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Douglas Costa Juventus Barcelona Champions LeagueGetty Images

Allegri vara una Juve camaleontica: 3-4-2-1 in attacco, 4-4-2 in fase difensiva

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La Juventus, nei momenti di difficoltà, si aggrappa al suo condottiero. Già. Perché Massimiliano Allegri studia costantemente nuovi orizzonti tattici e, soprattutto, valorizza abilmente il patrimonio tecnico.

Non è un caso che, in concomitanza con l'inaspettato stop di Giorgio Chiellini, l'allenatore livornese abbia deciso di affrontare il Barcellona affidandosi ad una sorta di 3-4-2-1 in fase propositiva. Difendendo, però, con il solito 4-4-2. Idee in rampa di lancio a Vinovo e che, per confluire nel successo, necessitano anche dell'inevitabile fase di sperimentazione.

Nel primo tempo, optando per il puro ordine, la Juventus ha concesso poco o nulla agli ospiti; palesando una discreta solidità difensiva. Mentre nella ripresa, osservando anche a distanza il risultato di Lisbona, la Signora avrebbe dovuto spingere maggiormente sull'acceleratore. I bianconeri in campo sanno cosa fare e, proprio per questo motivo, colpiscono le innumerevoli reti subite negli ultimi tempi. Tuttavia, specialmente grazie all'ottima prova offerta da Medhi Benatia, Madama contro il Barcellona è riuscita a ritrovare principi di solidità.

Detto questo, la porta bucata rappresenta un campanello d'allarme assordante, nonché una situazione impossibile da sottovalutare. Ecco perché, analizzando attentamente le caratteristiche della rosa, Max ha iniziato a ideare un undici iniziale differente rispetto alle ultime uscite, pronto a compiere un'ulteriore evoluzione nel breve termine.

C'è chi dice che, se dovesse essere positivo l'impatto di Benedikt Howedes con il mondo bianconero, il reparto arretrato formato da tre interpeti diventerebbe molto più di un'idea. D'altronde, per tanti anni, la BBC ha fatto scuola. E se la truppa fatica ancora a trovare i migliori equilibri di squadra, inevitabilmente, un allenatore non può far finta di nulla.

Allegri ha tentato di dare piena fiducia al piano gara. Come? Togliendo Miralem Pjanic e mettendo al suo posto Rodrigo Bentancur, quando – in piena fase di stanca – sarebbe potuto passare al 4-3-3.

I blaugrana, dotati della solita estrema qualità, non hanno quasi mai alzato il ritmo; Andrés Iniesta a deliziare l'Allianz Stadium con qualche giocata delle sue; Sergio Busquets in pieno controllo della situazione e Ivan Rakitic sugli scudi. Nomi importanti, meglio conosciuti come modelli di riferimento.

Ma alla lunga, senza contromisure, i catalani possono fare (molto) male. Meglio gettare nella mischia Claudio Marchisio al posto di Juan Cuadrado. Complessivamente, rimandando il discorso qualificazione all'ultima giornata, la Juventus potrà studiare minuziosamente quanto proposto con i blaugrana e, al tempo stesso, dovrà studiare il miglior percorso per cercare di fare la voce grossa in tutte le competizioni.

In tutto ciò, in tale concetto di sviluppo, potrebbe beneficiarne Douglas Costa. L'esterno brasiliano, autore di un buon primo tempo anti Barcellona, può e deve effettuare il salto di qualità. Ma per trovarlo, ovviamente, bisogna passare dalla tanto agognata continuità di rendimento. E qui, mettendo in risalto l'usato garantito, Allegri sinora ha optato per la prudenza totale.

Insomma, Juventus-Barcellona non è stata una partita memorabile. Affatto. Qualche indicazione positiva c'è stata, troppo poco per spingersi oltre. In tutto ciò, la certezza è una sola: il 4-2-3-1 vige ancora – eccome – nei pensieri allegriani. Ma da mister senza dogmi, pensando ad ampio raggio, qualcosa bolle in pentola.

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