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Alain Boghossian, centrocampista fragile dal goal facile che perse un Europeo per un infortunio

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Centrocampista tecnico con il goal nel sangue, maestro nell'arte dell'inserimento e nello sfruttare a suo vantaggio i calci da fermo, Alain Boghossian è stato un giocatore che negli anni Novanta del secolo scorso e a inizio anni Duemila ha lasciato il segno.

Difficilmente chi lo ha visto in azione si è dimenticato di lui: alto e longilineo (un metro e 84 centimetri per 82 chilogrammi di peso forma), giocava il pallone con classe ed eleganza, e grazie ad un temperamento da vincente, sapeva spesso essere decisivo firmando goal pesanti, senza disdegnare la fase difensiva, nella quale sapeva farsi apprezzare per la generosità e i tanti palloni recuperati.

Il suo limite? Una certa fragilità fisica, che lo porterà spesso ad infortunarsi e, a conti fatti, gli impedirà di avere una carriera ancora più importante. Dopo gli esordi con l'Olympique Marsiglia, in Francia, approda in Italia, consacrandosi con le maglie di Napoli e Sampdoria e poi vincendo con quella del Parma: 2 Coppe Italia, una Coppa UEFA e una Supercoppa Italiana.

In Nazionale è campione del Mondo con la Francia nel 1998, mentre perde la possibilità di laurearsi anche campione d'Europa nel 2000 a causa di un grave infortunio al ginocchio alla vigilia della manifestazione. Dopo il ritiro, determinato dai continui problemi fisici, diventa allenatore e ricopre il ruolo di vice-Ct dei Bleus dal 2008 al 2012.

PRODOTTO DEL VIVAIO DEL MARSIGLIA

Alain Boghossian nasce a Digne-les-Baines, nelle Alpi dell'Alta Provenza, il 27 ottobre del 1970. Di origini armene, cresce nel Sud della Francia e tira i primi calci al pallone nella cittadina natia. Il Marsiglia lo porta nel suo Settore giovanile, dove Alain si forma e perfeziona le sue qualità.

L'ascesa sarà lenta ma progressiva e costante. Sul finire degli anni Ottanta inizia a giocare con la squadra Riserve, che milita in Terza divisione francese. Subito rivela quelle che saranno le caratteristiche che lo vedranno protagonista ad alti livelli: temperamento da vincente, efficacia in fase difensiva e una spiccata prolificità sotto porta.

In 4 stagioni colleziona 12 goal in campionato in 78 presenze, per poi essere girato in prestito all'Istres, squadra che milita nella Seconda Divisione francese, per fare esperienza. Boghossian non sente il salto di categoria e si conferma un giovane di grandi prospettive: gli 8 goal in 33 presenze gli valgono il ritorno al Marsiglia, stavolta in Prima squadra.

Con quest'ultima disputa una sola stagione, il 1993/94, con 31 presenze e 3 reti totali. Per l'OM non è però un bel periodo: la squadra, dopo la Champions League vinta nel 1993, è stata travolta dal caso Valenciennes-OM, e nonostante chiuda la stagione al 2° posto, è retrocesso d'ufficio in Seconda Divisione.

Nell'estate 1994 Boghossian, come molti suoi compagni di squadra, finisce sul calciomercato e viene acquistato dal Napoli.

L'ELDORADO IN ITALIA: IL BOOM CON NAPOLI E SAMPDORIA

A interessarsi a Boghossian è Marcello Lippi, che lo segue nella stagione 1993/94 e lo consiglia ai partenopei nonostante il suo pasasggio alla Juventus. Il francese approda così ai campani in estate. La prima stagione all'ombra del Vesuvio è però tormentata per il giocatore francese, non foss'altro per gli infortuni che lo terranno lontano dal campo per gran parte della stagione.

