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Candreva alla Juventus: vorrei ma non posso

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Antonio Candreva, ora, difende sapientemente la fascia destra della Salernitana. Dopo essere stato alfiere di Antonio Conte, che lo ha allenato in Nazionale e avrebbe voluto portarlo al Chelsea, il 36enne calciatore romano ha abbracciato il progetto di Iervolino a Salerno. Nel tempo s'è specializzato nella duttilità. Insomma, un po' di tutto e fatto bene.

Un percorso graduale ma netto, impreziosito dalla fugace avventura conseguita tra le fila della Juventus. Era il gennaio del 2010 e la Signora, a caccia di rinforzi per cercare di risollevare un percorso deludente, decide di prendere temporaneamente via Livorno, ma di proprietà dell'Udinese, un talento offensivo davvero promettente.

Da qui, il 21 febbraio di quella stagione, la prima rete in Serie A contro il Bologna. Successivamente, il debutto in Europa League contro l'Ajax. Un'esperienza formativa, così commentata dal diretto interessato a distanza di anni:

"Quando ti chiama la Juve, non pensi sia giusto continuare un'esperienza in una piccola. La Juventus mi ha insegnato tanto come uomo e come calciatore. Ho giocato con tanti campioni, ho rubato qualcosa per imparare".

Male in termini di collettivo, decisamente meglio a livello individuale. Perché la Juventus, al termine dell'annata 2009/2010, terminerà al settimo posto in campionato. Partendo con in panchina Ciro Ferrara, finendo con Alberto Zaccheroni. Il tutto, investendo veri e propri soldoni.

Nonostante l'arrivo di Diego, ex stella del Werder Brema. Nonostante l'arrivo di Felipe Melo, reduce da mesi entusiasmanti a Firenze, preso mediante clausola rescissoria. Poi, il contorno: Martin Caceres dal Barcellona e Fabio Grosso dal Lione, arrivato nell'ultimo giorno di mercato.

Eppure, non scatta il feeling: nessuna armonia nello spogliatoio, poca fiducia negli allenatori. L'avvio è dei più promettenti, ma con il trascorrere dell'annata la Juve si sgonfia sfociando nel fallimento. Tuttavia Candreva, inserito nelle dinamiche di una situazione già ampiamente compromessa, fa il suo: 16 presenze e 2 goal. Non male, per un 22enne.

Che, se fosse dipeso da lui, avrebbe prolungato la sua avventura sotto la Mole. Ma il prezzo fissato dal club friulano per il riscatto della compartecipazione - fissato a 7,5 milioni - bloccò le strategie di una società poi profondamente rinnovata dall'avvento di Andrea Agnelli alla presidenza, con conseguenti arrivi di Beppe Marotta e Fabio Paratici. Vorrei, ma non posso.

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