È considerato uno dei 5 grandi campioni prodotti dal calcio iraniano dopo la rivoluzione khomeinista. Aveva classe da vendere, grandi qualità tecniche, un controllo di palla eccezionale e visione di gioco. Ambidestro, abile nel dribbling, Ali Karimi può a ragione essere considerato un esteta del calcio: in particolare era un cultore della veronica e della serpentina e sapeva tener botta ai contrasti.
Per queste sue caratteristiche viene soprannominato in Iran, il suo Paese, 'Jadoogar', 'Il Mago'. Nel 2004vince Il Pallone d'Oro asiaticoe diventa 'Il Maradona d'Asia'. Il suo limite è il carattere problematico, impulsivo e poco incline al compromesso, che insieme ad una buona dose di sfortuna, segnerà il suo fallimento in Europa con Bayern Monaco e Schalke 04.
Rivale di Ali Daei, anche in Nazionale, dopo un avvio fulminante con la vittoria dei Giochi asiatici, non riuscirà a dimostrare appieno il suo valore, fallendo l'appuntamento con i Mondiali 2006.
Da sempre capopopolo, oggi, da Dubai, dove ha stabilito la sua residenza, si è schierato apertamente contro la Repubblica islamica, come altri calciatori iraniani, fra cui Daei, e sostiene le proteste che divampano nel Paese da settimane dopo la morte di Mahsa Amini. L'essersi schierato gli è costata però una condanna in contumacia da parte del regime iraniano.
L'ASCESA DEL 'MAGO' NEL CALCIO IRANIANO
Nato l'8 novembre 1978 a Karaj, una caotica città industriale a venti chilometri da Teheran, Karimi si trasferisce nella capitale per coltivare la sua passione per il calcio con il Fath Teheran, società oggi scomparsa.
Come avrà modo di raccontare lo stesso Karimi, in quegli anni lui e gli altri ragazzi dovevano svolgere gli allenamenti per strada con una palla di plastica, fatto questo che contribuirà non poco a fargli sviluppare un controllo di palla straordinario.
'Il Mago', come viene soprannominato, fa tutta la trafila nelle giovanili del Fath Teheran fino al debutto in Prima squadra in Seconda Divisione, dove militanel biennio 1996-98.
Il suo grande talento lo porta a 19 anni, nell'estate del 1998, ad essereacquistato dal Persepolis, la squadra più blasonata dell'Iran. Il tecnico Ali Parvin lo vede in azione in un torneo indoor e chiede alla società di prenderlo. Il costo dell'acquisto è di 15 mila dollari.
Karimi realizza così il suo sogno da bambino, visto che fin da piccolo era un tifoso della squadra. Trequartista dotato di grande fantasia, il suo arrivo nella Prima Divisione iraniana nel 1998 è dirompente: vince subito ScudettoeCoppa Nazionale, ma si hanno presto le prime avvisaglie di un carattere fumantino difficile da imbrigliare: il giovane talento iraniano infatti nel 1999 viene squalificato per un anno dall'Asian Football Confederation per un calcio rifilato ad un arbitro giapponese Toru Kamikawa in una partita fra Iran Under 21 e Vietnam Under 21.
Torna in campo nel nuovo millennio e, senza risentire minimamente del lungo stop, contribuisce nella seconda parte della stagionealla conquista del secondo Scudetto consecutivo del Persepolis, il 7° nella storia del club.
La sua tecnica e le sue giocate sono sempre più solide e decisive, tanto che è un suo goal a regalare all'Armata Rossa, come viene chiamata la squadra, il 3° posto nella Champions League asiatica battendo nella finalina i sudcoreani del Suwon Samsung Bluewings dopo aver perso in semifinale contro i giapponesi del Jubilo Iwata.
DAL PROVINO AL PERUGIA A DUBAI
Le prestazioni del 'Mago' attirano sul ragazzo gli occhi interessati dei club europei. Fra questi c'è anche una società italiana, il Perugia di Luciano Gaucci, che offre ad Ali Karimi un provino nell'estate 2000.
Il ventunenne trequartista iraniano lo supera brillantemente ma in quel momento c'è il primo sliding doors della sua carriera professionale: al momento di definire il contratto con il club umbro non si raggiunge un'intesa economica: lui chiede un miliardo di Lire a stagione, mentre il patron biancorosso è disposto a salire al massimo fino a 300 milioni. Non se ne farà nulla.