Già nel precampionato, il 29 agosto, il centrocampista si fa male nella corrida di Cadice contro il Siviglia, e deve saltare le prime due giornate di campionato. Sicuramente non l'inizio che Alain si aspettava. Il debutto in Serie A arriva così per lui il 25 settembre 1994 al Ferraris contro il Genoa.La prima rete nel massimo campionato italiano, invece, il francese la segna il 6 novembre 1994 all'Olimpico contro la Roma: un gran tiro al volo, in perfetta coordinazione, che non lascia scampo a Cervone e fa esplodere l'esultanza del giocatore e dei suoi tifosi sugli spalti.

Tutto sembra procedere al meglio per Alain, che colleziona 9 partite consecutive da titolare, ma ancora un infortunio, stavolta piuttosto grave, priva la squadra di Vujadin Boskov, subentrato a Vincenzo Guerini dalla 7ª giornata, di uno dei suoi interpreti di maggior qualità: al 20' infatti, in seguito ad un duro contrasto, il francese si rompe il legamento crociato del ginocchio, lascia il campo in barella e così deve saltare quasi tutta la sua prima stagione italiana, mentre al suo posto entra Rincon.

Tornerà a disposizione, restando in panchina, soltanto per l'ultima gara della stagione contro il Parma il 4 giugno 1995. La prima stagione in azzurro si conclude così con appena 16 presenze complessive e un goal (9 presenze e un goal in Serie A). Il Napoli, con Boskov alla guida, chiude al 7° posto, precedendo all'ultimo in classifica il Cagliari di Tabarez, ma manca l'accesso all'Europa. Alain, invece, si rifarà con gli interessi nelle successive due stagioni.

Nel 1995/96 il Napoli, ancora con Boskov alla guida, si piazza 12°, mentre Boghossian totalizza 24 presenze e 2 reti: parte come titolare nel centrocampo organizzato dal tecnico serbo e va in goal contro l'Atalanta e il Torino, in quest'ultimo caso con un bel colpo di testa che porta a un successo di misura per 1-0 ed evita alla squadra di essere risucchiata nella lotta per non retrocedere. Salta comunque 9 gare per altri problemi fisici.

La sua stagione migliore in Campania è così la terza, il 1996/97, che coincide con l'approdo in panchina di Gigi Simoni. I tifosi partenopei lo prendono in grande simpatia e lo ribattezzano 'Alien'. In campionato la squadra parte forte, posizionandosi anche al 2° posto, ma progressivamente scivola a metà graduatoria, ed è protagonista in Coppa Italia, competizione in cui i campani eliminano Monza, Pescara, Lazio e Inter.

Con i nerazzurri di Hodgson le due semifinali terminano entrambe 1-1, e nel ritorno del San Paolo tutto si decide ai rigori. Massimo Paganin fallisce il penalty decisivo per i nerazzurri, mentre Boghossian è freddo e lucido a trasformare il 5° e decisivo rigore per i campani, che vale il successo per 6-4 e il raggiungimento della finale.

"Non sapete con che piacere segnai quel rigore. - dirà anni dopo parlando con i giornalisti napoletani - Dopo i Mondiali con la Francia, credo sia il ricordo più bello di tutta la mia carriera".

La società però è in forte crisi finanziaria, e a maggio il presidente Corrado Ferlaino decide di esonerare il tecnico per il calo di rendimento avuto dalla squadra, imputato al contratto firmato con l'Inter per la stagione successiva dal tecnico di Crevalcore, e di affidarne la guida al tecnico della Primavera Vincenzo Montefusco.

La mossa si rivela un autentico autogoal: il Napoli, infatti, rimedia 3 sconfitte, 2 vittorie e un pareggio nelle ultime 6 gare, aggravando la crisi e chiudendo al 13° posto in campionato, mentre in Coppa Italia, vinta 1-0 la finale di andata al San Paolo contro il Vicenza con goal di Pecchia, è travolto 3-0 nel match di ritorno al Menti dopo i tempi supplementari ed esce sconfitto.

