Equilibrio e punti. Binomio, questo, fondamentale per qualsiasi squadra. Lo sa bene la Juventus che, nelle ultime uscite, ha saputo trovare la tanto agognata continuità di rendimento. Il tutto, dato da non sottovalutare, mantenendo la porta inviolata contro Chelsea e Torino. Insomma, evoluzione a tutti gli effetti.
D'altra parte, e lo scandisce la sua carriera, Massimiliano Allegri è fatto così: in qualche modo ne viene a capo.
Ora, però, arriva il bello. E, soprattutto, torna Arthur. Uno che potrebbe cambiare, e non di poco, il volto del centrocampo bianconero. Certo, da solo miracoli non se ne possono fare, ma il brasiliano possiede le qualità necessarie per andare oltre di pensiero e di ambizioni.
Non a caso, a inizio 2021, non è una coincidenza che la Juve di Andrea Pirlo avesse proposto qualcosa di interessante sfruttando proprio la buona luna dell'ex Barcellona, capace - pur alle prese con un infortunio antipatico - di sfornare prove rassicuranti.
Dopodiché, il buio più totale: per il diretto interessato e per la stessa squadra, capace di ottenere il quarto posto in campionato solamente all'ultima curva.
Archiviata la rimozione della calcificazione della membrana tra tibia e perone, ko più unico che raro per un calciatore, Arthur - convocato nel derby della Mole - pregusta i primi minuti stagionali.
E, per cercare di arrivare all'impegno contro la Roma in una condizione accettabile, in settimana alla Continassa è previsto un test con un avversario ancora da definire. In definitiva, amichevole in vista per fare in modo che il 5 bianconero e il suo connazionale Kaio Jorge possano salire rapidamente di tono.
Base del discorso: la stima di Allegri non manca:
"Arthur è un giocatore tecnico, di palleggio, che alza il livello di qualità della squadra".
Ecco perché, pur godendosi il presente con un Manuel Locatelli già imprescindibile, il tecnico livornese mette nel mirino l'evoluzione collettiva. In quanto il 25enne di Goiânia nella testa del toscano non occupa uno spazio secondario. Affatto. E, quasi magicamente, ecco che la linea metodista potrebbe persino proporre un principio di abbondanza.
Lo sguardo dello staff tecnico, e non potrebbe essere altrimenti, nell'immediato si concentrerà proprio sui movimenti di Arthur. Vuoi perché alla sosta nazionali bisogna pur dare un senso, vuoi perché il verdeoro scalpita. Allora via di esercitazioni sul rettangolo di gioco, senza sottovalutare la fase video.
Bicchiere mezzo pieno: il peggio è passato e, ora, Arthur può diventare tangibilmente un perno dell'Allegri 2.0. A tal proposito, presso le stanze segrete zebrate, l'ottimismo non manca. Chiaro segnale, l'ennesimo, di come da quelle parti si stia trovando la (S)quadra.


