Di Gianluigi Buffon c'è sempre bisogno. Lo sa bene il c.t. a interim dell'Italia, Gigi Di Biagio, che per le amichevoli contro Argentina e Inghilterra ha voluto a tutti i costi fare affidamento sul portiere carrarino. Una scelta, valutando quanto proposto a Manchester dall'estremo difensore della Juventus, sfociata nel suo perché.
Il miglior numero uno della storia del calcio, non che ce ne fosse bisogno, ha dimostrato di essere in salute. E sebbene le primavere siano 40, superare Buffon resta complicato per chiunque.
All'Etihad Stadium, con tre interventi di qualità su Tagliafico, Higuain e Perotti, lo juventino ha provato a fermare gli attacchi della formazione albiceleste; salvo arrendersi alle conclusioni imparabili di Banega e Lanzini. Ingredienti di serata: reattività, motivazioni e tecnica. Fattori ancora presenti nel bagaglio di un fenomeno giunto probabilmente agli attimi conclusivi di una carriera irripetibile.
Certezze non ce ne sono, ma sembra che il campione toscano sia entrato nell'ordine delle idee di appendere i guanti al chiodo al termine della stagione. Quindi, se così fosse, questi sarebbero gli ultimi momenti di Buffon con la Nazionale. Perlomeno sul manto erboso, in quanto un futuro da dirigente nel Club Italia non è da escludere, sebbene anche la Juventus starebbe pensando a offrire al suo Gigi un posto dietro la scrivania.
Pensieri vicini ma al tempo stesso lontani. La Vecchia Signora lotta per conquistare tutte le competizioni, motivo per cui la concentrazione verte principalmente sul rettangolo di gioco. Parallelamente, l'Italia è ripartita dopo il mancato accesso ai Mondiali.
Non a buon fine la prima di Di Biagio che tuttavia, pur rimediando una sconfitta, è riuscito quanto meno a scuotere il gruppo. Pochi concetti calcistici, ma fatti bene. E nel ko per 2-0 ottenuto dagli azzurri in terra inglese, qualcosa da salvare c'è. Magra consolazione, certo, ma in tale periodo storico pretendere di più sarebbe persino delittuoso.
“Buffon è un monumento ed è qui per aggregare, ma anche per giocare e dare qualcosa in più: è un valore aggiunto”. Parole chiare quelle pronunciate nei giorni scorsi da Di Biagio, fondamentali per tracciare una linea netta. Ma, come emerso affrontando l'Argentina, il lavoro non manca. Il suo, e non è poco, il portiere dei campioni d'Italia lo ha fatto. Un contributo – l'ennesimo – utile per mettere a tacere le malelingue.
