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StrasserGetty/GOAL

Strasser, dallo Scudetto con Milan alle serie dilettantistiche: un viaggio inaspettato

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Ha visto la storia scorrere ai suoi piedi. Facendone parte, essenziale per entrare nei miti e nelle leggende. A Freetown, capitale della Sierra Leone, il maestoso Cotton Tree guarda tutti dall'alto in basso. Un albero di cotone dove alcuni ex schiavi afroamericani, di ritorno dalla Guerra d'Indipendenze statunitensi, formarono la città e attuale centro nevralgico del paese.

Un simbolo di rinascita per tutti gli uomini liberi. Un luogo di preghiera, di ringraziamento. Di nuove prospettive. Era il 1792. Il Cotton Lee era lì, perso tra le pieghe del tempo. Nessuno, ancora oggi, sa da quanto esiste. Sicuramente è a Freetown da oltre 200 anni.

Le persone transitate in città lo hanno visto da lontano, da vicino. Hanno chiesto informazioni per arrivarci. L'hanno salutato prima di lasciare la città o il paese, in cerca di fortuna.

Tra i paesi più poveri d'Africa e al mondo, la Sierra Leone nel corso degli ultimi decenni ha conosciuto una rapida espansione, con un'altissima densità di popolazione nella capitale. Per i primi 17 anni di vita, tra le rumorose vie, è cresciuto anche Rodney Strasser. Un ragazzo deciso, resistente come il Cotton Tree. Capace di vedere la storia che si muoveva accanto a se'. Facendone parte, per sempre.

  • KALLON E GATTUSO

    Rodney è uno dei cinque sierraleonesi ad aver militato in Serie A. Kargbo, Conteh, e poi i due Kallon. Yayah gioca attualmente in Italia, mentre Mohamed è stato il precursore.

    Nel calcio della Sierra Leone c'è un prima Momo Kallon e un dopo Momo Kallon. Dal club di sua proprietà, l'FC Kallon che porta il suo nome dopo aver avuto un passato da Sierra Fisheries, sono usciti diversi ragazzi interessanti, come Strasser.

    Gli agganci dell'ex interista Kallon, la rete di osservatori, gli scout milanesi, permette all'altra squadra meneghina di scovare Strasser. Tra i ragazzi della sua età è quello con più fisicità. Un albero impossibile da sradicare, fisicamente dotato. Non un colosso, ma con 181 cm d'altezza da plasmare, per renderlo adatto al grande calcio.

    Il Milan si assicura Strasser nel 2007 per la sua formazione primavera. In Italia i giocatori fisici, mastini di centrocampo, hanno un simbolo ben preciso: Rino Gattuso. Gioca nello stesso ruolo di Rodney, che guarda caso ha sempre avuto un debole per il ragazzo calabrese. Non si intimorisce, in mezzo al campo. Non è teatrale come Gennaro, ma Strasser sa come rimanere in piedi dopo essere stato colpito. E dopo aver colpito.

    Avendo Gattuso nella stessa città, per Strasser sarà più facile venir notato. Perchè il collegamento tra i due è immediato, così come le idee sulle qualità da erede.

    Già ad un anno dal suo arrivo in Italia nel 2007, Strasser ha modo di giocare la prima gara ufficiale con la prima squadra, contro l'Udinese. Gattuso si impegna a consigliarlo, direziona il suo sguardo e il suo amore da fratello maggiore, da mentore, per aiutare Strasser - che nella stessa stagione vincerà il Campionato Berretti - ad emergere.

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  • IL RAPPORTO CON IBRA

    Nel 2010 il Milan viene affidato ad Allegri. Il tecnico livornese arriva in città dopo aver conquistato Cagliari, scoprendo un team che per ampi versi è composto da opposti. La fisicità di alcuni giocatori e la qualità eccelsa di altri. Insieme a Max, però, ha firmato per i rossoneri qualcuno che in maniera unica unisce le due caratteristiche: Zlatan Ibrahimovic.

