GOALNon è stato una delle stelle brasiliane che hanno arricchito la Serie A negli Anni Novanta e Duemila. Non è arrivato in Italia con la benedizione di Pelé, Zico o Falcão.
Ma pur non avendo alcun tipo di endorsement da parte delle sopracitate leggende del calcio verdeoro, è stato capace di lasciare un ricordo permanente nella storia della Roma.
Tutto merito della sua straordinaria capacità su calcio di punizione. Una skill affinata nel corso della sua lunga carriera, che dal Brasile ha attraversato l'Europa e il Medio Oriente.
La storia di Assunção con il mondo del calcio parte dal Rio Branco, società dello stato di San Paolo, dove si mette in luce e viene attenzionato dalle squadre più blasonate del campionato brasiliano.
Passa così prima al Santos - dove vince la Coppa CONMEBOL- e poi al Flamengo. Di conseguenza arrivano anche le prime convocazioni con il Brasile, partecipando alla spedizione per la Gold Cup del 1998 che si chiude con un terzo posto per i verdeoro.
Nel suo periodo rossonero a Rio viene attenzionato dagli osservatori in Sudamerica della Roma, che decidono di portarlo nella Capitale con il benestare di Fabio Capello.
Quella del 1999 è un'estate di rivoluzione dalle parti di Trigoria. Dopo due anni infruttuosi sul piano dei trofei, il presidente Franco Sensi decide di mettere fine all'utopia zemaniana e puntare su un "uomo del palazzo".
A Trigoria dunque arriva Capello, che inizia il suo processo di smantellamento e ricostruzione della rosa: tra i nuovi innesti figura anche Marcos Assunção insieme a Cristiano Zanetti e Hidetoshi Nakata.
L'esordio ufficiale nel nostro campionato arriva per lui il 29 agosto, nella prima gara di Serie A della stagione. Uno scialbo 1-1 con il Piacenza per la Roma, che quell'anno perderà moltissimi punti contro le squadre di bassa classifica e chiuderà con un modesto sesto posto la sua annata.
In ogni caso l'impatto del brasiliano è abbastanza positivo, almeno fino a metà gennaio. Capello lo manda in campo con assidua frequenza, venendo ripagato anche da due goal contro Perugia e Vitoria Setubal, rispettivamente in campionato e in Coppa Uefa.
Tutto sembra procedere al meglio nel suo inserimento, ma a partire da gennaio scappa fuori l'imprevisto. Un infortunio al ginocchio lo costringe a saltare tante partite e i mesi cruciali della stagione. La sua assenza però non provoca rimpianti da parte della tifoseria, molto delusa dal suo acquisto.
In particolare gli viene rinfacciata la casella ferma sullo zero per quanto riguarda i goal realizzati su punizione, caratteristica per il quale aveva invece suscitato grandissime aspettative.
Segue un periodo difficile per lui e per la Roma, che scivola rapidamente in classifica ed è costretta a incassare anche la beffa di vedere la Lazio conquistare lo Scudetto.
Dopo un'estate letteralmente infiammata dall'acquisto di Gabriel Omar Batistuta, la Roma si candida prepotentemente come una delle favorite per la vittoria del campionato.
Invece la stagione successiva inizia in maniera ancora peggiore. I giallorossi escono malamente dalla Coppa Italia, sconfitti agli ottavi per 4-2 dall'Atalanta dopo l'1-1 dell'andata.
Fuori dai cancelli di Trigoria si scatena una contestazione fortissima, con i calciatori scortati dalle forze dell'ordine all'interno del centro sportivo e a schermarli dal contatto fisico con gli ultras inferociti.
Da quel momento in poi la squadra di Capello si ricompatterà, rendendosi artefice di un campionato da protagonista culminato il 17 giugno 2001 con la vittoria del tanto agognato Scudetto.
A mettere la sua firma sull'opera d'arte di quella stagione - anche se in caratteri più ridotti rispetto ad altri calciatori in rosa - c'è anche Marcos Assunção.
Nell'anno del Tricolore, il brasiliano realizza la sua prima rete su calcio di punizione della sua avventura in giallorosso.
Lo fa contro l'Inter, nella rocambolesca partita vinta dalla squadra di Capello per 3-2. Un goal in realtà abbastanza casuale, per la posizione e l'intenzione di tiro di Assunção.
Presentatosi sul punto di battuta in posizione piuttosto defilata, l'ex Santos pennella verso il centro un cross insidioso. Ma il pallone non trova l'opposizione degli avversari, né un tocco dei compagni di squadra, andandosi ad adagiare comodamente in fondo alla rete.
Assunção replica una settimana dopo, aprendo le marcature nella sfida interna contro il Brescia con una punizione infilata nell'angolo più remoto della porta da quasi 35 metri.
L'Olimpico comincia finalmente ad apprezzare questo brasiliano venuto in punta di piedi e che proprio con quest'ultima parte del corpo è in grado di disegnare parabole imprendibili per i portieri avversari.
Ma è nella stagione successiva a quella della conquista dello Scudetto che scoppia definitivamente l'amore tra i tifosi della Roma e Marcos Assunção.
Quell'anno, che pure si conclude con un secondo posto al retrogusto di rimpianti, Marcos è un cecchino infallibile su punizione. Ne segna ben 5, risolvendo diverse partite piuttosto complicate per la squadra di Capello.
Dagli spalti inizia a circolare un nuovo coro per lui, sulle note di "Get Get Down" del deejay Paul Johnson: "Assunçao popoporo". Un motivetto che ancora oggi viene canticchiato da alcuni ascoltatori che telefonano in diretta sulle radio romane.
Nell'estate del 2002, le strade di Assunção e della Roma si dividono. Viene ceduto al Real Betis, andandosi a confrontare con un calcio più alla sua portata rispetto a quello tecnicamente imbrigliato e più veloce della Serie A.
Ma anche in Liga il centrocampista continua a mostrare la sua ispirazione sui piazzati, conquistando in breve tempo il suo nuovo pubblico e portandogli in dote una Coppa di Spagna.
Negli ultimi anni della sua carriera, Assunção si concede una parentesi esotica all'Al Shabab prima di fare ritorno in Brasile come molti suoi connazionali, lasciando progressivamente la scena alle nuove leve.
L'ultima sua esperienza veramente competitiva la vive con il Palmeiras, dove trascorre quattro stagioni e fa in tempo a portarsi a casa una Coppa del Brasile, fino a scendere di categoria e ritirarsi nel 2015 dopo un'ultima annata al Criciuma, in Serie B.
Ritiratosi dal calcio giocato, Assunção ha deciso di non tentare nessun'altra esperienza come allenatore o come dirigente. Ma la passione per i calci di punizione non lo ha abbandonato: anzi, ha deciso di metterla al servizio di chi vuole migliorare in questo fondamentale sfruttando le nuove tecnologie.
Ha aperto un canale YouTube dove si diverte a cimentarsi in diverse challenge sulle punizioni, alternandole a dei tutorial nei quali spiega come dare effetto alla palla. Si è inoltre riscoperto conduttore radiofonico e host di un podcast a tema calcistico dove ospita diversi campioni del calcio brasiliano.
Noi un'idea per la colonna sonora ce l'avremmo...


