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Buffon al Parma, il ritorno di Superman dove tutto è iniziato

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"E ora continuiamo a divertirci...". Questo il breve messaggio pubblicato sui social da Gigi Buffon il giorno in cui il Parma ha ufficializzato il suo ritorno in gialloblù. La passione per il calcio, d'altronde, è l'unica molla che ha spinto un uomo di 44 anni a rimettersi in gioco e continuare a volare tra i pali dopo aver vinto quasi tutto, Mondiali compresi.

Una scelta, tornare nel club in cui era cresciuto e con cui ha debuttato in Serie A nel lontano 1995, della quale Buffon, come ha spiegato al 'Corriere della Sera', non si è mai pentito nonostante i risultati sul campo non siano stati finora esattamente quelli sperati.

"Non c’è un giorno in cui abbia avuto un dubbio della scelta fatta. Sono stato un bimbo che aveva una passione, ho sempre seguito A, B e C e ho giocato in stadi in cui non ero mai stato, che da bambino erano mitologici, ho maglie che non ho mai avuto come quella del Cosenza o della Ternana. Sono cose che mi danno piacere, esperienze che arricchiscono il mio bagaglio. E la vita in fondo è questa: la gioia e l’emozione che provo a Parma, in mezzo a vecchi amici che mi ringraziano e mi dicono di tenere duro".

Il piccolo Gigi arriva al Parma all'età di 13 anni dopo aver mosso i primi passi da centrocampista. Poi le gesta del camerunense N'Kono a Italia '90 lo convincono a mettersi tra i pali nel tentativo di emulare il suo idolo e senza neppure immaginare che un giorno, guanti alle mani e maglia azzurra sulle spalle, avrebbe sollevato proprio la Coppa del Mondo.

Buffon ParmaGetty Images

Cresciuto in una famiglia di sportivi (il padre era lanciatore di pesi mentre la madre lanciava il disco ed entrambe le sorelle hanno giocato a pallavolo), Gigi inizia nel Canaletto di La Spezia con papà Adriano come allenatore e senza troppa convinzione.

"All’inizio non avevo una particolare passione per la squadra, per questo sport, mi piaceva però l’idea di avere il borsone, gli scarpini, la divisa. Fu questo a fare la differenza!”.

Buffon da piccolo è uno specialista dei calci piazzati tanto che alla sua prima partita in assoluto segna su punizione. Quindi si trasferisce al Perticata per avvicinarsi a casa ed a soli 11 anni debutta a 'San Siro' nel ruolo di centrocampista insieme a Cristiano Zanetti, che ha raccontato quel giorno particolare a GOAL.

"Io e Gigi eravamo stati sempre avversari. Poi venimmo selezionati in una rappresentativa di Massa e Carrara per giocare contro una squadra del Veneto prima della partita di Serie A fra l’Inter e il Verona. Quella a ‘San Siro’ fu un’incredibile esperienza per due ragazzini come noi. Io giocai da trequartista, Gigi da centrocampista. Non fu una sorpresa, perché lui a quei tempi era molto più grosso di tutti noi".

Poi ecco i Mondiali di Italia '90 e l'innamoramento per N'Kono, che convince il giovanissimo Buffon ad arretrare tra i pali. Gigi si trasferisce al Bonascola ma presto finisce nel mirino dei top club: lo cerca l'Inter, mentre il Milan invia ai genitori un contratto da firmare. Mamma e papà però non vogliono che il figlio vada così lontano da casa così si fanno avanti Bologna e Parma. Alla fine a spuntarla sono i gialloblù dove il prepatore Ermes Fulgoni capisce subito di avere tra le mani un potenziale fuoriclasse.

"Appena ho visto Gigi mi sono detto: 'Questo ragazzo è un fenomeno'. Il Direttore sportivo del Parma non era sicuro di questo, visto che Gigi era un po' goffo e la sua tecnica non era eccezionale. Ma io sapevo che potevo lavorare su di lui. E ho detto al Parma: 'Bisogna ingaggiare subito questo ragazzo, prima che lo faccia qualcun altro'. Fortunatamente loro mi ascoltarono e Gigi venne a giocare per noi".

Buffon a soli 13 anni lascia Carrara e si trasferisce a Parma, ovvero quello che sarà il trampolino di lancio verso una carriera da leggenda. Gigi vive nel collegio Maria Luigia, una struttura poco distante dallo stadio 'Tardini' dove divide la stanza con i compagni  Andrea Tagliapietra, Steve Ballanti e Antonio Venturini anche se quest'ultimo si arrenderà dopo un paio di mesi.

"Gli mancava la sua famiglia. Pure io all'inizio non ero felice. Anche solo la parola 'collegio' non ispirava sentimenti positivi. Ma col tempo ho iniziato ad amarlo, perché, suppongo, mi ero abituato".

Anche in campo all'inizio le cose non vanno benissimo a causa di un'eccessiva guasconeria tanto che, dopo un grossolano errore, Gigi viene avvicinato da Fabrizio Larini, allora capo del Settore Giovanile del Parma: "Cerca di cambiare, altrimenti vai a casa".Buffon capisce la lezione e risponde parando tre rigori nella finale del quadrangolare di Molassana. Abbastanza per conquistare tutti e iniziare la scalata al grande calcio.

La crescita però avviene per gradi e gli errori non mancano, come quando nel 1995 viene aggregato alla prima squadra per la tournée in Nord America e disobbedisce più volte al tecnico Nevio Scala, che aveva vietato l'uso delle golf car e di non mangiare cibo-spazzatura. Peccati di gioventù che l'allenatore, come raccontato a GOAL, gli ha sempre perdonato.