    Alta statura e qualità al potere. Le dita bastano e avanzano per elencare la lista di giocatori capaci di avere entrambi. Un tempo fu Van Basten, ma nel nuovo millennio nessuno coniuga come Ibrahimovic. Ruota tutto attorno a lui, nonostante i compagni di squadra abbiano già vinto tutto: Champions, Mondiale, Scudetto.

    Ibrahimovic è un catalizzatore. Ogni suo gesto diventa famoso. Ogni persona che gravita attorno a Zlatan emerge. Dopo l'esordio contro l'Udinese, Strasser non è certo in prima pagina un giorno sì e l'altro pure. E' il ragazzo della Primavera che si è unito alla prima squadra e cerca di farne parte.

    Poi, però, Strasser diventa social, per un gesto del compagno Ibrahimovic: durante un allenamento, Zlatan si guarda intorno e decide la sua vittima. Colpisce con un leggero calcio della sua specialità, il taekwondo, Rodney. Complicità, sorrisi, per un chagi divenuto celeberrimo.

    "Mi ha sempre voluto bene. So che da fuori sembra un arrogante o il cattivo della storia, ma non è così. Ho conosciuto un ragazzo con l’ossessione della vittoria. Resta il numero uno" ha raccontato Strasser.

    "Uomo spogliatoio, ti trasmette la grinta. Una bella persona dentro e fuori al campo, mi regalò il suo orologio nell’anno dello scudetto". Spoiler.

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  • Strasser Cagliari MIlanGetty

    IL GOAL AL CAGLIARI

    2011. Dopo anni di dominio Inter, a casa Milan è tornato l'entusiasmo. La squadra di Allegri è in vetta sin dall'undicesima giornata del torneo 2010/2011, una posizione che non mollerà più fino al titolo conquistato.

    Campione d'Inverno a gennaio, il Milan ne avrà l'aritmetica certezza nel giorno dell'Epifania, in una soleggiata, quanto invernale, giornata sarda, in quel di Cagliari. La vecchia terra di Allegri, che sarà terra di conquista per i suoi nuovi ragazzi.

    Una gara chiusa, in cui gli ex giocatori di Allegri fermeranno con destrezza ed ogni arma a disposizione le vecchie tattiche di Max. Almeno fino alla mossa Strasser.

    Come già capitato in Champions League contro l'Auxerre - match in cui Strasser era stato ammonito a pochi secondi dall'esordio - il ragazzo della Sierra Leone subentra per il suo idolo Gattuso. Indicazioni, rabbia per spaccare tutto. E Rodney, sì: spacca tutto.

    Non ha la stazza di Hulk, ma ci sa fare. Interviene, deciso. Decide. Perchè la gran azione sulla trequarti orchestrata da Seedorf e rifinita da Cassano finisce nei piedi di Strasser che, in caduta, deposita alle spalle di Agazzi quello che sarà l'unico goal con la prima squadra del Milan.

    Un goal in un calcio senza VAR, registrato come fuorigioco nelle moviole post gara. Al momento, però, tutto regolare. Rizzoli assegna il goal, il Milan vince la sfida di Cagliari di misura. Tutti su Strasser: specialmente Gattuso, fratellone orgoglioso, rabbia sputata in faccia.

    "Strasser viene dal settore giovanile, è un motivo di soddisfazione per la società" dirà Allegri a fine gara. "Alla fine, per vincere le grandi competizioni ci vuole un grande gruppo e i ragazzi lo hanno dimostrato".

  • INFORTUNI E DISCESA

    “Negli spogliatoi Cassano mi prende sottobraccio e inizia a dirmeln di tutti i colori. Era felice per me, una persona d’oro. Dopo il gol non ho capito più nulla. Quando i milanisti mi incontrano per strada mi ringraziano. ‘Ci hai fatto vincere lo scudetto’, dicono. Undici anni dopo. E io sorrido”.

    Cagliari-Milan è stato il momento più alto della carriera di Strasser. Certo, durante il decennio successivo si è emozionato e ha fatto emozionare, ma mai così tante persone come quell pomeriggio di gennaio.

