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Athirson Juventus 2001Getty

Athirson alla Juve: uno dei più grandi flop della storia bianconera

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Le premesse, in fase embrionale, erano più che buone. Tra nozioni base coltivate nel mondo del calcetto e i primi passi nelle giovanili del Flamengo. In rossonero, infatti, Athirson diventa un giocatore apprezzato in Brasile, iniziando parallelamente la trafila nelle Under verdeoro, con tanto di prestito al Santos.

Nel 2000, segnalato da Omar Sivori, l'allora dg della Juventus, Luciano Moggi, decide di intensificare il fronte, fermamente propenso a prendere un terzino sinistro promettente dal Sudamerica.

Dunque, piede sull'acceleratore con un percorso laborioso: in seguito ad alcune controversie, infatti, la Vecchia Signora si ritrova costretta a rivolgersi alla FIFA per ottenere un transfer temporaneo nonostante la fine del contratto con il Flamengo.

"La Juventus cercava da tempo un laterale sinistro, capace di andare sulla fascia e crossare per le punte. Troppo caro e inarrivabile Roberto Carlos, si spera che Athirson sia il suo erede, anche se le sue attitudini preferite sono gli assist e i goal".

Parole di Moggi che, però, in poco tempo confluiscono in una realtà tutto fuorché rosea. Impalpabili i primi contributi alla corte di Carlo Ancelotti, male pure con il rientro di Marcello Lippi. Da qui, nel gennaio del 2002, il ritorno in prestito al Flamengo.

Il tutto, però, con una grossa attenuante dal nome dengue. Questa la malattia che venne riscontrata al brasiliano a poche settimane dal suo approdo in Italia, una malattia infettiva tropicale causata da un virus.

Ma c'è di più. C'è ad esempio che, per portare a termine un matrimonio fallimentare, la Juve decide di risolvere consensualmente il contratto a fronte di una penale di 2,3 milioni.

Girovagare: CSKA Mosca, Cruzeiro, Bayer Leverkusen, per poi tornare nuovamente e definitivamente in patria. Insomma, mai continuo, con alle spalle 5 presenze targate nazionale maggiore. 

Un pesce d'aprile, che combacia alla perfezione con la prima partita di Athirson giocata con la Juventus: 1 aprile 2001, 1-1 in casa con il Brescia, per le Rondinelle a segno un certo Roberto Baggio.

"Sono molto religioso. Prego sempre, cerco la concentrazione prima della partita. Vado molto in chiesa. Non faccio differenza fra Chiesa evangelica e cattolica, purché ci sia Dio che mi ascolti".

Athirson si presentò così sotto la Mole, lasciandola senza grossi rimpianti: 5 partite e nessun sussulto. In estrema sintesi, un apporto fallimentare, in lungo e in largo.

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