di ‘Sky’ dopo il triplice fischio finale, ha tranquillizzato tutti.
“Il tempo per recuperare è poco, ma in questa stagione abbiamo giocato ogni tre giorni e quindi riusciremo a farci trovare pronti. Se mi sento il leader di questa Nazionale? Io penso solo a migliorare giorno dopo giorno e in campo porto il frutto del mio lavoro”.
La UEFA l’ha eletto ‘Star of the Match’, la sensazione è quella che non abbia alcuna voglia di fermarsi qui.
“E’ un sogno giocare per sessanta milioni di italiani. Domani capiremo contro chi giocheremo, ma dovremo comunque pensare solo a noi stessi”.