La stagione 2000/01, la terza con il Persepolis, lo vede crescere ulteriormente a livello individuale, con 9 goal segnati complessivamente in 29 presenze, ma la squadra non riesce a ripetere i successi degli anni precedenti e per il secondo anno di fila si ferma nelle semifinali della Champions League asiatica, battuta stavolta dai sudcoreani del Suwon Samsung Bluewings, che si prendono la loro rivincita. Ancora una volta arriva un terzo posto grazie al 2-0 nella finalina contro i kazaki dell'FC Irtysh.
A fine stagione stavolta a provare a portarlo in Europa è l'Atletico Madrid. 'Il Mago' fa dei provini nella capitale spagnola, e i Colchoneros sono pronti ad offrirgli un contratto di 4 anni da 5 milioni di euro complessivi.
"È un sogno per ogni giocatore militare in una lega come quella spagnola - dichiara il giocatore iraniano -, e farò del mio meglio per andarci. Ma non voglio però trasferirmi in Spagna solo per ottenere un contratto, voglio andare là a giocare. Ho fatto quattro giorni di provino a Madrid e sono stato molto bene. Se potrò andare, sono sicuro che avrò successo".
Un mese dopo, tuttavia, il fenomeno del calcio iraniano dice no al trasferimento in Spagna, adducendo "motivi familiari" e spiegando di avere la necessità di "stare più vicino a casa", e così a sorpresa si trasferisce a Dubai, negli Emirati Arabi, accettando la proposta dello Shabab Al Ahly.
Nelle quattro stagioni in cui milita con il club emiratino totalizza 85 presenze e 45 goal nel campionato locale, 81 goal in 116 presenze in tutto considerando anche le Coppe nazionali e internazionali, e raggiunge il rendimento più alto della sua carriera calcistica. Il suo palmarès si arricchisce di 2 Coppe degli Emirati Arabi, vinte nel 2001/02 e nel 2003/04. La sua classe fa sì che si realizzi uno dei rari casi in cui un calciatore persiano venga amato dai tifosi arabi.
Bongarts'IL MARADONA D'ASIA', MAGATH E IL BAYERN
Il 2004 è per Karimi l'anno della svolta. Laureatosi capocannoniere della Coppa d'Asia per nazioni, dà spettacolo in Europa in alcune amichevoli giocate con la Nazionale iraniana. Il 28 agosto scende in campo all'Olimpico per la gara di presentazione del tecnico Rudi Völler.
La Roma vince 5-3, ma l'irriverente 'Mago' iraniano rifila tunnel ad Aquilani e D'Agostino e costringe il greco Dellas a ricorrere alle cattive per fermarlo.
Ad ottobre si supera nell'amichevole disputata in terra tedesca contro la Germania. I tedeschi vincono il match ma Ali Karimi è designato all'unanimità come migliore in campo. Fra gli spalti a guardarlo in azione ci sono anche gli occhi attenti di Felix Magath, allora tecnico del Bayern Monaco, che si appunta il suo nome sul taccuino.
A fine 2004 il fantasista iraniano riceve l'ambito Pallone d'Oro asiatico (è votato 'Giocatore dell'anno del continente asiatico') e nella Primavera del 2005 il club bavarese invia i suoi osservatori per monitorare da vicino le prestazioni di colui che viene ormai definito 'Il Maradona d'Asia'.
Nonostante il talento indiscutibile di Karimi, a 26 anni ormai nel pieno della sua maturità calcistica, questi ultimi compilano un report nel quale sconsigliano l'acquisto dell'iraniano al Bayern per "una tenuta atletica precaria". Magath però se n'è innamorato calcisticamente, non ci bada e decide di chiudere l'operazione.
Il 2 maggio Ali Karimi diventa così il secondo acquisto del Bayern Monaco per la stagione 2005/06, dopo il rientro di Lahm dal prestito allo Stoccarda. A chi dubita delle sue doti atletiche, 'Il Maradona d'Asia' replica sui canali ufficiali del club tedesco:
"Sono un professionista e adattarmi il più velocemente possibile in un ambiente nuovo fa parte del mio lavoro".
