Pubblicità
Pubblicità
Massimiliano AllegriGetty Images

26 maggio 2019: l'ultima di Allegri sulla panchina della Juventus

Pubblicità

Marco Giampaolo da una parte, Massimiliano Allegri dall'altra. Sampdoria contro Juventus, con entrambi i tecnici a chiudere le rispettive esperienze professionali. Quadriennale in blucerchiato per il mister di Bellinzona, quinquennale in bianconero per l'allenatore di Livorno. ll risultato, mai come in questa occasione, rappresenta un mero dettaglio: 2-0 per i padroni di casa, con reti di Defrel e Caprari.

Il 25 maggio 2019 non è una data come le altre. O meglio, per il mondo bianconero vanta un peso specifico notevole. Perché un anno fa, oggi, giungeva alla naturale conclusione un sodalizio vincente e, probabilmente, ineguagliabile. Ovvero quello tra Max e la Signora, una storia d'amore nata per caso ma sfociata nella massima soddisfazione reciproca.

I numeri, d'altro canto, parlano da soli: 5 stagioni caratterizzate da altrettanti scudetti, 4 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane. Il tutto, inoltre, proponendo una netta crescita europea, culminata nelle finali - perse - di Berlino 2015 e Cardiff 2017.

Complice l'eliminazione in Champions League contro l'Ajax, però, i vertici zebrati decidevano di votare il partito del cambiamento. Una scelta fisiologica seppur non semplice. Soprattutto per il presidente della Juve, Andrea Agnelli, grande amico dell'ex tecnico bianconero:

"E' dura salutare un allenatore vincente come Allegri. E a dirlo sono chiaramente i numeri. Ho sentito tanta dietrologia legata alla fine di questo rapporto, ma è solo la matura decisione collettiva di chiudere uno dei cicli più importanti della storia di questo club, arrivata dopo diversi confronti. Credo sia stata la decisione più sofferta da quando sono alla Juventus".

Parole, quelle pronunciate dal numero uno della Continassa nella conferenza stampa d'addio, che testimoniamo come il rapporto sia andato oltre la sfera professionale. Insomma, stima e gratitudine nei confronti di colui che, dal nulla, s'è ritrovato a gestire un gruppo abbandonato in pieno pre-campionato da Antonio Conte. 

"Vivo questa situazione serenamente, nei rapporti professionali ci si può dividere, è una cosa fisiologica. Non è vero che avevo chiesto anni di contratto e giocatori, a questo non ci eravamo neanche arrivati. Una sera sono stato a cena a casa del presidente, mi avevate seguito ma non mi avete trovato, poi due giorni fa ci siamo visti con Nedved e Paratici. Alla fine Agnelli, da decisionista qual è, ha deciso che non potevo più rimanere. Il 5 e 5 è una cosa che si mangia a Livorno e per me va bene così".

In maniera pragmatica, dunque, la Signora ha scelto un nuovo cavaliere. Affidando il compito dei compiti a Maurizio Sarri, profilo - a tutto tondo - di rottura con il passato. Una nuova filosofica calcistica per continuare a mantenere elevato il tasso di competitività. Bramando, indubbiamente, il tanto agognato lampo europeo assente da ben 24 anni.

A "Marassi", quindi, la Sampdoria chiudeva lo scorso campionato imponendosi su Madama. Aria di vacanze, ma con la volontà - da parte di Giampaolo - di congedarsi dalla Laterna con un ultimo (bel) ricordo. Accontentato. Tutto nel finale: tiro strozzato ma vincente di Defrel e, soprattutto, una punizione capolavoro di Caprari. Un pomeriggio, due addii. Il calcio va così. 

Pubblicità

ENJOYED THIS STORY?

Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

0