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Gianluca Vialli BW JuventusGetty

Capitano, icona, leggenda: semplicemente Vialli

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Nebbia fitta su Torino. Un cielo triste, malinconico. E non potrebbe essere altrimenti, considerando la scomparsa di Gianluca Vialli. Già, il capitano della Juventus 1996, l’uomo che ha alzato la Champions League al cielo di Roma. Un’immagine iconica, indelebile, leggendaria.

Sì, perché Vialli ha saputo associare per sempre il suo nome al mondo bianconero. Con le sue gesta in campo, 145 presenze e 53 goal, quattro stagioni culminate nella conquista di uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa, una Coppa Uefa e – come detto – il trionfo dei trionfi: l’Europa che conta. Ma anche con un comportamento educato, elegante, aristocratico.

Un leader vero, verissimo. Apprezzato da tutti, specialmente dagli acerrimi rivali. E ciò fa capire, automaticamente, chi sia stato Vialli. Ora Allianz Stadium, fu Delle Alpi, stadio in cui Gianluca ha dipinto calcio dall’alto di un modo di interpretare il ruolo pressoché sublime. Bomber, tecnico, esplosivo, altruista. Un giocatore che, all’ombra della Mole, è riuscito a perfezionarsi ulteriormente.

Inizi alla Cremonese, consacrazione alla Sampdoria, piazze che hanno avuto – eccome – modo di divertirsi gustandosi le prodezze di un autentico fuoriclasse. Poi, dopo l’avventura juventina, quella londinese tra le fila del Chelsea: altro giro, altra società che ha avuto l’onore di aprire le porte a un professionista a tutto tondo, divenuto – con ottimi risultati – player manager.

Alla Continassa, oggi, regna il silenzio. Con lo stesso copione destinato ad andare in scena domani, durante Juventus-Udinese, con un minuto di raccoglimento disposto dalla Figc su tutti i campi.

Toccanti anche le parole di Max Allegri alla vigilia dell’imminente sfida: “Vialli ha rappresentato tantissimo come calciatore e come uomo, mancherà a tutti noi. Di lui mi piace ricordare l’espressione di come interpretava le partite, con il cuore e la passione oltre che con la tecnica”.

Vialli con la Juventus ha sempre vantato un feeling speciale e, giustappunto, i chiacchiericci legati a un possibile ritorno in qualità di allenatore o dirigente sono emersi ciclicamente e spontanei. In concomitanza con Calciopoli, infatti, i contatti non sono mancati, salvo poi non svilupparsi per svariati motivi. Ma sempre con stima e affetto.

Ora è tempo di ricordi, di lacrime, con l’emozione a regnare sovrana. Diversi i tifosi appostati all’esterno del quartier generale bianconero, provati visibilmente dal dolore. In quanto Vialli non è stato solamente la colonna portante di una Juventus bella e vincente, ma perché Vialli era semplicemente Vialli.

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