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Il Milan e la maledizione della Coppa UEFA-Europa League: mai in finale

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È il club italiano più titolato in Europa, ma c'è una competizione in cui le cose per il Milan non sono mai andate per il verso giusto, tanto che c'è chi parla per i rossoneri di un tabù o di un'autentica maledizione: la Coppa UEFA, divenuta in epoca più recente Europa League.

Scorrendo l'albo d'oro dei rossoneri, si nota che è l'unico trofeo continentale che manca in bacheca: se il Diavolo ha vinto 7 volte la Coppa dei Campioni/Champions League e 2 volte la vecchia Coppa delle Coppe, non è mai riuscito a imporsi nella competizione. Uno 'zero' in casella che inevitabilmente stona con il blasone del club milanese.

C'è di più: analizzando la storia della squadra rossonera nel torneo, si contano appena 13 partecipazioni considerando anche quella attuale della stagione 2023/2024, e mai una finale raggiunta.

  • GLI ANNI SETTANTA E LA SEMIFINALE 1971/72

    La prima volta del Milan in Coppa UEFA risale alla stagione 1971/72 e corrisponde alla miglior performance di sempre dei rossoneri nella competizione insieme a quella del 2001/02. La squadra di Nereo Rocco inizia il suo cammino affrontando nei Trentaduesimi di finale i ciprioti del Digenís Akrítas Mórphou (D.A.M.). I rossoneri vincono facilmente l'andata a San Siro per 4-0 (doppietta di Villa II e goal di Magherini e Golin) per poi imporsi al ritorno per 0-3 in una partita che su richiesta degli avversari si disputa a Trieste (a segno ancora Villa II con una doppietta e Rivera, al debutto nella competizione).

    Nei sedicesimi si alza l'asticella: avversari del Diavolo sono infatti i tedeschi occidentali dell'Hertha Berlino. A San Siro i rossoneri vincono 4-2. Dopo il vantaggio avversario al 15', Prati firma l'1-1 al 39', ma nella ripresa sono ancora gli ospiti a portarsi avanti al 51'. Serve così una grande prova nell'ultima mezz'ora per raddrizzare il discorso qualificazione: Romeo Benetti (62'), Biasiolo (64') e ancora Prati (84) ristabiliscono i rapporti di forza. Tutto però si decide nel match di ritorno. Il Milan soccombe 2-1, ma il vantaggio iniziale di Albertino Bigon (12') porta la formazione rossonera agli ottavi.

    L'avversario è la formazione scozzese del Dundee FC. Come da tradizione, la squadra di Rocco ipoteca la qualificazione nella sfida di andata a San Siro. Gli scozzesi vengono travolti 3-0 (Rivera, autorete Stewart e Romeo Benetti in goal) e nel match di ritorno basterà contenere i danni. Il copione classico si ripete, il Milan cade 2-0 al Dens Park ma il risultato dell'andata lo qualifica ai quarti di finale.

    L'urna abbina i rossoneri ai belgi del Lierse. Nella gara di andata in casa il Milan vince 2-0 (Rivera su rigore e Bigon) e poi pareggia 1-1 nel ritorno in terra belga (vantaggio a inizio ripresa di Villa II, pari nel finale su rigore dei padroni di casa). Ancora una volta la strategia paga e il Diavolo avanza in semifinale.

    La squadra di Rocco, che in campionato lotta con la Juventus per lo Scudetto, è convinta di poter arrivare in fondo. Ma nelle semifinali trova un duro ostacolo come gli inglesi del Tottenham. Nell'andata del Whiter Hart Lane, a Londra, gli Spurs si impongono 2-1. Dopo il vantaggio di Benetti, Perryman pareggia e nella ripresa al 65' si ripete con il punto del 2-1.