"Quando arrivai a Napoli, - racconterà a 'La Provence' - era la città e la squadra orfana di Maradona, che se ne era andato da 3 anni. Ma Diego era in ogni momento negli occhi e nella bocca di tutti. E a noi era il portiere Di Fusco o il massaggiatore Carmando che ci raccontavano gli aneddoti del Pibe. A Napoli il calciatore è adorato! Vero che l’anno prima i tifosi arrabbiati per il rendimento di alcuni giocatori erano andati al campo di allenamento con le mazze da baseball... Ma se facevi il tuo dovere nessun problema, eri il Messia".

"Entravi nel locali o nei negozi e uscivi senza pagare. Magari ti poteva capitare di essere a cena con la tua fidanzata e al tavolo si potevano sedere un paio di ragazzini per discutere della partita...Eppoi le bellezze di quella terra...".

"Quando sono arrivato nel '94 - aggiungerà nel 2021 a 'Il Corriere dello Sport' - l'allenatore era Vincenzo Guerini, poi ho avuto Boskov e Gigi Simoni. Avevo preso casa a Posillipo, ho ancora vividi ricordi di quegli anni passati in azzurro. Indimenticabili.".

Nell'estate successiva Alain, come gli altri pezzi pregiati della rosa, Pecchia e André Cruz, viene messo sul calciomercato. Mentre il centrocampista francese firma con la Sampdoria di Menotti, che sarà poi rimpiazzato da Boskov, il quale lo aveva già avuto in azzurro, il Napoli si avviava a conoscere uno dei periodi più difficili della sua storia calcistica.

Dopo aver totalizzato 69 presenze e 4 goal con il Napoli, a Genova Boghossian vive invece in assoluto la sua miglior stagione sul piano del rendimento: un solo anno è sufficiente a far brillare gli occhi dei tifosi blucerchiati. Alain firma 6 goal in 31 gare di campionato, andando a segno contro Vicenza, Brescia, Udinese, Napoli (travolto 6-3 e destinato alla retrocessione), Atalanta e Parma.

Inoltre va a segno anche in Coppa UEFA nell'1-2 del Primo turno con l'Athletic Bilbao e negli ottavi di finale di Coppa Italia nella sconfitta per 3-2 del Meazza con il Milan. In tutto colleziona 36 presenze e 6 goal, con un rendimento molto elevato che lo fa entrare nel mirino delle grandi.

AC Parma 1999/2000 BoghossianGetty Images

I SUCCESSI CON IL PARMA E GLI INFORTUNI

Nel calciomercato estivo del 1998, Boghossian, che partecipa con la Nazionale transalpina ai Mondiali, è uno dei pezzi pregiati. A contenderselo sono soprattutto Juventus e Inter, che provano però a far abbassare il prezzo della sua valutazione, fissata dal presidente Enrico Mantovani in 14 miliardi di Lire, e sono in costante contatto con l'agente del francese, Antonio Caliendo.

La dirigenza blucerchiata non ne vuol sapere di abbassare le pretese, e accade così che ad aggiudicarsi il suo cartellino sia un terzo incomodo, il Parma di Callisto Tanzi.

"Ho parlato con il mio procuratore, - dichiara Boghossian dal ritiro mondiale dei Bleus - mi ha detto che oltre a Juventus e Inter c'è una terza squadra interessata. il Parma. Dove giocherò dipenderà dalla Samp, so che chiedono molto, in ogni caso il prossimo anno sarò con una grande squadra. Sono fiducioso".

A sbloccare lo stallo della situazione è una telefonata fra Stefano Tanzi, figlio di Callisto, ed Enrico Mantovani. I ducali si dicono disponibili a pagare 14 miliardi cash, senza contropartite tecniche (i genovesi erano interessati a Stefano Fiore, ritenuto però incedibile dal tecnico Malesani).

