Non c'è niente da fare: gli applicati, alla Juventus, solitamente fanno tanta strada. Lo dicono la storia e il DNA bianconero. Lo dice, ora, Federico Chiesa. Che, al terzo centro stagionale, testimonia come al momento sia stato un acquisto decisamente azzeccato.
Con un mancino chirurgico, ad attaccare sapientamente la profondità, il jolly genovese ha rifilato un grosso dispiacere all'Udinese. Un lampo che ha consentito ai campioni d'Italia in carica di portare il successo verso il proprio binario. Togliendo, così, certezze alla compagine friulana.
Non sorprende, quindi, che Andrea Pirlo si sia speso in prima persone affinché dalla Continassa partisse un'offensiva decisa e decisiva verso l'ex giocatore della Fiorentina. Venduto, con una sorta di prestito biennale, per una cifra complessiva che - attraverso i bonus - potrebbe portare 60 milioni nelle casse gigliate. Insomma, una cifra non di poco conto.
In Toscana, quindi, non vigono rimpianti. Patron Rocco Commisso ha puntato a ottimizzare la partenza di un calciatore che, ormai, con l'ambiente viola era arrivato al punto di rottura. Desideroso di cambiare aria, desideroso di abbracciare la Juve. Bingo.
Il corteggiamento del CFO Fabio Paratici, alla lunga, ha trovato terreno fertile. Con Chiesa a spalleggiare la causa bianconera, per nulla intenzionato a farsi ingolosire dalla sirene estere, che secondo i ben informati non sarebbe mancate.
La Juve ha voluto fortemente Chiesa. E Chiesa, dal canto suo, ha voluto fortemente la Juve. Un matrimonio che funziona, eccome, a suon di professionalità e qualità. Ingredienti, questi, messi in campo dal diretto interessato, apprezzato vivamente dall'ambiente bianconero per serietà e fame.
Destra o sinistra, giustappunto, non fa differenza: Federico spinge sull'acceleratore, dimostrando di partita in partita di essere un giocatore da Juventus. Un aspetto da non sottovalutare, indubbiamente, a maggior ragione considerando come i margini di miglioramento siano netti e inequivocabili.
In definitiva, tutto procede nel migliore dei modi. In Italia, ma anche in Europa. D'altro canto, si sa, nel calcio moderno le fasce fanno la differenza. Ragion per cui, studiando un calcio d'ampiezza, Pirlo nell'ultima sessione estiva ha spinto allo scopo di portare il suo 22 all'ombra della Mole. Accontentato.
Ottime notizie per il Maestro, ma anche per Roberto Mancini in vista dell'Europeo. Nel 4-3-3 proposto dagli azzurri, infatti, Chiesa potrebbe diventare molto più di un'alternativa. A maggior ragione considerando l'evoluzione proposta in bianconero, chiamata a completare il percorso di crescita di un profilo assai duttile.


