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Bianchezi GFXGOAL

Carlos Alberto Bianchezi: il centravanti con i baffi, detto 'Careca III', che giocò nell'Atalanta

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Aveva un buon fisico (un metro e 80 per 70 chilogrammi) che gli consentiva di difendere palla e giocare con la squadra, e quando si girava e riusciva a liberare il tiro dalla media distanza, sapeva castigare i portieri. Abbastanza veloce e dotato in elevazione, aveva i principali limiti dal punto di vista tecnico e caratteriale.

Anche per questo l'ascesa nel calcio professionistico di Carlos Alberto Bianchezi, da tutti noto anche come Careca III, sarà molto rapida ma anche relativamente breve. Centravanti brasiliano, ha il suo momento di gloria a cavallo fra fine anni Ottanta e i primi anni Novanta.

Porta i capelli molto lunghi e i baffi, che lo rendono simile a prima vista ad un attore di un telefilm latinoamericano, ed è per contrapasso con questo che i brasiliani, che amano spesso scherzare, gli hanno dato 'l'apelido' di Careca III. 'Careca' in lingua portoghese significa infatti "calvo", "pelato".

Bianchezi, o se preferite Careca III, nasce a San Paolo il 25 agosto 1964. Se il vero Careca, quello che giocherà nel Napoli, a cui il nomignolo fu dato prendendolo da un celebre clown, era un grande attaccante e un osso duro per tutti i difensori, Carlos, invece, inizia a fare il calciatore quasi per caso.

Quando era giovane, il Marilia si stava allenando nella zona in cui abitava la famiglia di Carlos. Il padre di un amico chiese ai dirigenti che suo figlio potesse fare un provino da loro. Questo amico aveva i capelli rasati perché stava facendo il militare. I dirigenti dicono di cercare Careca, e Bianchezi, già allora conosciuto con questo soprannome, si presenta per fare il provino.

Ma il ragazzo ha soltanto 16 anni e gli viene spiegato che si tratta di un errore e che deve tornare a casa. Carlos, tuttavia, a quel punto non molla e si intruffola di nascosto nel pullmann del Marilia. Vista l'insistenza, gli concedono l'opportunità che desidera. Bianchezi è mandato in campo nell'amichevole programmata fra i giovani del Marilia e una squadra professionistica, e il ragazzo, schierato centravanti, dimostra quelle che saranno le sue doti.

Protegge bene palla, prendendo molte botte per questo dai difensori avversari, fa salire la squadra e calcia in porta con entrambi i piedi. Le sue qualità convincono il Marilia a concedergli un ingaggio. Con la squadra dello Stato di San Paolo, Careca III inizia dunque a inizio anni ottanta la sua trafila nelle Giovanili che lo porterà nel 1985, a 21 anni, in Prima squadra.

Se aveva iniziato il suo percorso per errore, Bianchezi dimostrerà però di saperci fare, disputando tre stagioni in Serie B con il club con cui è cresciuto. L'attesa svolta arriva nel 1988, all'età di 24 anni, quando il Guarani lo acquista e gli concede una possibilità nella Serie A brasiliana.

Carlos va in campo 19 volte nel campionato nazionale ma non trova mai il goal. Si prende tuttavia il palcoscenico nella Copa Libertadores dove colleziona 7 presenze e 2 goal con la squadra di Campinas, che vince il suo girone ma poi è eliminata negli ottavi di finale dagli argentini del San Lorenzo de Almagro.

L'anno seguente su di lui scommette il Palmeiras, ed è proprio con il Verdão che Careca III sale alla ribalta. In tre stagioni, dal 1989 al 1991 mette anche a referto 19 reti in 43 partite, guadagnandosi persino la chiamata del nuovo Ct. del Brasile, Paulo Roberto Falcão, dopo i Mondiali di Italia '90.

L'ex campione della Roma gli dà fiducia e lo fa esordire da titolare l'8 novembre 1990 a Belém nell'amichevole contro il Cile, terminata 0-0. Il centravanti di manovra del Palmeiras è confermato nelle successive uscite, e trova anche il suo primo (e unico) goal in Nazionale il 27 marzo 1991 contro l'Argentina allo Stadio José Amalfitani di Buenos Aires.

