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José Mourinho Manuel Rui Costa Benfica 18092025Getty Images

Mourinho si presenta al Benfica e punge il Fenerbahce: "Non era al mio livello"

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Per José Mourinho, il Fenerbahce, rappresenta già il passato.

Lo Special One, tornato alle orgini col sì a sorpresa al Benfica, nel giorno della presentazione da nuovo allenatore delle Aquile ne ha anche approfittato per dire la sua senza filtri sull'avventura vissuta in Turchia.

Frecciata al Fenerbahce e parole invece dolcissime riservate a ciò che rappresenterà attualità e futuro di Mou, intervenuto in conferenza stampa accanto al presidente Manuel Rui Costa. in quel di Lisbona.

  • "BENFICA UNA DELLE SOCIETÀ PIÙ IMPORTANTI AL MONDO"

    "Le emozioni sono tante, ma l’esperienza accumulata in carriera mi aiuta a tenerle sotto controllo. Ringrazio il club per la fiducia che mi ha dato: so che devo accantonare l’aspetto emotivo e concentrarmi solo sul Benfica e sul mio compito. Ora sono alla guida di una delle società più importanti al mondo e voglio vivere interamente questa missione, con passione e dedizione".

    "Sono stato seguito per le strade dalle telecamere montate sulle moto, la gente sapeva in ogni momento dove fossi e i tifosi hanno riempito le piazze per salutarmi. Tutto questo mi ha fatto venire i brividi".

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  • "IL FENERBAHCE NON ERA AL MIO LIVELLO"

    "A Istanbul ho sbagliato, il Fenerbahçe non era al mio livello, né culturale, né calcistico. Ho comunque dato tutto fino all’ultimo giorno, ma è stato doloroso. L’ho vissuto piangendo, proprio come sta facendo Bruno ora: per nessun allenatore è facile lasciare. Ma essere al Benfica per me significa ritrovare il mio vero livello".

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  • "SARÀ UN BENFICA CHE VUOLE SEMPRE VINCERE"

    "Vogliamo sempre vincere, questa è la nostra identità. Non è accettabile perdere come è successo col Qarabag: quello non è il Benfica che conosco. Il Benfica è quello che ha saputo dominare per mezz’ora contro il Fenerbahçe, quello che ha lottato a Istanbul con un uomo in meno. Quella è la squadra che deve rappresentare questi colori".

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  • "DUE FINALI SONO SEGNO DI COMPETITIVITÀ"

    "C’è chi sostiene che la mia carriera sia divisa in due parti: una prima fase, molto lunga e piena di successi, e un’altra più recente, meno fortunata. La verità è che l’aspetto negativo degli ultimi cinque anni sono state solo due finali europee perse. Questo per me resta comunque un segno di competitività, anche se non accompagnato dal risultato".

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