    Per qualificarsi in finale il Diavolo deve ribaltarla a San Siro, ma la squadra arriva all'appuntamento piuttosto stanca e non va oltre l'1-1: inglesi avanti in avvio con Mullery, Rivera pareggia nella ripresa dal dischetto e tuttavia deve fare i conti con l'amara eliminazione. Il Tottenham solleverà poi il trofeo battendo in finale i connazionali del Wolverhampton, mentre i rossoneri, secondi in campionato, vinceranno la Coppa Italia.

    Negli anni Settanta il Milan disputa la Coppa UEFA altre tre volte. Nel 1975/76 i lombardi, guidati da Gustavo Giagnoni, eliminati Everton, Athlone Town e Spartak Mosca, cadono nei quarti di finale ad opera del Bruges. In panchina c'è Trapattoni, con Rocco come Direttore tecnico, i rossoneri perdono 2-0 allo Stadio Olimpico di Bruges e al ritorno sono beffati nel secondo tempo. In vantaggio 2-0 con i goal di Bigon (32') e Chiarugi (66'), sono puniti da una rete di Hinderyckx al 74' e vengono eliminati.

    La terza apparizione del Milan in Coppa UEFA arriva l'anno seguente: nel 1976/77 i rossoneri si fermano agli ottavi di finale. Eliminati i rumeni della Dinamo Bucarest e i bulgari dell'Akademik Sofia, la squadra di Pippo Marchioro esce con le ossa rotte dall'andata a "La Catedral" di Bilbao. Nel clima fortemente ostile del vecchio San Mamés, i rossoneri sono travolti 4-1: in vantaggio con una rete di Fabio Capello, subiscono il pareggio su rigore prima dell'intervallo e altri 3 goal nella ripresa. Nel ritorno a San Siro si impongono 3-1 (doppietta di Calloni e rete di Biasiolo) ma sono nuovamente eliminati.

    Non va meglio nel 1978/79, quando gli uomini di Liedholm, eliminati i cecoslovacchi del Lokomotiva Kosice e i bulgari del Levski Spartak, escono per mano degli inglesi del Manchester City. La prima gara a San Siro è rinviata di un giorno per nebbia, e nel recupero i rossoneri non vanno oltre il 2-2 (doppietta di Bigon nel secondo tempo), per poi perdere nettamente nel ritorno a Maine Road (3-0 per i Citizens).

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  • Arrigo Sacchi Milan Serie A 1988/89Wikipedia

    GLI ANNI '80-'90: POCHE GIOIE E TANTE AMAREZZE

    Avare di soddisfazioni sono anche le comparsate del Milan in Coppa UEFA negli Anni '80 e '90 del secolo scorso. Il ritorno in Europa nel 1985/86 coincide, prima dell'avvento alla presidenza di Silvio Berlusconi, con un'amara eliminazione agli ottavi di finale ad opera dei belgi del Waregem. I rossoneri, guidati da Liedholm, estromettono Auxerre e i tedeschi orientali del Lokomotive Lipsia, ma poi pareggiano 1-1 in Belgio (rete di Virdis in zona Cesarini) e vengono beffati in rimonta a San Siro per 1-2, dopo il vantaggio illusorio di Bortolazzi nel primo tempo.

    Ancora peggio va nel 1987/88. Nell'anno che porterà i rossoneri del patron Berlusconi a tornare a vincere lo Scudetto, le cose in Europa non vanno bene. La squadra di Arrigo Sacchi elimina nei Trentaduesimi lo Sporting Gijón ma incappa nei sedicesimi nell'Espanyol di Javier Clemente, che espugna San Siro 0-2 e pareggia 0-0 il ritorno di Barcellona, guadagnandosi gli ottavi di finale.

    Poi un balzo di 7 stagioni, nelle quali il Milan con Sacchi e Capello vince tutto in Europa e nel Mondo. Nel 1995/96, guidata dal tecnico friulano, la squadra rossonera, che l'anno prima ha vinto la Champions League, sembra avere ottime possibilità di sollevare il trofeo mai vinto nella sua storia. Ma il tabù si ripete.

