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Claudio Ranieri RomaGetty Images

Ranieri vuole una Roma ad alti livelli: “Deve tornare a lottare per lo Scudetto, è finito il tempo della Rometta”

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Dal ritiro annunciato lo scorso 21 maggio, ad un nuovo entusiasmante capitolo della sua lunghissima carriera: il terzo da tecnico della Roma.

Claudio Ranieri e metà novembre è stato chiamato al capezzale di una squadra in profonda crisi di risultati e da allora è riuscito ad invertire la rotta, togliendosi anche la soddisfazione di vincere il suo quinto Derby della Capitale su altrettanti giocati.

Ranieri non solo ha dato nuova linfa alla squadra, ma ha anche rivitalizzato giocatori come Lorenzo Pellegrini che sembravano in rotta con la piazza e destinato a salutare già a gennaio.

Il tecnico giallorosso, in un’intervista rilasciata al ‘Corriere dello Sport’, ha svelato un retroscena legato proprio a Pellegrini e al Derby con la Lazio.

  • “PELLEGRINI NON MI HA CHIESTO DI GIOCARE IL DERBY”

    Pellegrini è stato straordinario protagonista del Derby giocato lo scorso 5 gennaio e proprio la sua grande prestazione, unita allo splendido goal con il quale ha aperto le marcature, hanno cambiato la prospettiva delle cose attorno a lui.

    “Non è stato lui a insistere per scendere in campo nel derby. In tanti anni nessun giocatore mi ha mai chiesto di giocare. Con Lorenzo sono bastate poche parole il sabato mattina. Io non faccio discorsi lunghi, non perdo tre ore a parlare con la squadra. I giocatori hanno una soglia di attenzione di otto secondi. Spesso basta una battuta fatta bene. Del resto anche il Papa ha detto recentemente che le omelie devono essere più brevi”.

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  • Pellegrini 2-1Getty Images

    “AVEVO DECISO DI TENERLO IN PANCHINA”

    L’idea iniziale era quella di non far partire Pellegrini titolare nel Derby, poi qualcosa è cambiato.

    “Avevo deciso di tenere Lorenzo in panchina, ma nei suoi occhi ho visto una luce differente, aveva gli occhi pieni di luce. Ho capito che la voglia di esserci, di giocare, era enorme. E ho cambiato idea. È andata bene a entrambi. Diciamo che un po’ di esperienza me la sono fatta”.

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  • “DA NOI C’E’ TROPPA TATTICA”

    Ranieri, nel corso della sua lunghissima carriera, ha allenato anche in Spagna, Inghilterra, Francia e Grecia ed ha spiegato qual è uno dei difetti del calcio nostrano.

    “Ho girato il mondo, allenato dappertutto, da noi c’è sempre stata troppa tattica, giocatori ingabbiati, talenti frenati e spettacolo depresso. Le cose sono cambiate con la globalizzazione del calcio. Calcio globalizzato, non evoluto. Più informazioni per tutti e più omologazione. D’accordo sull’organizzazione difensiva, sulla personalizzazione dei compiti, ma poi in campo ci vanno loro. Che devono sentirsi bene e giocare con naturalezza, come sanno. Cosa vuoi che si possa dire a gente come Dybala, Del Piero, Totti? Ma anche a Hummels, Paredes, Pirlo, Lampard, ti butto lì un po’ di nomi”.

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  • “FINITO IL TEMPO DELLA ROMETTA”

    Ranieri ha spiegato perché è tornato alla Roma e quali sono i piani del club giallorosso.

    “Rimetterla in moto e porre delle basi solide, la Roma deve tornare a lottare per qualcosa di importante, per lo scudetto. È finito il tempo della Rometta, ora c’è la Roma, i Friedkin sono abituati a pensare in grande… Cerco di fare quello che so e posso. In un secondo tempo metterò la mia esperienza al servizio della società”.

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