GOALQuando avete un problema, chiamate Fabrizio Castori e lo risolverà. Altro che Superlega, parliamo di calcio vero, puro, quello che comincia dal basso, che regala favole: Carpi e Salernitana sono le ciliegine su una scalata fatta di gavetta, maniche rimboccate, tuta e umiltà.
Umiltà, semplicità: chiamatela come vi pare. Castori è marchigiano purosangue, non ama giacca e cravatta e in campo ci va come se le partite dovesse giocarle lui. Sì, perchè l'animo 'Castoriano' è un imprinting torchiato a fuoco su tutte le rose avute a disposizione. A volte è andata male, altre bene, altre ancora benissimo: chi non fa non sbaglia mai, lui ha fatto tanto. A volte persino più di quelle che erano richieste e possibilità.
A Lanciano se potessero gli intitolerebbero una statua, a Cesena non lo dimenticheranno facilmente (imprese, obiettivi centrati e maxi-squalifica per rissa dopo la finale playoff di C col Lumezzane), Trapani era un atollo alla deriva che la giustizia sportiva non gli ha consentito di rendere un'isola felice, a Carpi e Salerno ha fatto la storia: tutto, però, partendo rigorosamente dal nulla. Terza Categoria, campi in terra: you know? Castori knows eccome, perchè ha preso forma tutto da lì. Dalla Belfortese per la precisione, che in quel momento valeva più di un Real o Barcellona.
L'Ancelotti di provincia, il Guardiola del calcio con meno paillettes ma più nostalgico, scenari che ancora oggi in molti preferiscono a Champions, Mondiali per Club e coppette varie. Il comandante di San Severino di promozioni ne ha infilate 10, compiendo il salto in 8 campionati italiani: Terza Categoria (San Patrignano), Prima Categoria (Camerino), Promozione (Cerreto d'Esi), Eccellenza (Tolentino), Serie D (Tolentino e Lanciano), Serie C2 (Lanciano), C1 (Cesena) e Serie B (Carpi e Salernitana). All'appello mancano Seconda Categoria e Serie A, quest'ultima guadagnata con merito da Castori nel 2021, riportando Salerno in estasi dopo 23 anni.
L'uomo scelto dall'allora proprietà Lotito ha ribaltato i mal di pancia, azzerando i due precedenti esoneri e un divorzio dal 'Cavalluccio Marino' che aveva alimentato rancori. Don't worry, ci pensa Fabrizio: da outsider la Salernitana è diventata una delle regine del 2020/2021, insediandosi ai vertici con le corazzate Empoli, Lecce e Monza. A maggio champagne stappato e festa grande, coi cori ad hoc del popolo granata simil 'green pass' per certificare la pace.
GettyCastori è pratico, concreto, non accetta di girare intorno alle cose: un animo verace su cui poggia anche la carriera, impreziosita da poche stelle ma da tantissima sostanza abbinata a risultati. A Lanciano, per far capire quant'era forte l'alchimia tra allenatore, squadra e ambiente, si definivano 'Castorizzati'.
"A me viene sonno quando vedo squadre che fanno cento passaggi senza mai tirare in porta - è il suo 'credo', illustrato in un'intervista alla 'Gazzetta dello Sport' - Io mi ritengo moderno, faccio il calcio di Klopp, di Simeone, dello stesso Guardiola. Lo dice anche Allegri. Rifiuto questa etichetta. Il mio è un calcio efficace, per me il passaggio orizzontale in difesa non serve a niente".
"Il pallone se lo possono portare anche a casa, io mi prendo i 3 punti. Me ne frego delle mode. Il mio punto di riferimento è la velocità con cui si arriva a tirare in porta. Noi siamo organizzatissimi, non ci inventiamo le cose. Per fare questo calcio bisogna correre e tutti gli allenamenti sono studiati. Portatemi lo scienziato che dice che il calcio bello è quello con cento passaggi...".
