Pubblicità
Pubblicità
Questa pagina contiene link di affiliazione. Quando acquisti tramite i link forniti, potremmo guadagnare una commissione.
Raphael Varane Manchester UnitedGetty Images Sport

Varane e il ritiro dal calcio giocato: “Ho capito a luglio che per me era finita”

Pubblicità

Quella che ha fine luglio ha portato Raphael Varane al Como, è stata senza dubbio una delle operazioni più clamorose della sessione estiva di calciomercato.

Il club lagunare era infatti riuscito a rafforzare la sua squadra neopromossa in Serie A con un dei difensori più forti della sua generazione, un campione capace di vincere tutto ciò che si può anche solo desiderare, comprese quattro Champions League con il Real Madrid ed un Mondiale con la sua Francia.

Purtroppo l’avventura al Como di Varane è in realtà durata pochissimo, visto che il 25 settembre seguente ha annunciato a soli 31 anni il suo ritiro dal calcio giocato.

L’ex difensore, in un’intervista rilasciata a ‘L’Equipe’, ha spiegato cosa lo ha spinto ad appendere gli scarpini al chiodo ed ha anche lanciato un avvertimento al mondo del calcio.

  • “IL CALCIO E’ ANDATO FUORI GIRI”

    “Il calcio è andato fuori giri e la macchina sta per rompersi. Magari non cambieremo il mondo, ma dobbiamo impegnarci nel fare qualcosa. L’ho detto anche quando giocavo e non per me, ma per tutti. Parlo anche di salute mentale dei giocatori”.

  • Pubblicità
  • “UN CALCIO ROBOTICO”

    “Oggi nel calcio si vede sempre meno creatività e più fisicità, ci sono meno calciatori geniali. Dovrebbe essere un gioco di errori e invece oggi se ne fanno pochi, tutto è molto robotico”.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • “MI SAREBBE PIACIUTO RITIRARMI ALLO UNITED”

    “All’inizio della mia ultima stagione al Manchester United mi dicevo che mi sarebbe piaciuto finire lì la mia carriera, per prolungare un po’ la mia avventura. Ciò non è accaduto e l’estate è stata molto movimentata. Cercavo un qualcosa di speciale ed ho trovato il Como”.

  • ENJOYED THIS STORY?

    Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

  • “IL COMO AVEVA UN SENSO”

    “Con lo United ho chiuso con una vittoria in Coppa, ma sapevo già che il progetto del club non faceva per me. Quello del Como si distingueva, non era esotico, non era un discorso economico, ma a livello umano tutto aveva un senso”.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • “HO CAPITO L’11 LUGLIO CHE ERA FINITA”

    “Quando mi sono infortunato l’11 luglio, ho capito che era finita. Lo sapevo, non era una cosa grave ma il fatto che fosse un problema al ginocchio sinistro per me era un segnale. Il mio ginocchio sinistro ha compensato quello destro dal 2013, è stato grazie ad esso che ho trovato l’equilibrio nello squilibrio. Quindi, se il ginocchio sinistro mi dice che è stufo, io devo ascoltarlo. Questo infortunio mi ha fatto tornare in una spirale e l’equilibrio tra sacrifici e piacere era venuto meno”.

0