L'albiceleste conduce 3-2 con i goal di Ferreyra, Darío Franco e Bisconti, la Seleçao insegue nonostante si sia inizialmente portata in vantaggio con Renato Portaluppi e abbia trovato la seconda rete con Luiz Henrique. L'Argentina sembra ormai aver ipotecato la vittoria quando in zona Cesarini è proprio un guizzo di Bianchezi a regalare al Brasile il definitivo 3-3 nel Superclasico delle Americhe.

In virtù delle sue buone prestazioni, Careca III disputa con i verdeoro anche la Copa America 1991. Dopo 3 presenze nel Girone eliminatorio con Bolivia, Colombia ed Ecuador, senza lasciare il segno, Falcão lo rilancia nel Girone finale nella sfida con l'Argentina, memore della buona prestazione che aveva fatto nella precedente sfida.

Stavolta però, subentrato nella ripresa, perde la testa e dopo aver subito diverse brutte entrate, rifila al capitano avversario, Oscar Ruggeri, una violenta gomitata al naso. Il brutto gesto ha l'effetto di mandare su tutte le furie il difensore argentino, che se la legherà al dito, e di lasciare il Brasile in 10 uomini.

L'Argentina vince 3-2 con goal decisivo di Batistuta e si guadagna la finalissima contro la Colombia, mentre Careca III non indosserà mai più la maglia della Nazionale, chiudendo la sua avventura in verdeoro con 10 presenze e un goal.

Conclusa la Coppa America, la carriera di Bianchezi conosce però una nuovo importante pagina: su consiglio del 'Gringo', Sergio Clerici, infatti, l'Atalanta punta su di lui per sostituire un altro brasiliano, Aparecido Paulino Evair, che tanto bene aveva fatto a Bergamo e che, come lui, era arrivato in nerazzurro dal Palmeiras.

Bianchezi approda alla corte di Bruno Giorgi ma l'esperienza italiana, complice la proverbiale 'saudade', la nostalgia per il Brasile e in generale il continente americano, sarà caratterizzata per lui da alti e bassi: colpi di testa inspiegabili (saranno ben 3 le espulsioni, 2 in campionato e una in Coppa Italia, per un giocatore che di mestiere fa l'attaccante) si alternano nell'unica stagione italiana del brasiliano alle rare prodezze mostrate sul campo.

L'inizio non è dei migliori per l'attaccante con i baffi, che denota ancora una volta grande nervosismo. Bianchezi debutta il 28 agosto 1991 nel 3-1 casalingo contro il Padova in Coppa Italia, ma la combina grossa nel match di ritorno all'Euganeo, quando dopo aver siglato l'1-1 con la sua prima rete in nerazzurro, dopo aver esultato mostra il dito medio ai tifosi biancoscudati che lo fischiano.

Viene graziato dall'arbitro ma nel turno successivo contro la Juventus, nella sfida di andata a Bergamo, pareggiata 0-0, guadagna anzitempo gli spogliatoi nel corso della ripresa, con l'arbitro che estrae nei suoi confronti il rosso diretto. I bianconeri conquisteranno poi la qualificazione imponendosi 3-1 nella sfida di ritorno casalinga.

In Serie A, invece, l'esordio di Careca III arriva il 1° settembre 1991 nella sconfitta del San Paolo contro il Napoli (1-0). Bianchezi è schierato da Giorgi come centravanti titolare accanto a Caniggia, con Perrone a supporto dei due. L'intesa fra l'ex Palmeiras e 'Il Figlio del vento' migliora con lo scorrere delle giornate, e a cavallo fra fine settembre e novembre, il nuovo acquisto conosce il miglior periodo di forma dell'intera stagione bergamasca.

Realizza la prima rete in campionato il 29 settembre, decidendo il derby lombardo contro la Cremonese allo Zini (2-1) a inizio ripresa: servito da un assist di Perrone, il numero 9 controlla bene a centro area e con precisione insacca all'angolino alla destra di Rampulla.

Bianchezi decide poi di essere grande protagonista nelle due trasferte genovesi. Il 20 ottobre, contro la Sampdoria campione d'Italia in carica e protagonista in Coppa dei Campioni, fa ammattire il suo marcatore Vierchowod e lo beffa al 52'. L'arbitro concede una punizione all'Atalanta: batte Nicolini, che serve il centravanti spalle alla porta.

Careca III difende palla e con una piroetta si gira rapidamente, spiazzando lo stopper blucerchiato: gran destro e diagonale imparabile che si infila all'angolino basso alla destra di Pagliuca. Lo 0-1 diventerà poi 0-2 con la rete della sicurezza di Caniggia, ma il brasiliano sembra finalmente trovarsi a suo agio nel calcio italiano.