    Il suo goal valse il titolo di Campione d'Inverno e a maggio, lo Scudetto. Grande festa nel breve periodo, ma consapevolezza di dover prendere una nuova strada, in virtù della giovane età e dell'enorme concorrenza. Serve fare pratica altrove.

    Come Strasser, il Milan non riuscirà più a vincere il titolo nel decennio successivo. Fino al numero 12, nel 2022. Rodney non ha più lottato per lo Scudetto e anzi, ha intrapreso una carriera completamente diversa dalle aspettative. Lecce, Parma, Reggina, Genoa, Livorno. Poche presenze, tanti infortuni.

    Strasser, come tanti giocatori riusciti ad entrare nella storia, è però costretto a rimanere ancorato al destino e al fato. L'infortunio alla caviglia durante il primo prestito, quello al Lecce, spezzerà le ambizioni di rimanere sulla cresta dell'onda nel momento in cui tutti hanno ancora in mente il suo ruolo nello Scudetto.

    Uno dopo l'altro, i k.o lo terranno ai margini del grande calcio, fino alla cessione in C (allora Lega Pro) alla Lupa Castelli Romani, nel 2015. Da lì, per Strasser, ci sarà uno strano percorso. La massima serie farà rima solamente con Portogallo e Croazia, ma niente più Italia: l'ultima presenza nella vecchia A è quella del 2013 in maglia Parma.

    Un percorso particolare, pregno di ostacoli, che dopo la rescissione col Genoa nel 2017 lo porteranno in Serie D, al Villafranca.

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  • Cassano Strasser Getty

    I DILETTANTI

    Negli ultimi mesi del 2018, Strasser si allena con il Villafranca Veronese fino a quando è lo stesso ex milanista a chiedere di essere ingaggiato. Una proposta che per un club di quarta serie può essere una manna dal cielo, visti i precedenti tra i professionisti. Esperienza al top: Rodney ha ormai 28 anni.

    "Mi trovo bene qui sia come ambiente sia come gruppo e mi piacerebbe far parte della squadra e dare il mio contributo per cercare di ottenere la salvezza del Villafranca".

    A Strasser, però, la Serie D sta ampiamente stretta dopo aver vinto uno Scudetto. Per questo Strasser si guarda intorno per un campionato di massima serie, come già capitato ai tempi di Portogallo e Croazia. Vola a Nord. L'estremo, nord.

    "Sono andato in Finlandia per rilanciarmi" ha raccontato a Il Posticipo. "Ho giocato e sono rientrato in Nazionale, prima dell'esperienza in Finlandia ero un po' fermo. Volevo tornare ad alti livelli in massima divisione, non giocare in seconda o in terza. Cercavo un campionato di Serie A e l'ho trovato. Il calcio non è come quello italiano, ma ci sono stadi belli e c'è tanta organizzazione. Mi è piaciuto. Poi la Finlandia è un Paese tranquillo in cui si sta bene".

    L'Italia, però, è la sua seconda patria. Nato in Sierra Leone, diventato grande a Milano, a Lecce. Le opportunità ad alti livelli sono chiuse, ma non quelle nelle serie inferiori. E pur di tornare 'a casa', accetta il Cattolica prima, in Serie D, e dunque alFavl Cimini, in Eccellenza laziale.

    "Io in D? Nel calcio succedono cose che non puoi calcolare a tavolino. Ho trovato una famiglia, qui si sta bene" confessa Strasser al Corriere dello Sport. "Il mio desiderio però è tornare in C o D il prossimo anno".

    A 34 anni il calcio fa parte ancora della sua vita, per il futuro è ancora presto. Intanto Strasser si diletta con l'archittetura degli interni, l'interior design.

    Tra qualche anno un probabile ruolo da scout, come evidenziato a più riprese. Magari scovando qualcuno a Freetown. Con il pallone nei piedi e lo sguardo verso il Cotton Tree.

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