"Check. Re-raise. All-in". Una strategia iperaggressiva che un giocatore di poker può scegliere per spiazzare gli avversari al tavolo verde.
La spregiudicatezza e la capacità di sorprendere i propri rivali in campo sono due delle caratteristiche che hanno contraddistinto il grande ritorno nella massima serie belga dell'Union Saint-Gilloise.
Tratti distintivi che il club ha ripreso senza dubbio dal suo nuovo proprietario: Tony Bloom.
C'è lui dietro alla rinascita della Royale Union Saint-Gilloise, che dopo oltre cinquant'anni di anonimato calcistico è tornata ai vertici del movimento calcistico belga.
Nato a Brighton il 20 marzo del 1970, la storia di Bloom segue binari molto diversi da quelli del classico investitore che decide di cimentarsi con lo sport più amato al mondo.
Dietro al miracolo dell'Union Saint-Gilloise c'è lui che a oggi nel suo portafoglio vanta partecipazioni in società di private equity, start up e una serie di asset residenziali e commerciali tra Australia, Panama e Sudafrica.
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Ma tutto è iniziato grazie al poker, giocato a livello professionistico per tantissimi anni.
Un po' di dati per gli appassionati in materia: oltre 3,5 milioni di dollari in vincite lorde, oltre 67 in the money nei circuiti live, partecipazioni e piazzamenti nei più importanti tornei al mondo.
Getty ImagesMa la sua fortuna "The Lizard" (com'è stato soprannominato per via delle espressioni che assume al tavolo verde) l'ha costruita proprio grazie al calcio. O meglio, grazie alle scommesse su di esso.
Dopo essersi fatto notare come scommettitore professionista, nel 1997 viene reclutato dal bookmaker britannico Victor Chandler. Qui le due intuizioni più grandi della sua carriera di scommettitore.
La prima: aprire al mercato asiatico. La seconda, ai limiti del leggendario: convincere l'intero boarding di Chandler a scommettere sulla Francia vincente ai Mondiali del 1998. Vincenti tutte e due.
Ma il bello deve ancora venire. Nel 2006 Bloom dà vita al suo gioiello: la Starlizard, che in breve tempo si impone come società leader mondiale nella consulenza specializzata in scommesse sportive online.
Dietro al successo in grado di sviluppare i propri modelli basati su dati e informazioni per fornire previsioni quanto più possibile accurate sugli eventi sportivi.
Nella sua azienda lavorano gomito a gomito team di analisti, ricercatori e statistici. Questi hanno il compito di fornire un dossier più dettagliato possibile su ogni singolo evento sportivo.
Dalle condizioni atmosferiche al numero di biglietti venduti sugli spalti, passando per probabili formazioni, infortunati e condizioni del terreno di gioco.
Grazie ai proventi del betting, Tony Bloom ha realizzato il suo sogno più grande: riportare ad alti livelli il Brighton.
Nel 2009 ha acquistato il "suo" Brighton, investendo oltre 200 milioni di euro tra rilevazione del club, allestimento della squadra e costruzione del nuovo stadio.
In otto anni il club del Gabbiano è passato dal 16esimo posto in Ligue One (la nostra Serie C) al nono in Premier League del 2022. E quest'anno rischia di fare anche meglio.
Ma da buon giocatore, "The Lizard" non si tira indietro di fronte al piatto ricco. Nel 2018 acquista l'Union Saint-Gilloise, nobile decaduta del calcio belga.
Il lavoro viene sviluppato in sinergia con il suo socio storico, Alex Muzio, messo a gestire in prima persona il club in sede a Bruxelles.
Attenzione a non chiamarla multiproprietà però. L'Union - anzi Royale Union (da quelle parti ci tengono) - non è il classico club satellite dove far crescere talenti da lanciare poi in Premier League. Anche se qualche caso di "interessi convergenti" c'è stato.
(C)Getty ImagesDa Deniz Undav, attaccante tedesco acquistato proprio dal Brighton e lasciato in prestito al Saint-Gilloise fino alla fine della stagione 2022/2023, a Kaoru Mitoma che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare prima ai Mondiali in Qatar e ora sotto la sapiente guida di Roberto De Zerbi in Inghilterra.
Il metodo di sviluppo calcistico della società segue quello già sperimentato in Premier League e, ancora prima, alla Starlizard.
Raccolta, analisi e approfondimento dati. Il metodo "Moneyball", diventato ormai popolare grazie al film sulla storia degli Oakland Athletics, squadra di baseball statunitense.
I parametri più importanti tenuti in considerazione sono i cosiddetti Key Performance Indicators (KPI): gli ormai sdoganati e controversi Expected goals, la percentuale di passaggi completati per partita e i metri di campo guadagnati con ogni passaggio e così via.
A capo dell'area sportiva c'è Chris O’Loughlin, alla guida di un team di analisti in grado di tradurre questi dati in calciatori fisici.
Non contano nomi o nazionalità: molto meglio tenere sotto controllo le metriche relative alle performance.
Ma la profilazione non si limita solo al calcio giocato: dei potenziali profili viene passato al setaccio anche il loro storico sui social network. Bravi in campo sì, ma anche e soprattutto fuori.
I risultati sanciscono che la strada è quella giusta. La risalita è ancora più rapida rispetto a quella del Brighton: nel 2021 la vittoria della seconda divisione, nel 2022 la vittoria della regular season da neopromossa, i playoff per il titolo e il ritorno in Europa a 64 anni dall'unico precedente lontano dai confini del Belgio (in Coppa delle Fiere).
GettyIl tutto sotto la sapiente guida dell'allenatore Felice Mazzù, nato in Belgio ma di famiglia italiana emigrata come tanti altri conterranei a metà degli anni Cinquanta.
Il vero limite dell'Union Saint-Gilloise in questo momento sembra essere il bilancio. Malgrado una gestione virtuosa, la società continua a produrre negativo. Per alzare gli introiti la mossa pensata dalla proprietà è quella di costruire un nuovo stadio dicendo addio al piccolo, per quanto suggestivo, Parc Duden. Il principale ostacolo è la burocrazia. A dimostrazione che tutto il mondo è Paese e che certi malcostumi non appartengono solo al sud dell'Europa.
In ogni caso non chiamatela favola. Se la Royale Union Saint-Gilloiseriuscirà o meno a tornare a vincere la Pro League, non sarà frutto di un caso isolato ma la dimostrazione che i big data hanno ormai guadagnato il loro spazio di mercato anche nel calcio. L'ennesima scommessa vinta di Tony Bloom.