A fine luglio fa l'esordio ufficiale nella Supercoppa di Germania nella sconfitta in semifinale con lo Stoccarda. Il 5 agosto Karimi debutta in Bundesliga nella vittoria casalinga per 3-0 contro il Borussia M'Gladbach, mentre il 22 novembre esordisce con goal in Champions League nella sfida del girone contro il Rapid Vienna, vinta dai bavaresi 4-0.
L'iraniano regala sprazzi di grande calcio ai tifosi tedeschi anche se fatica a trovare la continuità che il calcio europeo richiederebbe. Il 21 febbraio gioca anche l'andata degli ottavi di Champions League in casa contro il Milan, subentrando nella ripresa a Salihamidzic.
GettyPoi però, il 4 marzo 2006, all'Allianz Arena, contro l'Amburgo, dopo essere entrato in campo nella ripresa, in un tackle contro un avversario la caviglia gli resta sotto, sul campo reso molto pesante dalla neve.
L'infortunio segna la fine anticipata della prima stagione in terra tedesca, nella quale realizza 3 goal (2 in campionato con Bayer Leverkusen e Borussia Dortmund) in 26 presenze complessive e vince Bundesliga e Coppa di Germania.
Il recupero dall'infortunio alla caviglia è però lento e problematico. Nel 2006/07, dopo un Mondiale in tono minore, torna in campo il 5 agosto nel k.o. nella finale di Supercoppa tedesca con il Werder Brema, che si impone 2-0. Utilizzato con il contagocce da Magath, in un calcio che diventa sempre più fisico, mette insieme appena 16 presenze totali (13 in campionato, 2 in Champions e una in Supercoppa di cui si è detto) segnando un goal in quella che resterà l'ultima partita con la maglia bavarese sulle spalle.
Il 19 maggio 2007 Karimi partecipa all'ampio successo per 5-2 sul Mainz mettendoci la sua firma. Il Bayern gli propone un rinnovo annuale, ma lui, che ha un carattere orgoglioso, dice no e preferisce volare in Qatar con il Qatar SC, chiudendo l'avventura in Baviera con un bilancio di 42 presenze e 4 goal e lasciando a tutti la chiara impressione che 'Il Maradona d'Asia' avrebbe potuto fare di più.
FRA QATAR E RITORNO IN IRAN
In Qatar Karimi resta una sola stagione, mettendo insieme 6 goal in 30 presenze, per poi far ritorno in Iran e riabbracciare in prestito la maglia del Persepolis, la squadra che lo ha lanciato ad alti livelli, dove è chiamato dall'allenatore e suo amico Dariush Mostafavi.
Se fuori dal campo 'Il Maradona d'Asia' inizia ad indossare i panni del capopopolo, lanciando periodicamente strali alla Federazione e al governo iraniano e rischiando a più riprese una pesante squalifica, sul terreno di gioco le sue giocate di tecnica purissima non sono più sufficienti a far vincere una squadra che non è più quella di fine millennio in cui Karimi aveva precedentemente militato. Nel 2008/09 fa 7 goal in 28 presenze, ma il Persepolis non va oltre il 5° posto finale nel massimo campionato iraniano.
Il Persepolis non lo ingaggia per la stagione successiva e il fantasista firma allora nel 2009/10 con lo Steel Azin, piccolo club neopromosso di Teheran, disposto a pagargli uno stipendio da circa 400 mila dollari annuali.
Nonostante ormai il giocatore gestisca sempre peggio le bizze del suo carattere e rimedi ben 3 rossi, la prima stagione con la nuova squadra è molto positiva: segna 15 goal in 31 presenze, dando un contributo essenziale per portare lo Steel Azin al 5° posto finale in classifica.
Fra le espulsioni c'è anche quella nel derby con il Persepolis, la sua ex squadra con cui si è lasciato fra le polemiche. L'arbitro fischia a Karimi un fallo di mano davanti alla propria area di rigore. 'Il Maradona d'Asia' non è d'accordo e affronta il direttore di gara fisicamente.
Quest'ultimo non esita ad estrarre il rosso, ma a sorpresa, mentre i suoi vecchi tifosi lo acclamano, si avvicina sotto la tribuna, e prima di lasciare il campo mostra sotto la tenuta di gioco una maglia del Persepolis.
L'episodio compromette il rapporto con lo Steel Azin. Nell'agosto 2010, Karimi, ripreso più volte a bere davanti alle telecamere, è sospeso dal club per mancato rispetto del Ramadan. È in realtà un pretesto per punire il giocatore, che si è scagliato pubblicamente contro il Comitato etico dell'Iran Pro League.
