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Thiago Motta PSV Juventus Champions LeagueGetty

Un altro obiettivo sfumato: la Juventus saluta la Champions League, anche Thiago Motta sul ‘banco degli imputati”

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Sedici pareggi in trentasette partite giocate nel corso della stagione. Tantissimi per una squadra come la Juventus che dovrebbe puntare ad arrivare il più in alto possibile in ogni competizione eppure, proprio nel momento in cui il pareggio serviva di più, non è arrivato.

La compagine bianconera saluta la Champions League e lo fa nel modo più doloroso in assoluto. Non le è bastato vincere il ‘primo round’ contro il PSV (avversario battuto anche a settembre e certamente alla portata) per superare l’ostacolo playoff e continuare il cammino nella massima competizione europea.

La Vecchia Signora è passata nel giro di poche partite dalla possibilità di accedere direttamente agli ottavi di finale del torneo, a fare i conti con un’eliminazione che rischia di lasciare dietro di sé più di uno strascico.

Sì perché se è vero che la stagione è ancora ben lontana dall’essere finita, è altrettanto vero che un altro obiettivo è sfumato.

A finire sul banco degli imputati, e non è la prima volta che accade in stagione, anche Thiago Motta. Non potrebbe essere altrimenti se si è alla guida di una squadra storicamente ‘condannata’ a lottare per imporsi in ogni competizione.

  • NON ACCADEVA DAL 1978

    Quella della Juventus dalla Champions League è un’eliminazione che fa male due volte. Una perché il PSV non era di certo il più temibile degli avversari da affrontare in questa fase del torneo, e due perché dopo il 2-1 dell’andata sarebbe bastata un po’ di maturità per gestire meglio il vantaggio acquisito al ritorno.

    Da questo punto di vista, l’eliminazione patita dalla compagine bianconera assume contorni quasi ‘storici’. Era infatti dal settembre del 1978 che la Juve non veniva eliminata dalla massima competizione europea, allora si parlava ancora di Coppa dei Campioni, dopo aver vinto la prima partita in casa.

    In quella occasione, furono gli scozzesi dei Rangers a ribaltare la squadra guidata da Trapattoni imponendosi per 2-0 ad Ibrox Park, dopo essere stati sconfitti per 1-0 a Torino (goal di Virdis) nel match di andata.

    Se si considera solo la Champions League, per la prima volta la Juventus è stata eliminata in una doppia sfida della fase ad eliminazione diretta dopo aver vinto il primo confronto: nelle undici precedenti occasioni aveva sempre prolungato il suo cammino europeo.

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  • psv juventusGetty Images

    UN ALTRO OBIETTIVO SFUMATO

    Come ogni stagione, i conti si fanno solo dopo l’ultima partita, ma di fatto la Juventus sta rendendo meno di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi.

    Questione di risultati, ma soprattutto di obiettivi sfumati, visto che per la squadra di Thiago Motta approdare agli ottavi di Champions League doveva essere una sorta di ‘traguardo minimo’.

    Con l’eliminazione dalla massima competizione europea viene dunque meno un altro obiettivo stagionale: nell’arco di brevissimo tempo la Juve ha visto chiudersi in anticipo il suo cammino in Champions, dopo aver visto sfumare la possibilità di mettere in bacheca la Supercoppa Italiana.

    In realtà, gli obiettivi sfumati potrebbero anche essere considerati tre, visto che la Vecchia Signora, pur essendo considerata inizialmente tra le favorite, non è mai realmente parsa in grado di poter lottare per lo Scudetto (il Napoli capolista oggi ha 10 punti di vantaggio dopo 25 turni giocati).

    Restano dunque la Coppa Italia (la Juve affronterà l’Empoli nei quarti di finale) e soprattutto la qualificazione alla prossima Champions League: quello, anche per questioni economiche e di prestigio, è un obiettivo che non si potrà proprio mancare.

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  • Thiago Motta PSV JuventusGetty

    I TANTI CAMBI DI FORMAZIONE

    Con quella di Eindhoven, sono state trentacinque le formazioni diverse schierate da Thiago Motta in trentasette partite. Troppe evidentemente per poter parlare di continuità.

    Anche questa è una critica che viene mossa nei confronti di un tecnico che comunque, nel corso degli ultimi mesi, ha dovuto fare i conti con tanti infortuni e in varie zone del campo.

    Il PSV, nella sfida che ha decretato l’eliminazione della Juventus, è parso superiore su tutti i punti di vista, soprattutto quello tattico.

    Ha giocato più da squadra ed ha progressivamente aumentato i giri del motore, mentre la Juventus andava via via in affanno.

    E’ come se l’entusiasmo figlio della rivoluzione portata avanti nelle ultime due sedute di mercato, fosse stata spazzata via oltre che dall’andamento stagionale, anche dalla forza di una squadra che sapeva esattamente cosa fare per passare il turno, pur essendo molto meno dotata dal punto di vista qualitativo.

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  • ANCHE LE SOSTITUZIONI NON HANNO CONVINTO

    A finire nel mirino di molti è stata anche la gestione della gara: quando la Juventus sembrava in apnea, Thiago Motta è parso tardare quei cambi che potevano dare ossigeno.

    Diversi giocatori sono parsi fuori ruolo ed anche la mossa di inserire Vlahovic solo al 90’ per averlo a disposizione al meglio per i supplementari, è parsa più un qualcosa di ‘disperato’ piuttosto che ‘ragionato’, visto che Kolo Muani fino al quel momento non era riuscito ad incidere.

    Tardivo è parso anche l’inserimento di un Yildiz (che comunque ha offerto una prova anonima schierato a destra), così come non ha convinto la decisione di sostituire Koopmeiners con Savona, con lo spostamento di Cambiaso a centrocampo (dove per 77’ si è sentita l’assenza di quel Thuram che avrebbe probabilmente meritato una maglia da titolare).

    Tutti ‘appunti’ ai quali Thiago Motta ha risposto a fine gara difendendo le sue scelte.

    “Non penso di aver ritardato i cambi - ha spiegato ai microfoni di ‘Sky’ - Prima del loro 1-0 volevo cambiare qualcosa e dare più energia, ma poi abbiamo pareggiato e ci sono momenti nei quali devi calmare il gioco. Il cambio di Renato è stato forzato come quello di Koopmeiners che ieri aveva la febbre. Abbiamo messo Cambiaso a centrocampo perché poteva farlo, ma anche lui non stava bene ed ha chiesto il cambio. Si è trattato di scelte forzate, ma penso di non aver tardato i cambi e di averli fatti nel momento giusto”.

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