
"Una delle serate più belle della mia vita. Una delle notti che ancora mi vengono in mente. E mi si spalanca il sorriso. E godo come un riccio. In calore. Un momento come quello vale una vita intera. Meglio del sesso. Vabbè, non esageriamo".
L'8 febbraio del 2004, Cassano difficilmente lo dimenticherà. Così come difficilmente lo dimenticheranno i tifosi della Roma, omaggiati dal barese con una serata da sogno: 4-0 alla Juventus e FantAntonio da impazzire.
Per circa due ore, quella domenica, l'Olimpico si trasforma in un vulcano di emozioni: giallorossi e bianconeri si contendono lo scettro di anti-Milan nella corsa Scudetto e si incrociano in una della sfide da sempre più cariche di tensione (sportivamente parlando) del calcio italiano. Lo stadio è un tripudio di luci e colori, con tanto di striscione in Curva "Bandiere al vento, la Sud è pe' te!" in memoria dell'inno 'Forza Roma' scritto da Lando Fiorini.

Fabio Capello da un po' di tempo ha varato qualcosa che diventerà tra le cose più belle mai viste su un prato verde: l'attacco Totti-Cassano. Qualità alle stelle, pensiero, invenzioni, scambi nello stretto, reti d'autore: il 10 e il talento di Bari Vecchia sembrano essere gemelli nati da un pallone, e contro la Juve toccano picchi di magie e divertimento assoluti.
FantAntonio col capitano si trova una meraviglia, ad occhi chiusi: una coppia atipica, perché all'epoca immaginare l'assenza di un centravanti risultava quasi utopia. Capello invece anticipa i tempi, togliendo peso per aumentare l'estro. Ciò che ne vien fuori è un cocktail incredibile, non solo per il popolo romanista ma in generale per chi ama questo sport.
"Con Francesco c’era un’affinità imparagonabile - ammette il barese a 'Sky' - Quando lui aveva la palla io già sapevo cosa avrebbe fatto, ho avuto un feeling pazzesco".
"Un periodo bello, però ero giovane: facevo due partite bene poi per altre sei andavo in vacanza. Una stagione ed un momento meraviglioso".
Roma-Juventus del 2004 è una partita che ti rimane, anche e soprattutto grazie allo 'show' di Cassano. Uno che con Marcello Lippi, allora sulla panchina dei piemontesi, non ha mai avuto sintonia: mancate chiamate in Nazionale, rumors su presunti dissapori riguardanti la sfera privata e rapporto mai decollato, bensì caratterizzato da frecciate e 'botta e risposta'.
La Lupa la sblocca con un destro da fuori area di Olivier Dacourt, poi salgono in cattedra Totti e il gemello di campo. Il Pupone (che prima aveva colto una traversa clamorosa) raddoppia su rigore, ma al momento dell'esecuzione Antonio resta girato verso la panchina senza guardare e appena sente esplodere l'Olimpico festeggia a modo suo, schizzando l'acqua in faccia al massaggiatore Silio Musa. Della serie: come vivere con leggerezza il momento chiave della stagione.
"Francesco tira e lui mi dice che ha sbagliato - rivela il pugliese nella sua biografia 'Dico Tutto' - 'Come ha sbagliato?'. Mi giro e vedo tutti che esultano. Voleva prendermi per il culo. Ah sì? E l'ho spruzzato tutto con la borraccia. Viva i gavettoni".
Cassano la pressione se la mette in tasca, altrimenti quanto succede negli ultimi 20 minuti del match non si potrebbe mai consumare. Avviene tutto con la complicità di Amantino Mancini, il quale da destra confeziona due assist al bacio per il compagno con la 18 sulle spalle. Il tris è un tap-in da due passi che lascia di sasso Buffon, al poker invece l'Olimpico viene giù come se fosse 1-0 al 90': cross del brasiliano e avvitamento di Cassano - non proprio un gigante - che di testa fa doppietta apponendo la ciliegina su una Lupa da sballo. Roma quattro, Juventus zero: 4-0!
