Ama i Nirvana, adora “Déjà-vu” e si autodefinisce un rocker mancato, Federico Bernardeschi. E i suoi acuti martedì sera allo Stadium non sono mancati, così come un'interpretazione degna del miglior colossal. Perché dopo Juventus-Atletico Madrid nulla sarà come prima: meglio di un thriller ma dal lieto fine, quello visto tra le mura dell'Allianz in cui il carrarino è stato protagonista di una pellicola forse irripetibile.
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La regia è di Massimiliano Allegri e il suo protagonista è Cristiano Ronaldo. E poi c'è Bernardeschi. E dietro quel poi c'è tutta l'essenza di chi ha saputo sfruttare al meglio una chance irripetibile con estrema naturalezza. Prima un sinistro morbido ad accarezzare la fronte di CR7, dopo uno scatto perentorio a costruire l'epilogo finale di un'epica rimonta.
Eppure Diego Simeone lo aveva detto: “La Juventus non è solamente Ronaldo”. Lo sa bene il responsabile dell'area sportiva bianconera, Fabio Paratici, che due estati fa ha investito 40 milioni pur di assicurarsi l'ex talento della Fiorentina. Una cifra apparentemente spropositata ma giustificata nel tempo. Il prezzo lo fa il mercato, si sa. E adesso, dopo una notte da urlo in Champions League, lo stesso mercato ha fatto lievitare il cartellino di Bernardeschi.
Sorride a distanza Roberto Mancini, pronto a fare del tuttofare toscano un punto di forza dell'Italia. Sorride soprattutto Allegri, che prove generali le aveva già fatte a Napoli, affidando a Bernardeschi una possibilità dall'inizio. Nelle soluzioni offensive di Max non sembra esserci più posto per Paulo Dybala: quantomeno nei match di cartello. Un tempo Joya, ora equivoco tattico. Va così.
“Il merito è tutto del mister per come ci ha messo in campo – così Bernardeschi al termine dell'incredibile 3-0 rifilato ai colchoneros –. Abbiamo giocato una partita straordinaria piena di consapevolezza e fiducia nei nostri mezzi. Ogni giorno abbiamo alzato l'asticella in allenamento per riuscire a fare un'impresa del genere. La mia prestazione? Forza di volontà e voglia di andare un po' oltre le proprie possibilità: questo è quello che serve in queste gare”.
Bernardeschi si è preso la Juventus. Nulla di nuovo: nelle idee originarie di Allegri ciò sarebbe dovuto accadere già da parecchio tempo. Il menù, però, ha proposto i tipici alti e bassi di chi a 25 anni deve ancora perfezionarsi. L'esterno azzurro ad agosto puniva il Chievo Verona nei minuti di recupero, regalando alla Signora la prima vittoria di una lunga serie. Sette mesi dopo, ecco la consacrazione definitiva. Una notte rock, tanto per non perdere le buone abitudini.


