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Paulo Dybala JuventusGetty Images

Ancora a secco in Champions: Olympiacos-Juventus è la gara di Dybala

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Da Paulo Dybala ci si aspetta costantemente la massima espressione tecnica. E a Napoli , optando per una prestazione generosa, il numero 10 della Juventus ha fornito indicazioni positive. Assist decisivo consegnato sapientemente sui piedi di Gonzalo Higuain e, soprattutto, tanto lavoro sporco. Perché, per vincere al San Paolo, occorre andare meno di fioretto e più di sciabola.

La stagione della Signora, alla ricerca della necessaria continuità di rendimento per fare la voce grossa in tutte le competizioni, passa inevitabilmente dalla buona vena della Joya. L'appannamento degli ultimi due mesi, caratterizzato da un solo goal su azione, sembra appartenere al fresco passato.

L'avvio travolgente, quello relativo alla tripletta di Reggio Emilia e alla pioggia di doppiette, ha parzialmente illuso il popolo bianconero. Dybala è un grande attaccante, studia per scovare vette inesplorabili, ma ad oggi non vanta lo status di mostro sacro. Forse lo diventerà. Forse non diventerà mai. Insomma, tutto dipende da lui.

Per ottenere il massimo clamore, però, si passa dalla Champions League. Da questo concetto non si scappa. E l'ex Picciriddu , ormai grande con le sue 24 primavere, non segna nell'Europa che conta da tempo. Si parla di aprile, quando Dybala giganteggiava contro il Barcellona e spianava ai torinesi la strada per approdare in semifinale. Si parla di troppe battute a vuoto.

Dybala Messi Juventus Barcelona Champions LeagueGetty Images

Il ragazzo di Laguna Larga, nei cinque gettoni ottenuti nell'annata corrente, non ha ancora trovato la via della rete fuori dai confini nostrani. Sfortuna, contributi balbettanti di squadra, ma anche insicurezza individuale.

Nell'arco della linea verde tale rendimento sarebbe comprensibile, ma l'apprendistato - come dicevamo - è passato da un bel pezzo. Ora, per spessore e prospettive, il centravanti argentino è chiamato a brillare. Non che finora sotto la Mole non l'abbia fatto, ma occorre qualcosa in più. Serve andare oltre il Belpaese.

I maligni tirerebbero in ballo automaticamente Cardiff , tappa steccata da Dybala al pari dei suoi compagni. In futuro potrebbe esserci Kiev, dunque, una nuova occasione. Paulo ha visto la Juventus perdere - da spettatore - a Berlino; successivamente ha provato da (mancato) protagonista l'enorme delusione. Quello che non uccide, dicono i saggi, fortifica. E, probabilmente, il talento bianconero farà di questo motto il suo credo calcistico venturo.


Serenità. Questa parola per un professionista significa tutto. Non è un mistero che Dybala, ultimamente, abbia perso un po' di tranquillità anche per questioni extra campo; tra nuovo entourage e linea rosa. Nulla di preoccupante, ma che inevitabilmente qualche distrazione la crea. D'altronde, si sa, i calciatori non sono robot.

Da Napoli, tuttavia, tutti gli juventini ne escono bene. Tre punti d'oro, morale alle stelle e la consapevolezza di avere nelle gambe potenzialmente altri successi. Dietro l'angolo, adesso, c'è l' Olympiacos . E la Juventus, giunta all'ultimo match del girone ancora con la qualificazione in bilico, intende evitare brutte sorprese. Dicembre, in un modo o nell'altro, sancirà le ambizioni immediate dei campioni d'Italia. Normale, quindi, affidarsi alle capacità di Dybala.

Gli uomini della Continassa, e non potrebbe essere altrimenti, vogliono fare della Joya un vero e proprio punto di riferimento. Il perno del nuovo corso che a giugno, passando da un'inevitabile rinfrescata, proietterà la Juventus in una nuova era. Chi ha provato recentemente a strappare Dybala dalle grinfie sabaude s'è ritrovato un muro davanti. "Non è in vendita". Tanta fiducia. Da ricambiare con una grande notte di coppa.

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