Boghossian firma così con i gialloblù un contratto quadriennale a 2 miliardi e mezzo a stagione. Gli anni di Parma (1998-2002) regalano al francese gli unici successi della carriera a livello di club. In gialloblù, infatti, il centrocampista di Digne-les-Baines vive gli ultimi anni del ciclo d'oro della formazione emiliana, che nel 1998/99 è protagonista su più fronti. Fra i compagni che trova nella sua nuova squadra ci sono Buffon, Cannavaro, Thuram, Sensini, Fuser, Dino Baggio, Veron, Asprilla e Crespo.

I ducali di Alberto Malesani vincono la Coppa Italia, con un doppio pareggio in finale con la Fiorentina, favorevole ai gialloblù per la regola dei goal in trasferta, e fanno il bis in Coppa UEFA,travolgendo 3-0 in finale a Mosca l'Olympique Marsiglia, ex squadra di Boghossian, il 12 maggio 1999. 

"Prima di entrare in campo - ha raccontato di recente Alain a 'Leovegas.news' - sentivo i giocatori del Marsiglia dire: ‘Abbiamo già perso’. Quando siamo arrivati nel sottopassaggio dello Stadio, loro ci guardavano con gli occhi sbarrati. Fisicamente noi eravamo dei giganti, una squadra devastante. In quel momento mi sono girato verso Thuram e gli ho detto: ‘Non possiamo perdere, se no facciamo una figura di merda' ".

A completare una stagione più che positiva è il piazzamento al 4° posto in campionato, che vale la qualificazione alla Champions League. Per Boghossian, sul piano personale, arrivano 38 presenze e 5 goal, distribuiti fra tutte le competizioni cui la squadra di Malesani partecipa: 3 in campionato, una in Coppa Italia (contro il Genoa) e una in Coppa UEFA (contro il Fenerbahçe). 

Alain Boghossian ParmaGetty Images

Il secondo anno, il 1999/00, vede la squadra emiliana aggiudicarsi anche la Supercoppa Italiana. La sfida, che si disputa al Meazza il 21 agosto, vede il Milan di Zaccheroni contendere il trofeo alla squadra di Malesani. Ma saranno ancora una volta i gialloblù a imporsi con una vittoria per 2-1 in zona Cesarini: il goal decisivo lo sigla proprio Boghossian, bravo ad anticipare di testa Sebastiano Rossi e a mettere la palla in fondo alla rete.

Nel 2001/02, il suo ultimo anno a Parma, il francese vince anche una seconda Coppa Italia. Nella doppia finale, stavolta, la squadra emiliana, affidata a Pietro Carmignani, ha la meglio sulla Juventus, che dopo aver vinto 2-1 il match di andata in casa, perde 1-0 al Tardini (goal del brasiliano Junior) e cede il trofeo ai gialloblù.

Nei suoi 4 anni in Emilia Boghossian totalizza in tutto 11 goal in 102 presenze in tutte le competizioni, diventando una delle leggende della formazione emiliana. Non mancano gli aneddoti curiosi, come la volta che per Ferragosto il francese arrivò all'allenamento in elicottero.

"In quegli anni le multe si pagavano al minuto e io non potevo permettermi di arrivare in ritardo. Allora pensai bene di prendere l’elicottero per recarmi all’allenamento. - rivelerà - Alzai il telefono e chiamai Enrico Cavalca (il responsabile della comunicazione, ndr) dicendogli che sarei arrivato dal cielo. Lui mi rispose ‘Ma smettila...’. Poco dopo si dovette arrendere quando atterrai al centro del campo".

Quando segnava, il centrocampista amava esultare simulando il gesto della mitraglietta, come Gabriel Omar Batistuta.

"Quando segnavo andavo verso la curva e facevo la mitraglietta. - ricorderà - Tutti si esaltavano vedendo quel gesto. Batistuta? Me l'ha copiata, e visto che lui faceva più goal di me, oggi tutti si ricordano di lui".

La nota negativa sono invece gli infortuni, che non gli danno tregua: uno nel 2000 gli fa perdere la possibilità di laurearsi campione d'Europa con la Francia, mentre un altro, nel 2002, lo porterà a lasciare la Serie A e, in seguito, a chiudere prematuramente la carriera.

