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5 cose che ha detto Torino-Juventus: Sirigu super, prove di vero De Ligt

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1 - FATTORE SIRIGU

Senza giri di parole: il miglior portiere italiano, al momento. E se il futuro è di Gigio Donnarumma e di Alex Meret, rispettivamente protagonisti con Milan e Napoli, il 32enne di Nuoro si gode l’attualità. Tanto per non perdere le buone abitudini, il portiere granata contro la Signora s’è superato in lungo e in largo, parando tutto il parabile. Un mostro di bravura, specialmente nella prima frazione di gara con tanto di intervento miracoloso su De Ligt.

La sensazione è che il commissario tecnico azzurro, Roberto Mancini, voglia continuare a sviluppare una base progettuale all’insegna della linea verde. Detto ciò, l’estremo difensore del Torino vive una condizione stratosferica. E, senza le sue prodezze, il ruolino di marcia per gli uomini di Walter Mazzarri sarebbe ancor più desolante.

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2 - PROVE DI VERO DE LIGT

Al di là del tocco di mano, che inizia a diventare per il centrale olandese una vera e propria ossessione, l’ex capitano dell’Ajax al battesimo targato derby della Mole ha dimostrato – non che ce ne fosse bisogno – di avere la stoffa necessaria per imporsi alla corte della Vecchia Signora. Buone letture, personalità e, soprattutto, un goal da tre punti: il primo in bianconero. Il quinto calciatore più giovane della storia della Signora a segnare nella stracittadina torinese. Gli ampi margini di miglioramento, considerando le 20 primavere, certamente non mancano. Ma questa partita, nel breve e lungo periodo, potrebbe significare molto se non tutto.

Menzione speciale per Leonardo Bonucci che, mai come in questa stagione, sembra aver ottenuto lo status di leader. Non è un caso, giustappunto, che tra i due centrali l’affiatamento stia diventando dei più chirurgici. Intanto, una gioia personale a decidere la stracittadina. Non male. Affatto.

3 - BERNARDESCHI ANCORA IMPALPABILE

Non ci siamo. E le occasioni sprecate iniziano a diventare tante. Nel 4-3-1-2, sistema di gioco che negli ultimi mesi ha consentito alla Juventus di trovare una buona solidità, il tuttofare carrarino viene visto da Sarri principalmente come trequartista atipico. Nonostante, per stessa ammissione del mister zebrato, il 33 bianconero abbia le caratteristiche necessarie per specializzarsi da mezz’ala, proprio come indicato in passato da Max Allegri. La volontà, indubbiamente, si vede. Il tutto, però, senza incidere. Poche giocate degne di nota, poca personalità. Insomma, vorrei ma non posso.

Attenzione alla concorrenza, in quanto dalle retrovie scalpita Aaron Ramsey che, subentrato nella ripresa, ha fatto capire di essere destinato a recitare una parte centrale. In definitiva, non una buona notizia per Bernardeschi.

4 - IL CUORE GRANATA NON BASTA

Nulla da dire sull’impegno. I granata, giunti al derby della Mole con tanti dubbi, hanno dato tutto. Ma proprio tutto. Eppure, il risultato – tanto per cambiare – non è arrivato. Ma c’è di più. C’è, ad esempio, che era dalla stagione 2008-2009 che i granata non raccoglievano così pochi punti (11) nelle prime 11 partite di serie A. Un dato, questo, preoccupante. Certezze perse qua e là, con grosse difficoltà in fase realizzativa.

Il cuore, alle volte, non basta. Lo sa bene Andrea Belotti che, pur sacrificandosi in lungo e in largo per i compagni, non è riuscito a gestire una sola giocata commestibile. Chiaro segnale di come nella stracittadina il Toro sia andato più di impeto anziché di idee, che restano poche e assai confuse.

5 - HIGUAIN SPACCA PARTITE

Era già successo in occasione del match con la Lokomotiv Mosca che, in concomitanza con l’ingresso del Pipita, la Juventus riuscisse a cambiare marcia. Una specializzazione, questa, entrata di diritto nel repertorio del 31enne attaccante argentino. Con un destro al volo sopraffino, per poco, il puntero sudamericano non fa scendere il settore ospiti. Altro giro, altro miracolo di Sirigu. Poi, un assist nitido per il lampo di De Ligt. Non ne forniva uno subentrando a gara in corso nell’élite nostrana da Benevento-Juventus dell’aprile 2018.

Sorriso stampato sul volto e tanta voglia di mettere definitivamente alle spalle i brutti ricordi. Musica per le orecchie di Sarri, da sempre un grande sostenitore di Higuain.

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