Conclusa la sospensione, sotto pressioni politiche, il suo allenatore lo impiega fuori ruolo da centrale difensivo nel derby contro l'Esteghlal. Dopo la partita il giocatore critica duramente l'allenatore e il suo club, venendo nuovamente sospeso dallo stesso, ufficialmente ancora per 'mancato rispetto del Ramadan'.
TOCCATA E FUGA ALLO SCHALKE E GLI ULTIMI ANNI
Lasciato lo Steel Azin dopo appena 12 presenze senza reti nella seconda stagione, e un'amichevole a Dubai con il suo vecchio club contro il Milan, in cui dà al solito spettacolo, Karimi sceglie di far ritorno in Europa: Magath, passato alla guida dello Schalke 04, lo vuole di nuovo con lui e 'Il Maradona d'Asia' firma un accordo di 5 mesi con i Minatori.
La sua sarà un'autentica toccata e fuga: 2 sole presenze, la prima al Meazza entrando a fine partita nell'andata dei quarti di finale di Champions League contro l'Inter, partita vinta 5-2 dai tedeschi, la seconda in campionato con il Kaiserslautern (sconfitta per 0-1). Senza mai giocare nel torneo, vince comunque una seconda Coppa di Germania. Inoltre può ammirare da vicino Raúl, uno dei suoi idoli calcistici.
"È stato un grande modello per me - dichiarerà -. Sicuramente se l’avessi incontrato prima, la mia vita sarebbe stata molto diversa".
getty ImagesNel giugno 2011 rieccolo nuovamente in Iran, dove per la terza volta torna in forza al Persepolis, che gli consegna la fascia da capitano. La super stagione del 'Maradona d'Asia', autore di 15 goal in 37 partite, gli vale nel 2012 il 2° posto nel Pallone d'Oro asiatico vinto dal sudcoreano Lee Keun-ho.
Ma il Persepolis è in declino e si piazza soltanto 12°. Inoltre, le critiche costanti all'ingerenza della politica nella gestione del calcio iraniano gli causano problemi sempre maggiori.
"Non me ne frega un c***o di questo calcio, mi fa schifo, posso lasciare quando voglio ed è quello che farò", minaccia pubblicamente in diretta tv rivolgendosi al presidente della Federazione iraniana Azizollah Mohammadi.
Rischia il carcere per le sue parole offensive, se la caverà soltanto con una multa salata. Rinnova per un altro anno con il Persepolis, ma il suo 2012/13 sarà molto deludente, con 12 presenze e un goal. Dopo la finale di Coppa d'Iran persa con il Sepahan, si presenta in lacrime davanti alle telecamere e annuncia il suo ritiro dal calcio giocato.
Un mese dopo però ci ripensa e firma con il Tractor Sazi di Tabriz, club in ascesa che lo vuole come uomo immagine. Schierato da regista puro davanti alla difesa, con i folti capelli che ormai hanno lasciato spazio ad un'evidente stempiatura, Karimi disputa una grande stagione 2013/14: con 34 presenze, 5 goal e 15 assist trascina il Tractor al 6° posto finale, premessa per concorrere al titolo l'anno seguente.
Lui però, 'Il Maradona d'Asia', non ci sarà: a 35 anni nel giugno 2014 dice definitivamente basta con il calcio giocato, dopo 407 presenze con i club di massima divisione e 150 reti, e intraprende la carriera da allenatore.
L'AVVENTURA CON L'IRAN E I MONDIALI 2006
L'avventura con l'Iran di Ali Karimi, una delle stelle del calcio iraniano, sarà caratterizzata da alti e bassi. L'avvio è bruciante: prima della squalifica con l'Under 21, debutta nei Giochi asiatici del 1998 e segna il primo goal nella finale vinta 2-0 contro il Kuwait.
Nel 2004 le sue 5 reti gli valgono il titolo di capocannoniere nella Coppa d'Asia, mentre i Mondiali 2006, che vedono l'Iran tornare a disputarli dopo 8 anni, non saranno come se li aspettava, soprattutto a causa del dualismo con Ali Daei.
Regolarmente convocato, nonostante il problema alla caviglia avuto con il Bayern, parte titolare nel primo impegno del girone contro il Messico. Nonostante non sia al meglio, si rende pericoloso, ma il Ct. Ivankovic lo sostituisce. La gara si conclude 1-1.