"Gigi ha fatto cose stupide a volte ma solo perché era ancora un ragazzino. La cosa più importante era che diventasse una brava persona, che rispettasse i suoi allenatori, i suoi compagni di squadra, il club. Gigi è sempre stato un bravo ragazzo, molto brillante e che ha voluto sempre migliorare”.

La svolta avviene nel novembre dello stesso anno. Luca Bucci si infortuna e contro il Milan toccherebbe al suo vice Nista, Scala invece a sorpresa decide di lanciare nella mischia quel ragazzo non ancora maggiorenne.

"Nell’allenamento del lunedì Buffon fu sensazionale. Era lo stesso ogni giorno: Buffon era imbattibile, parata dopo parata. Il venerdì, mi rivolsi al mio allenatore dei portieri, Enzo Di Palma, e gli dissi 'Stai vedendo quello che sto vedendo io?! Il sabato fu di nuovo incredibile, ed è per questo che scelsi di parlargli quella notte. Una volta che visto come stava - che era calmo e sereno - ho deciso che saremmo partiti con lui, non avevo più dubbi”.

Gigi non avvisa neppure i genitori, che si presentano allo stadio non sapendo che il figlio avrebbe debuttato in Serie A proprio quel giorno mentre per l'emozione Buffon salta la foto di squadra, rituale a cui con la Primavera non era abituato. Emozione che sparirà completamente al fischio d'inizio di una gara che vede il giovane portiere del Parma assoluto protagonista con alcuni interventi decisivi su Weah e Marco Simone. I primi di una lunghissima serie. Nel 1997, ad esempio, para un rigore a Ronaldo il Fenomeno e per i suoi tifosi diventa Superman, tanto che proprio con la maglia dell'eroe festeggerà un paio di anni più tardi il trionfo in Coppa Italia.

Per uno strano scherzo del destino Buffon subisce la prima rete in Serie A proprio contro la Juventus, ovvero l'altra squadra della sua vita. E ad infilarlo è Ciro Ferrara, non esattamente un bomber di razza, insomma. Il 24 settembre 1996 arriva anche il debutto nelle coppe, più precisamente l'UEFA, contro il Vitoria Guimaraes e dalla stagione 1996/97 diventa ufficialmente il portiere titolare di un Parma che in quegli anni, sotto la gestione di Calisto Tanzi, compete per lo scudetto pur senza mai riuscire a vincerlo.

Gianluigi Buffon ParmaGetty Images

Buffon resta in gialloblù sei stagioni, conquista una Coppa Italia e una Coppa UEFA prima del trasferimento alla Juventus, che nell'estate del 2001 versa 75 miliardi di vecchie lire più il cartellino di Jonathan Bachini per portarlo a Torino dove si consacrerà definitivamente come uno dei numeri 1 più forti di tutti i tempi.

La storia di Buffon al Parma sembra così definitivamente chiusa almeno fino al 17 giugno 2021 quando, alla scadenza del suo contratto con la Juventus (dove era tornato dopo una breve parentesi al PSG), Gigi decide di continuare la sua ultraventennale carriera proprio nella città in cui tutto era iniziato. Una scelta che il portierone ha spiegato chiaramente la sera della sua presentazione.

"Ho avuto due opportunità di poter andare a vincere potenzialmente la Champions, ma non sarei stato protagonista. Dopo due anni da secondo portiere alla Juventus, non volevo più avere quel ruolo. Mollti se lo scordano, ma il Parma è la quarta squadra per trofei anche internazionali in Italia, dietro le tre big storiche, e credo la sedicesima in Europa. Alla fine di Juventus-Parma avevo parlato a lungo con il presidente Krause, ma di altro. Poi mi ha chiesto se sarei voluto tornare a Parma: gli risposi che la Serie B l'avevo già fatta, ma non ero sicuro di volerla rifare. Un'altra motivazione è il fatto che i miei figli non mi conoscano nel Parma e sappiamo poco o nulla di quanto ha rappresentato per me, questo mi disturbava. E' un patrimonio che come padre devo dare ai miei figli. Ho detto a mio figlio che tornavo a Parma e lui mi ha chiesto 'ma come vai a Parma?' Lì ho pensato che dovevo tornare, per farglielo capire. Spero che i miei figli vengano stimolati ad un'idea di analisi del perché si fanno queste scelte. Anche che mia moglie non mi avesse mai visto a Parma ha influito, volevo farglielo vedere".

7339 giorni dopo la sconfitta dell'Olimpico, quando la Roma allenata da Fabio Capello festeggiò lo storico scudetto del 2001, Gigi ha così nuovamente indossato la maglia del Parma nell'amichevole contro il Bochum del 21 luglio 2021. Mentre il debutto in campionato è avvenuto il 20 agosto seguente sul campo del Frosinone: risultato finale 2-2.

Buffon, fascia da capitano al braccio, è stata peraltro una delle poche note liete del Parma di Maresca ma non è riuscito ad evitare l'esonero dell'ex compagno ai tempi della Juventus, che è stato sostituito dal più esperto Beppe Iachini. L'estate scorsa è poi arrivato Fabio Pecchia, che tutt'ora è alla guida dei ducali.

Gigi, dal canto suo, intanto continua a volare tra i pali e non ha alcuna intenzione di smettere. Superman è tornato a casa.

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