Serie A con la Salernitana a 67 anni durata qualche mese, un sogno toccato con mano già col Carpi nel 2015 dopo averlo condotto clamorosamente in Paradiso con un'annata da capogiro. Emiliani promossi contro ogni previsione, al culmine di un campionato al di là dell'immaginario.
"Abbiamo vinto con una squadra giovane, abbiamo fatto un cammino straordinario, all'inizio non pensavamo potessimo avere questo rendimento, poi siamo cresciuti passo dopo passo - disse Castori a 'Sky' - La mia è una squadra rock, che gioca con ritmi alti, non ha paura di nessuno, è cresciuta perché nessuno di questi ragazzi ha avuto un passato importante ma avranno un futuro di altissimo livello".
GettyGagliolo, Inglese, Lasagna, Letizia: rileggendo quella rosa, Castori in qualche modo ci aveva preso. Peccato però che quando l'asticella si impenna diventa tutto più complicato, tremendamente difficile: il Carpi paga lo scotto del grande salto e il suo allenatore viene esonerato dopo appena 6 giornate. Ma parliamo di un uomo nel cui vocabolario la parola 'mollare' non esiste: sostituito da Sannino, torna in sella nella seconda metà di stagione e per poco non salva i biancorossi.
Amarezza e testa alta, una rabbia mista a riscatto tradotta sul campo nel 2016/2017, dove Castori viene confermato al timone del Carpi e lo conduce alla finale playoff di B persa col Benevento. Inferno-Paradiso-Inferno, con ritorno in Paradiso sfiorato: diteci voi come ci si può annoiare. Niente smoking e lustrini, ma un grado emozionale che fa un baffo al più lussuoso dei progetti.
Lanciano sintetizza alla perfezione il Castori allenatore: due promozioni (dalla D alla C2 e dalla C2 alla C1) e un playoff di C in quattro stagioni, traguardi raggiunti in un matrimonio dai decibel elevatissimi. Sia dentro che fuori dal prato verde.
"Sul piano umano è una grande persona, un gran lottatore, ma soprattutto un eccezionale stimolatore, riesce a toccare le corde giuste nella testa dei giocatori - sottolinea Giovanni Indiveri, ex portiere degli abruzzesi, a 'Cesena Mio' - Lui vive di calcio, studia sempre, il giorno ed anche la notte... Cura nei minimi dettagli anche gli avversari, dicendoti tutte le contromisure da prendere durante la gara".

Abbiamo snocciolato Carpi, Salerno è roba freschissima, Lanciano il faro che illumina la carriera, ma vogliamo dimenticarci del Trapani 2019/2020? Una retrocessione d'ufficio maturata al termine di una rimonta pazzesca, costruita in mezzo allo scoppio della pandemia e ad una classifica da incubo. L'arrivo in Sicilia di Castori al posto di Ciccio Baldini riaccende la luce e rialza i granata, capaci di salvarsi con un girone di ritorno bestiale ma spediti in C per via di un -2 legato a ritardi nel pagamento di emolumenti.
"E' stato un capolavoro, abbiamo creduto nel miracolo e l’abbiamo centrato - l'amarezza del mister alla 'Gazzetta dello Sport' - Una media punti clamorosa, da promozione, un vero peccato".
Una beffa atroce che non cancella però il capolavoro del mago di provincia, che al suo sbarco sull'Isola si era presentato diffondendo subito il suo dogma.
"Questo è il mio quindicesimo campionato di Serie B: quando ho cominciato, qualcuno di loro andava all'asilo. Per essere convincenti bisogna essere convinti: nei rapporti umani non si bluffa, non si trasmettono cose che non si provano".
Spaccati dell'allenatore Castori che raccontano anche l'uomo, una feature priva di un preciso ordine cronologico, mossa dall'idea di trasmettere quanto sia speciale il cammino del mister. Se vuoi davvero qualcosa, nulla è impossibile.


