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Nevio Scala ParmaGetty

Nevio Scala e il doppio ‘no’ al Real Madrid: “Non volevo lasciare il Parma e nel 1999 non mi convinse il progetto”

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Nevio Scala è stato, per molti anni, uno dei tecnici più apprezzati dell’intero panorama calcistico europeo.

Grande artefice della scalata che ha portato il Parma dalla Serie B a vincere in brevissimo tempo una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea ed una Coppa Uefa, ha poi fatto grandi cose all’estero.

La sua bacheca infatti parla anche di una Coppa Intercontinentale vinta con il Borussia Dortmund, dei successi in Ucraina con lo Shakhtar, di quelli in Turchia con il Besiktas e in Russia con lo Spartak.

Una carriera che lo ha portato ad altissimi livelli e risultati che lo hanno portato a sfiorare anche la panchina più prestigiosa in assoluto: quella del Real Madrid.

Scala, in un’intervista rilasciata a ‘La Gazzetta dello Sport’, ha svelato di aver rifiutato in ben due occasioni le proposte dei Blancos.

  • “COL PARMA UN CICLO IRRIPETIBILE”

    “Come si possono dimenticare quei sette anni che trascorsi là? Promozione dalla B alla A nel 1990, qualificazione in Coppa Uefa nel 1991, vittoria della Coppa Italia nel 1992, vittoria della Coppa delle Coppe nel 1993, vittoria della Supercoppa Europea nel 1994, vittoria della Coppa Uefa nel 1995. Un ciclo irripetibile che si basava su una sola parola: la semplicità”.

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  • “A WEMBLEY EBBI RAGIONE”

    “Vigilia della finale di Coppa delle Coppe a Wembley. La società mi faceva pressioni perché facessi giocare Asprilla che era tornato dalla Colombia dopo un infortunio extracalcistico. Io avevo già deciso di tenerlo in panchina. Però vedevo che Osio e Cuoghi, i due che rischiavano il posto, erano molto nervosi. Così decisi di prenderli da parte, li tranquillizzai e dissi loro: “I titolari siete voi, non di discute”. Osio giocò una partita meravigliosa e Cuoghi segnò il gol del 3-1. Mi comportai da papà, in quell’occasione, ed ebbi ragione”.

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  • “MI MANCAVANO I CAMPI E IL TRATTORE”

    “Sono sempre stato curioso di conoscere nuove realtà e il calcio mi ha dato questa opportunità. L’unica avventura negativa è stata in Turchia. In Germania ho vinto l’Intercontinentale, in Ucraina ho incontrato gente splendida, e quando è scoppiata la guerra scatenata da Putin ho ripensato agli occhi di quegli uomini e quelle donne che incontravo per strada e mi salutavano con gentilezza e avevano una dignità meravigliosa. In Russia, dove mi sono trovato bene, è stata la mia ultima volta in panchina e dopo ho detto basta. Mi mancavano i campi, il trattore, e poi avevo voglia di mettermi al lavoro per far partire l’azienda”.

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  • “NON MI CONVINCEVA IL PROGETTO DEL REAL”

    “La prima volta mi contattarono all’inizio degli anni Novanta. Non avrei mai potuto lasciare Parma e, soprattutto, avevo un legame fortissimo con la famiglia Tanzi. E poi il Real tornò alla carica nel 1999, ma non mi convinceva il progetto”.

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