GettyBianconeri in bambola, che nel frattempo avevano perso Montero per espulsione e fallito un penalty con Trezeguet (palla centrale rasoterra sparata addosso a Pelizzoli). Un clima reso infuocato dal boato dei 70mila spettatori sugli spalti che aumenta a dismisura le tracce di emozionalità nel sangue di FantAntonio, il quale si sfila la maglietta e va verso la bandierina facendola volare via con un calcio che la spezza in due. Apoteosi all'Olimpico.
Una maniera di festeggiare folle quanto adrenalinica, di cui Renato Maisani e Pierluigi Pardo ne hanno fatto la copertina dello shorthand confezionato a quattro mani per omaggiare il talento pugliese. E nel quale è contenuto un passaggio del libro di Cassano, che racconta bene quel momento.
"Prima della partita mi prende 'sta fissa di spaccare la bandierina. Vado dal mister che mi dà l'ok: 'Se vinciamo ti autorizzo a farlo', mi dice. Troppo facile, penso. Facciamo così: la spacco solo se vinciamo e faccio almeno una doppietta".
Quanto pensato e previsto da Cassano si tramuta in realtà: due goal alla Juve ed esultanza 'naif', che costa ad Antonio l'ammonizione da parte di Pierluigi Collina, l'arbitro di quella notte.
"Viene e mi dice: 'Antò, stai facendo una grande partita, state vincendo 4-0, perché fai 'sta stronzata? (no, forse stronzata non l'ha detto, ma il concetto comunque era quello). 'Hai ragione, ma avevo fatto una scommessa, tra me e me', rispondo. 'Se è così, che ti devo dire?'. E me lo sono abbracciato".
Tutto finito? Neanche per idea, perché l'ultimo capitolo di una partita che sembra un film lo scrive Totti: il capitano è un uragano di gioia ed orgoglio, sa che la Roma giallorossa è ai piedi della squadra di Capello e nei minuti finali del match ricorda a Igor Tudor il risultato mimando un eloquente '4, a casa'.
In una diretta Instagram della scorsa primavera durante il lockdown con Alessandro Del Piero, suo grande amico, Totti riavvolge il nastro a 16 anni prima e spiega i motivi dello sfottò rivolto all'ex difensore croato (oggi collaboratore di Andrea Pirlo nello staff di Madama).
"A te non mi sarei mai permesso, l’ho fatto a Tudor perché mi aveva dato una gomitata sul muscolo e mi si era addormentato tutto il braccio. Un dolore atroce, mi veniva da piangere. Quando ci siamo incrociati di nuovo, quel gesto mi è venuto istintivo".
Lo stesso Totti, in un'intervista presente sul suo sito ufficiale, conferma l'empatia da prato verde con Cassano citando proprio il poker rifilato ai bianconeri.
"Una delle due partite giocate meglio in carriera credo sia Roma-Juve 4-0 (l'altra è un Roma-Empoli, ndr): con Cassano azzeccammo quasi ogni passaggio".
Al termine di quel campionato a cucirsi lo Scudetto sul petto è il Milan, con la Roma seconda e la Juve sul gradino più basso del podio. Lupa senza titoli, ma la pazza notte dell'Olimpico contribuisce a rendere ugualmente speciale il 2003/2004 del popolo giallorosso. Una notte 'griffata' Antonio Cassano, esempio perfetto di mix tra genio e sregolatezza tradotto in prodezze.
IL TABELLINO
ROMA-JUVENTUS 4-0
MARCATORI: 13' Dacourt, 53' rig. Totti, 71' e 85' Cassano
ROMA (4-4-2): Pelizzoli; Zebina, Samuel, Chivu, Panucci; Mancini, Emerson, Dacourt (91' De Rossi), Lima; Totti (89' D’ Agostino), Cassano (87' Carew). All. Capello.
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Thuram, Legrottaglie, Montero, Zambrotta; Camoranesi (67' Appiah), Tacchinardi, Conte (58' Tudor), Nedved; Di Vaio (45' Miccoli), Trezeguet. All. Lippi.
Arbitro: Collina
Ammoniti: Samuel (R), Conte (J), Camoranesi (J), Cassano (R)
Espulsi: Montero




