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Spalletti su John Elkann: "Ha forza e passione, alla Juventus si pensa a vincere"

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Luciano Spalletti è intervenuto in conferenza alla vigilia di Bologna-Juventus, match valevole per la quindicesima giornata di Serie A.

Il tecnico bianconero, dopo il successo in Champions League contro il Pafos, vuole ritrovare continuità anche in campionato con l'obiettivo di archiviare il ko di Napoli. Ma in casa dei rossoblù guidati da Vincenzo Italiano sarà un'altra trasferta delicatissima.

Di seguito, ecco le dichiarazioni dell'allenatore toscano.

  • "ELKANN HA FORZA E PASSIONE, QUI DEVI PENSARE A VINCERE"

    "Fa piacere sentire la forza e la passione di Elkann per questo club, sta a noi dare sostanza e concretezza a questa passione onorando il passato e costruendo un futuro migliore o dello stesso livello, come ci ha detto lui".

    "Nel messaggio penso voglia metterci dentro un futuro e non una cosa immediata, poi è ovvio che bisogna avere il pensiero di vincere come quando sei in un club come questo e di stare nella tavola rotonda".

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  • "RUGANI UTILIZZABILE, PER BREMER CI VUOLE UN PO'"

    "Rugani è già utilizzabile seppur in maniera ridotta, Bremer vista l'importanza dell'infortunio ha bisogno di un po' di tempo e bisogna andarci cauti nonostante voglia esserci".

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  • "SÌ A 4-3-3 E 4-2-3-1, MA IL CALCIO È CAMBIATO"

    "Cambio modulo? Mi stupisco quando sento parlare ancora di schemi, il calcio attuale è cambiato, non vinci occupando posizioni bensì occupando spazi e decidendo dove vuoi portare la partita. E questi spazi non sono più tra reparti, si va verso l'uno contro uno e bisogna adattarsi. Vero che ho idea di mettere la squadra col 4-3-3 o col 4-2-3-1, ma è solo un discorso di partenza, perché poi il match ti porta ad attuare vari moduli all'interno di esso".

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  • "CONCEICAO SIA PIÙ DECISIVO"

    "Conceicao dev'essere più decisivo? Sì, questa è un po' la sua evoluzione. Deve rendere più possibili il fare goal ed essere più determinato in fase offensiva, perché poi ha questo spunto micidiale che mette in imbarazzo gli avversari davanti alla sua qualità e al suo scatto. Bisogna unirci anche contrasto e fase difensiva, ma ha dato grande disponibilità nel rincorrere verso la propria porta, quindi siamo sulla buona strada".

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  • "COMPLIMENTI AL BOLOGNA, ITALIANO TRA I GIOVANI PIÙ BRAVI"

    "Al Bologna bisogna fare i complimenti, sia a chi lo allena che a chi lo ha costruito. Sta mostrando grande qualità, sa dove vuole andare e 'decide le regole', non hanno timore di niente. Ti costringe a quest'enorme quantità di duelli, cerca di recintarti e ti indirizza negli spazi che loro vogliono. Devi essere bravo ad abbattere questi recinti facendo l'uomo oltre l'uomo, perché ti costringono a questa condizione per 90'. Se non saremo pronti, per noi sarà complicato".

    "Da italiano si possono imparare delle cose, è uno degli allenatori italiani giovani più forti che abbiamo e di prenderlo l'ho detto a tutti. Non solo al presidente De Laurentiis quando andai via da Napoli...".

  • "DOBBIAMO MIGLIORARE NELLA PERSONALITÀ"

    "La personalità nel calcio è fondamentale, ma se prima l'aveva chi rischiava la giocata ora serve accettare la partita a tutto campo e indirizzarla negli spazi in cui vuoi. Dobbiamo fare passi in avanti nella continuità dei duelli, delle corse, dell'attacco allo spazio, del giocare a campo aperto. Bisogna stare nel cuore della squadra per 90' per fare la differenza, una sola giocata non basta più. Quindi o sei di un livello superiore, oppure devi ragionare in un altro modo. Bisogna fare ed eseguire ciò che serve, ossia il motivo per cui siamo qui, senza esitazione".

    "Nessuno, finché non andrò via, mi riuscirà a far credere che i calciatori della Juve non siano bravi e che non riusciremo a superare questi limiti. Perché ho accettato di venire credendo questo, perché nel mio lavoro è sempre stato complicato, a volte ho anche creduto di non farcela ma poi ho continuato, perché un allenatore dev'essere condizionato dall'ossessione di poter migliorare una squadra".

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  • "NIENTE RITIRO, È UNA PRIGIONE"

    "Il ritiro? Non andremo più in ritiro, perché non è un luogo ma una condizione mentale. Si tratta di una fatica maggiore, diventa corrosivo per testa e muscoli. Se la testa è quella giusta come lo è quella dei calciatori della Juve non si va più in ritiro, altrimenti ci si va solo a livello psicologico. Non bisogna stare in prigione, tutti dobbiamo essere liberi nel fare il nostro lavoro".

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