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Wesley SneijderGetty

Sneijder e il retroscena sull’approdo all’Inter: “Non volevo lasciare il Real Madrid, avrei vinto molte più Champions”

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Quello di Wesley Sneijder è un nome che resterà per sempre legato a quello dell’Inter.

Approdato in nerazzurro nell’estate del 2009, è stato tra i grandi trascinatori della squadra che poi nel 2010 è riuscita a completare lo storico ‘Triplete’.

Con la compagine meneghina ha vinto praticamente tutto ma, in un’intervista rilasciata a ‘Marca’, ha svelato che quelle che lo hanno portato a Milano sono state circostanze particolari.

L’ex centrocampista olandese infatti, non voleva lasciare il Real Madrid, club al quale si era legato solo due anni prima.

  • “NON VOLEVO LASCIARE IL REAL MADRID”

    “Ho avuto un primo anno incredibile, poi una serie di problemi personali che hanno reso difficile la mia seconda stagione. Se non fosse successo, forse sarei ancora lì… Beh, non ora, sono troppo vecchio. Ma forse ci sarei rimasto più del previsto perché non volevo lasciare il Real Madrid. Nessuno vuole farlo se è lì”.

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  • “HO DOVUTO FARE SPAZIO AD ALTRI”

    “Era solo il momento di andare. Non ero nelle giuste condizioni mentali. Sono arrivati grandi giocatori come Kakà, Benzema, Xabi Alonso, Cristiano Ronaldo e altri giocatori ad io sono stato uno di quelli che hanno dovuto fare spazio. Arjen Robben è stato un altro di questi”.

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  • “AVREI VINTO MOLTE PIU’ CHAMPIONS”

    “Tutto accade per una ragione. Sono tornato nello stesso stadio un anno dopo per l’Inter per giocare la finale di Champions League. Forse se fossi rimasto al Real Madrid, ne avrei vinte molte di più e tutto sarebbe stato diverso. Non mi è piaciuto lasciare il club, ma alla fine credo che tutto accada per una ragione”.

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  • “IL PALLONE D’ORO OGGI E’ DIVERSO”

    “Oggi il Pallone d’Oro è diverso dal 2010. Si considera l’intera stagione. Ai miei tempi, la domanda era semplicemente chi fosse il migliore al mondo ed era abbastanza normale che lo vincessero Cristiano Ronaldo o Lionel Messi. Oggi la stagione e i risultati vengono considerati molto di più e per me ha molto più senso. In questo modo ci sono maggiori possibilità che anche altri giocatori lo vincano. Sono abbastanza sicuro che Mbappé lo vincerà nella prossima stagione al 100%”.

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  • “MOURINHO E’ STATO UN PADRE”

    “Mourinho in una parola? Padre. Il modo in cui mi ha convinto ad andare all’Inter, a firmare per l’Inter, è stato davvero speciale. Lui si definiva ‘speciale’ e lo è sicuramente. Dopo mesi di quella stagione 2010, un lunedì mattina mi chiamò nel suo ufficio. Quel fine settimana avevamo una partita e mi chiese: ‘Wes, come ti senti?’. Gli dissi che mi sentivo bene, mister. Ero emozionato. Continuavamo a vincere partite. Ma Mourinho disse: ‘No, vedo che sei un po' stanco’. Risposi: ‘No, mister. Sto bene’. Lui disse: ‘No, no, no, no, no. Vai a trovare tuo figlio’. Mio figlio viveva in Olanda. Gli dissi che non volevo andarci perché volevo giocare quel fine settimana. Lui disse: ‘No, ti sto dicendo di andare e tornare giovedì sera, abbiamo la partita sabato". Gli dissi che questo significava che potevo allenarmi solo una volta venerdì. Lui rispose: ‘Esatto’. Così andai in Olanda e in quel momento sentii che era come un padre.  Non so se un altro allenatore avrebbe fatto lo stesso per me, ma dovevo ricambiare il favore sabato, ed è quello che ho fatto. Aveva quel ruolo paterno con tutti i giocatori, non solo con me”.

  • “BENITEZ ALL’INTER NEL PEGGIOR MOMENTO POSSIBILE”

    “Penso che Benitez sia arrivato all’Inter nel peggior momento possibile, dopo José Mourinho. Ci siamo pentiti tutti della sua partenza. Devo essere onesto, non è stato facile per lui lavorare con noi, gli abbiamo reso le cose difficili. Non riuscivamo ad entrare in sintonia. Ho incontrato Benitez un paio di mesi fa ed abbiamo fatto una bella chiacchierata. Non è una cattiva persona. Non ho mai detto che fosse un cattivo allenatore perché anche lui ha ottenuto grandi risultati nel calcio. Ma in quel momento non era la scelta giusta”. 

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