"A Parma - affermerà nel 2013 ai microfoni di 'Parma Channel' - ho vissuto momenti fantastici della mia carriera. Il più bello è stato vincere la Coppa UEFA contro la mia ex squadra". 

BoghossianGetty Images

FRANCIA '98 E L'EUROPEO PERSO PER INFORTUNIO

Nel 1997 Boghossian conquista la Nazionale francese, dopo aver rispedito al mittente la proposta di giocare per l'Armenia. Passato alla Sampdoria, l'11 ottobre fa il suo esordio in amichevole con il Sudafrica, venendo inserito dal Ct. Aimé Jacquet nel corso del primo tempo al posto di Petit.

L'impatto è positivo e così il Commissario tecnico lo conferma fra i 22 giocatori che affronteranno i Mondiali casalinghi del '98. Boghossian, pur non essendo un titolare, è un punto fermo della squadra che si laurea campione del Mondo a Saint-Denis il 12 luglio 1998, battendo 3-0 in finale il Brasile.

Alla fine il giocatore blucerchiato disputerà 5 partite, fra cui 4, compresa la finale, da subentrato, e una sola da titolare (il 4-0 del girone contro l'Arabia Saudita). 

"Della finale - dirà a 'Leovegas.news' - mi ricordo molto bene la notte prima di scendere in campo. Il sonno era scomparso, era impossibile dormire. Tutta l’avventura la vivi con grande tensione, e in più giocavamo in casa e non potevamo sbagliare. Quando vai in finale devi vincerla, se no nessuno si ricorderà di te".

L'avventura di Boghossian con i Bleus prosegue ininterrotta fino agli Europei del 2000, quando la sfortuna si accanisce con il giocatore francese. Alla vigilia della manifestazione in Belgio e Olanda, infatti, Alain, che aveva già saltato praticamente la seconda parte della stagione 1999/00 per un infortunio al ginocchio, rimedia la rottura del legamento anteriore del ginocchio destro e deve dare forfait, perdendo la possibilità di laurearsi campione d'Europa dopo il titolo Mondiale. Il suo posto è preso da Micoud.

Durante la sua permanenza al Parma indossa nuovamente la divisa della Nazionale francese, chiudendo l'avventura con i Bleus nell'amichevole del 18 maggio 2002 contro il Belgio con 26 presenze e 2 goal.Un nuovo infortunio, questa volta alla caviglia, gli impedisce di scendere in campo nei Mondiali 2002 in Corea e Giappone, nonostante sia inserito fra i 22 convocati del Ct. Lemerre, e determina anche la fine della sua permanenza in Italia.

BoghossianYoutube

IL RITIRO, L'ESPERIENZA DA ALLENATORE E IL GOLF

Con un fisico logorato dai tanti infortuni subiti in carriera, Boghossian saluta l'Italia e si trasferisce all'Espanyol nella Liga. Alain ha soltanto 32 anni, ma i continui problemi fisici gli permettono di disputare solo 5 gare in tutta la stagione 2002/03 e al termine dell'anno il centrocampista francese decide così di ritirarsi dal calcio giocato.

Intrapresa la carriera da allenatore, ricopre il ruolo di secondo di Domenech e Blanc nella panchina della Nazionale francese, con cui lavora dal 2008 al 2012. Successivamente si è dedicato al golf, diventato la sua grande passione. Nel 2021 ha partecipato come caddie del connazionale Alexander Levy all'Open d'Italia.

"Adesso lavoro in tv e gioco a golf, - ha raccontato a 'ParmaToday.it' - ho incontrato molti italiani sui campi. Mauro, Panucci e tanti altri calciatori. Siamo stati invitati da Guardiola a Maiorca, c’era anche Platini, c’erano De Boer e Gullit. Il golf è la nostra passione, ma viene dopo il calcio". 

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