Tanto più che due settimane dopo, il 3 novembre, fa il bis ancora al Ferraris ma stavolta con il Genoa, sconfitto 0-2 dai nerazzurri. Il primo goal è un suo colpo di testa spettacolare su assist dalla sinistra di Pasciullo. Il momento fortunato di Bianchezi, però, si interrompe il 1° dicembre, quando il numero 9 nerazzurro, sull'1-0 per i ducali, nel finale non trova di meglio che entrare con il piede a martello sulla gamba di Minotti, venendo espulso ancora una volta con il rosso diretto.

Dopo un periodo buio, il brasiliano si riscatta il 19 gennaio, quando su calcio di rigore batte Zenga, propizia la vittoria atalantina sull'Inter (1-0) e porta il tecnico dei milanesi Corrado Orrico a rassegnare le dimissioni. Il girone di ritorno è discreto, visto che il centravanti va a segno anche nel turno seguente contro il Napoli (1-1) e nuovamente nel derby lombardo con la Cremonese (1-1). Stavolta però a far notizia è il goal del pareggio grigiorosso, realizzato dalportiere Michelangelo Rampulla.

Bianchezi, che vive di fiammate, realizza ancora a San Siro, contro il Milan, il punto della bandiera per i suoi (3-1). L'ultima gioia italiana arrivail 10 maggio 1992 al Bentegodi, alla terzultima giornata, quando timbra ancora il cartellino nel 3-1 dei bergamaschi sugli scaligeri. Qualche settimana prima la seconda espulsione diretta in campionato, ancora con il Parma: questa volta Careca III applaude ironicamente l'arbitro Sguizzato dopo una decisione avversa e viene sanzionato da quest'ultimo con il cartellino rosso. Nonostante la sua assenza dal 61', i suoi compagni riescono a strappare un punto agli emiliani (0-0).

L'Atalanta chiude il campionato all'11° posto con 34 punti (gli stessi della Lazio ma peggiore differenza reti), mentre il bilancio di Bianchezi è di 29 presenze e 8 goal in Serie A e un goal in 4 partite di Coppa Italia. Troppo poco, considerato il carattere fumantino e la propensione all'espulsione facile. Così nell'estate 1992, colui che doveva essere l'erede di Evair, è ceduto senza rimpianti al Monterrey, nella Prima divisione messicana.

Qui, senza più grandi sussulti, eccetto una Coppa delle Coppe CONCACAF vinta nel 1993, il centravanti con i baffi, chiamato Careca III, chiude la sua breve carriera nel 1997, dopo 5 stagioni con 27 goal realizzati in 105 partite. Purtroppo per lui, in Messico incrocia nuovamente i tacchetti con il difensore argentino Ruggeri. 'El Cabezon', che se l'era legata al dito, e aveva vanamente provato a inseguirlo dopo l'episodio del 1991 fino al pullman dei brasiliani, gioca infatti nell'America di Città del Messico nella stagione 1992/93.

Quando la sua squadra affronta il Monterrey, dà vita alla sua vendetta: dopo 20' di gara, con una brutta entrata, estromette dal match il brasiliano, costretto ad uscire dal campo in barella. Non contento, con tono ironico, si avvicina all'infortunato centravanti avversario che sta lasciando il campo, soccorso dai sanitari, e gli dice:

"Dove vai? Io non ti ho ancora colpito".

Chiusa la sua modesta carriera calcistica adappena 32 anni, l'ex atalantino Bianchezi torna alla ribalta delle cronache nel pieno della pandemia da Covid-19: con un gesto, questa volta sì, da grande campione, ha deciso di produrre visiere protettive per medici e infermieri degli ospedali, presi d'assalto dai malati.

A Bergamo, nonostante sia stato solo di passaggio, non lo hanno dimenticato. Di lui ricordano anche la passione per il tennis, che praticava nel tempo libero, e quella per la musica country brasiliana, con annessa abilità nel suonare sia il pianoforte, sia la chitarra, doti che patria gli avevano consentito anche di incidere un disco. Fra i piatti amava i tortellini. Raccontano che in allenamento mettesse in mostra le sue doti balistiche, grazie alle quali spesso a Zingonia sfidava i compagni a calciare in porta da posizione defilata, centrando quasi sempre lo specchio.

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