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Alberto Masi Juve 5Getty

Alberto Masi e la Juventus: sogno di mezza estate

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Il calcio d'estate può fuorviare i giudizi? Sì. E Alberto Masi ne è un esempio lampante. Difensore di (fu) belle speranze, paragonato persino a un mostro sacro come Sandro Nesta, superlativo in un Trofeo Tim. 

Ma da quel luglio 2012 tutto, ma proprio tutto, è cambiato. A partire, inevitabilmente, dalla componente anagrafica. Il difensore genovese, ora, ha 30 anni e difende i colori della Pro Vercelli. Ma per poche settimane ha sfoggiato la maglia della Juventus targata Antonio Conte, illudendo e illudendosi.

E pensare che, analizzando attentamente il fronte, i dirigenti bianconeri avevano valutato l'opportunità di tenere il centrale ligure alla corte del tecnico salentino, salvo poi decidere alle battute conclusive del mercato di cedere Masi in prestito con diritto di riscatto e contro opzione alla Pro Vercelli.

D'altro canto la concorrenza dell'epoca non ha bisogno di grosse spiegazioni: Barzagli, Bonucci, Chiellini, Caceres, Marrone e Lucio (andato via a stagione in corso).

Dall'effimera gloria alla realtà. Insomma, così è la vita. E, dal canto suo, il ragazzo ha compreso perfettamente come non tutto sia rose e fiori, passando da una gavetta tosta e amara. Tosta come le categorie, amara per ciò che sarebbe dovuto diventare e che invece non è.

Terni, Bari, La Spezia, Pisa e il ritorno alla Pro Vercelli. Perché il Piemonte per Masi ha rappresentato sempre una certezza. Sognando, sempre e costantemente, la Juventus; che nel gennaio del 2015 ha deciso di perdere il controllo del genovese, cedendo la metà del cartellino rimanente - per 1,5 milioni - alla Ternana, in cambio del portiere Alberto Brignoli.

La Juve, tuttavia, non hai mai smesso di monitorare i progressi di Masi, strappando un diritto d'acquisto fissato a 4 milioni: mai esercitato. Le vie del mercato sono infinite, ma per il momento portano a Vercelli, piazza in cui Alberto ha sempre ben figurato. Il tutto, non ponendosi limiti.

L'età, infatti, obbliga a pensare da grande e in grande. Ma mantenendo un sano realismo. Insomma, il viaggio è ancora lungo e i bei paesaggi non sono mancati e, magari, torneranno. 

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