Altro giro, altra corsa, un po' come alle giostre di una volta e forse anche di adesso. Cambia l'avversario per l'Italia e cambia anche lo scenario. Dopo l'impresa di Lione gli Azzurri, tornati a Montpellier, preparano la partita contro la Svezia che andrà in scena a Tolosa domani pomeriggio. Un'altra sfida da affrontare in maniera diversa, ma che sarà decisiva per le sorti del girone e del cammino delle due compagini. La grande Lione, con l'enorme 'Parc OL' è stata la cornice perfetta per una partita che, ad oggi, non solo per il risultato, è la più bella dell'Europeo, allora forse la più contenuta e umile Tolosa è il contenitore ideale per una sfida dal tasso tecnico forse minore ma molto più incline alla lotta spartana.
Tutto fuorché un demerito, anzi, anche perché Tolosa, una città che comunque conta più abitanti dell'Islanda che va di moda, ha comunque le aspirazioni d'una metropoli. E se si rimane stupiti da accoglienza e cura dei particolari, poi lo si rimane ancor di più dalle fattezze di una capoluogo che sa mescolare nuovo e magia. Dalle tante architetture religiose, alcune perfettamente dentro alla città senza affatto stonare (leggi Basilica di Saint-Sernin in pieno centro), a quelle civili, come il palazzo del Municipio, qui chiamato Capitole, che con la retrostante Torre degli Archivi regala un'accoglienza mozzafiato nel vero cuore cittadino. Tutto ben contestualizzato, senza ovviamente sacrificare il rosso-rosato che fa tradizione nei mattoni degli edifici più importanti, merito di una città che non stravolge ma cresce attorno, un po' come fanno i tifosi attorno allo stadio nelle ore prima del fischio di inizio.

E un po' come impareranno ancor di più a fare da queste parti con il calcio, non proprio il primo sport cittadino per meriti sul campo. Perché se da una parte il Toulouse Football Club s'è salvato per un solo punto all'ultima giornata ed ha come highlight di sempre un 3° posto in campionato; dall'altra c'è uno Stade Toulousaine (rugby) che ha un palmarès pieno, tra campionati, Coppe di Francia e Heineken Cup (equivalenti della Champions League) vinte, e che solo una settimana fa veniva battuto dal Tolone ai playoff. E se i manifesti di un amichevole di metà stagione contro il Gloucester, risalente a tre settimane fa, ancora tappezzano la città, non è difficile capire a chi sia più affezionata la gente. Tutte buone ragioni per non pensare solo al calcio ma altrettante ottime ragioni per riaffezionare un po' i tifosi, con il calore degli Europei e magari con un'altra bella partita.
Quanto allo stadio: ci sono quasi 30.000 posti in meno rispetto al nuovissimo impianto di Lione ed è comprensibile, specie pensando che l'anno prossimo lo Stade de Toulouse, o meglio Stade Municipal, spegnerà 80 candeline, con l'ultimo lifting fatto in occasione dei Mondiali del '98. Un sacrificio di tifo che sarà sopperito dalle ugole dei tifosi e che è ripagato dalla storia che questo terreno di gioco conserva: già ai Mondiali del '38 ospitò una partita che divennero 5 in quello di sessant'anni dopo, a cui vanno aggiunti i due match del Mondiale di rugby del'99.
Insomma, di cose ne sono successe nella Ville Rose, ben prima che arrivassero Spagna e Repubblica Ceca ad aprire i giochi lunedì scorso, ed ora non resta che farsi coinvolgere dai viali alberati e dai suggestivi ponti sulla Garonna nell'incredibile camminata fino allo stadio, nel bel mezzo del fiume. E a quel punto, per una volta, non sarà neppure necessario andare fino al numero 1 di Avenue Camille Flammarion, all'Osservatorio Astronomico cittadino: per vedere le stelle, basterà sedersi sugli spalti.
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