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Stefano Pioli FiorentinaGetty

Sprofondo Viola: la Fiorentina non deve sottovalutare la situazione, contro Lecce e Genoa due scontri salvezza

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Che quella con l’Inter potesse essere la partita della rinascita sembrava una cosa estremamente complicata già prima di scendere in campo, ma dalla Fiorentina era lecito aspettarsi quantomeno un segnale di risveglio, qualcosa che potesse far pensare a un futuro meno nero di un difficilissimo presente.

A San Siro, invece, la compagine viola ha sfoderato l’ennesima prestazione deludente di un inizio di campionato da dimenticare. Il 3-0 finale non rende probabilmente giustizia ai meneghini, visto che il passivo è stato reso molto meno pesante solo dalle tante parate di un encomiabile De Gea.

Va in archivio per la Fiorentina, dunque, un ennesimo turno difficile, reso meno amaro solo dal fatto che nessuna delle squadre che, come lei, orbitano in zona retrocessione sia riuscita a vincere e dunque ad allungare in classifica.

  • Fiorentina players Fiorentina Bologna Serie AGetty

    IL PEGGIOR INIZIO DELLA STORIA DELLA FIORENTINA

    La Fiorentina, dopo nove turni di campionato, si riscopre penultima in classifica, a +1 sul Genoa fanalino di coda, e ancora in attesa della prima vittoria nel torneo.

    Sono appena quattro i punti messi in cascina, frutto di quattro pareggi e ben cinque sconfitte, e il saldo reti parla di appena sette goal segnati a fronte di quindici subiti.

    Un cammino da retrocessione e segnali di ripresa che, partita dopo partita, non si riescono a intravedere.

    La Fiorentina, perdendo anche con l’Inter, ha stabilito un nuovo record negativo nella sua quasi centenaria storia.

    Mai, infatti, aveva ottenuto così pochi punti dall’inizio del torneo nell’era dei tre punti e mai, in generale, aveva fatto così male: il precedente primato negativo risaliva alla stagione 1977-1978, quando dopo nove turni vennero totalizzati sei punti.

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  • ORA DUE SCONTRI DIRETTI

    A inizio stagione sarebbe stato difficile anche solo immaginare una prospettiva del genere, ma di fatto la Fiorentina, nel decimo turno di campionato, sarà costretta ad affrontare un vero e proprio scontro salvezza.

    Il prossimo 2 ottobre, all’Artemio Franchi, arriverà il Lecce, attualmente sedicesimo in classifica (in attesa di Pisa-Lazio), con due punti di vantaggio sui gigliati.

    La Fiorentina sarà necessariamente chiamata a vincere, se non altro per provare a uscire dalle sabbie mobili della zona retrocessione. Un’eventuale battuta d’arresto vorrebbe dire dover rivedere completamente i propri piani e iniziare a pensare al modo di raggiungere il prima possibile la quota necessaria per la salvezza.

    Dopo il Lecce, i gigliati affronteranno il Mainz in una Conference League che, in questo momento, può anche rappresentare un intralcio non da poco (anche se è l’unica competizione che sin qui ha regalato qualche soddisfazione), per poi andare a Marassi per un altro scontro diretto con il Genoa.

    Le prossime due gare di campionato diranno molto del futuro della Fiorentina e del suo percorso in questa stagione.

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  • NESSUN SEGNALE DI RIPRESA

    Chi, contro l’Inter, si aspettava una prestazione quantomeno coraggiosa, dopo il pareggio interno ottenuto in extremis contro un Bologna in dieci, è rimasto deluso.

    Il 2-2 acciuffato contro i felsinei in pieno recupero, grazie a un rigore di Kean dopo essere stata anche sotto di due reti, aveva fatto pensare a una possibile iniezione di fiducia, ma a San Siro si è tornati a vedere una squadra rinunciataria e priva di idee.

    La Fiorentina si è di fatto schierata con una sorta di 5-4-1 che doveva servire soprattutto a non prenderle, e il piano ha anche funzionato fino a quando l’Inter non ha deciso di aumentare i giri del motore.

    Se non fosse stato per un sontuoso De Gea, la sconfitta avrebbe potuto assumere proporzioni molto più gravi, ma ciò che dovrebbe preoccupare di più è il fatto che la squadra non produce.

    Anche Kean, abbandonato a se stesso in attacco, sembra l’ombra del giocatore della scorsa stagione: gli esterni spingono poco e male, e i centrocampisti non tentano mai inserimenti.

    Manca ogni tipo di automatismo, cosa che il Lecce, seppur a sprazzi, contro il Napoli ha mostrato invece di avere.

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  • Pioli Inter Fiorentina Serie AGetty Images

    LA POSIZIONE DI PIOLI

    È lecito domandarsi, dopo il peggior inizio di stagione della storia della Fiorentina, quanto salda possa essere la panchina di Stefano Pioli.

    La società lo ha sempre difeso a spada tratta e non ha mai fatto trapelare la minima incertezza sul suo futuro, ma è chiaro che, sin qui, le cose non hanno funzionato.

    La Fiorentina ha fortemente voluto Pioli (tanto che è stata l’ultima società ad annunciare l’allenatore per la nuova stagione) e Pioli ha fortemente voluto la Fiorentina, rinunciando a un contratto faraonico con l’Al Nassr pur di far ritorno a Firenze.

    Un’accoppiata da sogno, con una società ambiziosa da una parte e un tecnico che già conosceva bene la Fiorentina per esserne stato prima calciatore e poi allenatore.

    La sensazione oggi è che qualsiasi altro tecnico, nella stessa posizione, sarebbe già stato esonerato (anche se la Fiorentina tende sempre a difendere molto i propri allenatori) e che a salvare Pioli sia stata non solo la fiducia nei suoi mezzi, ma anche il suo status di allenatore reduce da una lunga esperienza al Milan culminata con la conquista di uno Scudetto e magari un triennale da tre milioni di euro a stagione.

    Pioli è tra gli allenatori più esperti della Serie A (ha superato le 500 panchine) e si era presentato ai blocchi di partenza con grandi ambizioni (“Ho promesso mari e monti”, ha ammesso dopo la sconfitta con l’Inter), ma è chiaro che, in caso di mancata vittoria con il Lecce, anche la sua panchina potrebbe vacillare.

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  • UNA SITUAZIONE DA NON SOTTOVALUTARE

    Questa Fiorentina rischia di retrocedere? Guardando a quanto proposto sin qui, sì. Ovviamente la rosa fa pensare a un possibile cambio di rotta.

    La proprietà ha speso oltre 90 milioni di euro (evidentemente non benissimo) in estate per rafforzare una squadra che può contare su giocatori importanti come De Gea, Dodò, Gosens, Fagioli, Gudmundsson, Dzeko e Kean, solo per citarne alcuni, ma la situazione non va comunque sottovalutata.

    Essere inghiottiti nel vortice di una stagione impensabile è più facile di quanto si possa pensare, e alla Fiorentina lo sanno bene, visto che in passato è riuscita a retrocedere con una squadra nella quale giocavano calciatori del calibro di Brian Laudrup, Effenberg, Baiano e un certo Gabriel Omar Batistuta.

    Certo, si trattò di una storia completamente diversa, e questa Fiorentina è solo all’alba di una stagione lunghissima, ma le prossime due gare di campionato diranno molto su ciò che le riserveranno i prossimi mesi.

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