Lui non la prende bene e uscendo dal campo calcia un borsone e quasi colpisce un assistente. In uno spogliatoio spaccato fra chi parteggia per 'Il Maradona d'Asia' e chi per Ali Daei, Ivankovic minaccia di escluderlo salvo rilanciarlo titolare contro il Portogallo. I lusitani vincono 2-0 e dominano. Così Karimi non sarà nemmeno in panchina nel terzo impegno contro l'Angola (1-1).
Il 17 giugno 2009, giorno in cui è titolare nella partita di qualificazione ai Mondiali 2010 contro la Corea del Sud, è fra i giocatori che indossano un polsino verde per protestare contro la sanguinosa repressione delle manifestazioni riformiste che erano seguite alla rielezione di Mahmoud Ahmadinejad alla presidenza del Paese. Nonostante gli venga intimato di toglierselo, Karimi e compagni non lo faranno.
Continua a giocare con l'Iran fino al 2012, e quando lascia la Nazionale ha realizzato 38 reti in 127 presenze, che lo rendono il 3° giocatore con più presenze e il 3° miglior marcatore nella storia della squadra.
Getty ImagesKARIMI ALLENATORE E LE PROTESTE CONTRO IL REGIME
Nel 2014 Karimi inizia il suo percorso da allenatore facendo il vice di Carlos Queiroz sulla panchina dell'Iran. Ma nel mese di dicembre, poco prima dell'inizio della Coppa d'Asia, lascia l'allenamento della Nazionale e rassegna le dimissioni. Tipico dei suoi colpi di testa e di un carattere sempre problematico.
Nel giugno 2017 si accorda con il Naft Teheran, ma la storia si ripete e Karimi lascia la panchina del club prima dell'inizio del torneo. Va meglio nella sua terza esperienza, che lo vede prendere in corsa la guida del Sepidrood, che conduce alla salvezza e allena poi anche nel 2018/19.
Di recente è tornato sulla sua avventura al Bayern, e ha ammesso di aver preso una decisione affrettata quando ha deciso di non rinnovare il contratto.
"Ho sbagliato, ho commesso un grave errore in quella circostanza", ha detto.
Sposato nella vita privata con Sahar Davari dal 1999, all'età di 21 anni, ha avuto da lei una figlia femmina, Hima, e due maschi, Hawsh e Hirsa. Gli ultimi anni lo hanno visto incrementare le sue critiche al governo iraniano ultraconservatore, e farsi sostenitore, al contrario, dei diritti delle donne iraniane.
Così nell'autunno 2022, dopo la morte di Mahsa Amini per le conseguenze delle percosse subite per aver indossato male l’hijab, seguendo l'esempio di altri ex giocatori professionisti iraniani, ha pubblicamente dichiarato:
"Nemmeno l'acqua santa può lavare via questa disgrazia".
L'ex stella del calcio iraniano ha accusato quindi la Polizia della morale di essere responsabile della morte della donna.
"Abbiamo imparato - ha detto - che queste sono bugie: i turchi in Azerbaigian non sono razzisti, i Rashtis non mancano di onore, i curdi non sono un problema di sicurezza… Bugie diffuse per dividerci".
Attraverso i social network, poi, nei quali ha 13 milioni di seguaci, dopo essersi stabilito di recente a Dubai, ha fornito consigli ai connazionali su come aggirare la censura di Internet nel Paese.
In tutta risposta ora non sono più i difensori a dargli la caccia, ma le ben più pericolose Guardie della rivoluzione, i posdaram, che lo hanno formalmente accusato in contumacia di "incoraggiare le rivolte di piazza" e hanno sequestrato la sua villa a Lavasan.
Lui, in tutta risposta, ha lanciato loro il guanto di sfida:
"Non abbiate paura delle donne forti - ha scritto sui suoi profili -. Potrebbe arrivare un giorno in cui saranno il vostro unico esercito".
'Il Maradona d'Asia' sta affrontando una partita improba anche per lui. Ma Karimi, come faceva in campo, non intende arrendersi:
"Sono un cittadino iraniano e non inseguo nessun incarico per il mio attivismo - ha sottolineato sui social -, vorrei solo la pace e la prosperità per il mio popolo".