    La squadra è forte, e si avvale fra gli altri dei nuovi acquisti George Weah e Roberto Baggio. Ma se in Italia arriverà lo Scudetto, in Europa ancora una volta il cammino del Diavolo sarà sfortunato. Fatta eccezione per un primo turno agevole con il Zaglebie Lubin, i rossoneri faticano ad estromettere poi Racing Strasburgo (0-1 in Francia e 2-1 a San Siro) e Sparta Praga (vittoria per 2-0 a Milano e pari senza goal in Repubblica Ceca). Giunti agli ottavi, però, i francesi del Bordeaux avranno la meglio.

    Il Milan vince agevolmente a San Siro con i goal, uno per tempo, di Eranio e Roby Baggio, ma al Parc Lescure accade l'imprevedibile. I girondini, trascinati dalle giocate del giovane talento Zinedine Zidane e dai goal di Christophe Dugarry (autore di una doppietta) ribaltano la sconfitta dell'andata, e grazie ad un perentorio 3-0 accedono ai quarti di finale ed eliminano il Milan.

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  • MIlan WerderGetty

    GLI ANNI DUEMILA E L'ULTIMA SEMIFINALE

    Le speranze di vincere la Coppa UEFA per i rossoneri si rinnovano nel nuovo millennio. Il Milan torna a partecipare alla competizione nel 2001/02. Inizialmente in panchina siede l'Imperatore, Fatih Terim, sotto la cui guida i lombardi hanno la meglio su Bate Borisov e CSKA Sofia. Contro i bielorussi a Minsk (0-2) segnano Shevchenko e Javi Moreno. Nel ritorno a San Siro arriva un facile 4-0 (goal di Rui Costa, Javi Moreno, Sarr e Inzaghi su rigore). Con i bulgari nuovo 2-0 a Milano (Rui Costa e Shevchenko) seguito da un successo di misura per 0-1 a Sofia (goal di Pippo Inzaghi).

    Dopo l'approdo in panchina di Carlo Ancelotti, cade anche lo Sporting Lisbona al 3° Turno. Al Meazza terzo 2-0 di fila in Europa (Shevchenko e Inzaghi), mentre al João Arvelade di Lisbona è sufficiente l'1-1 per avanzare agli ottavi (rete di Javi Moreno al 90'). C'è ottimismo sulle possibilità del Milan, e il turno successivo lo conferma: José Mari espugna il campo del Roda, ma a San Siro gli olandesi vincono 0-1 e si va ai supplementari e poi ai rigori. L'errore di Van der Luer e la trasformazione decisiva di Contra (3-3) danno al Diavolo la sofferta qualificazione.

    Nei quarti la squadra di Ancelotti batte anche gli israeliani dell'Hapoel Tel Aviv (sconfitta per 1-0 fuori casa e vittoria per 2-0 al Meazza con rete di Rui Costa e un autogoal). Ma le semifinali saranno di nuovo fatali al Diavolo: il Borussia Dortmund infligge ai rossoneri un pesantissimo 4-0 al Westfalenstadion (tripletta dell'ex Udinese e Parma Marcio Amoroso, futuro rossonero) e al ritorno l'impresa è soltanto sfiorata (3-1 con reti di Inzaghi, Contra e Serginho su rigore). In finale va la squadra giallonera, poi sconfitta 3-2 dal Feyenoord. Soltanto l'anno seguente il Milan avrebbe trionfato in Champions League a Manchester.

    Quella raggiunta nel 2002 è l'ultima semifinale di Coppa UEFA/Europa League giocata dal Milan nella sua storia. L'ultima partecipazione al torneo con la vecchia denominazione risale invece alla stagione 2008/09, quando i rossoneri di Carlo Ancelotti escono agli ottavi di finale, dopo un doppio pareggio, per la vecchia regola che in caso di parità premiava il maggior numero di goal segnati in trasferta, contro il Werder Brema di Diego e Pizarro (1-1 in Germania e 2-2 a San Siro).

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  • IL MILAN IN EUROPA LEAGUE: RISULTATI DELUDENTI

    Con il cambio di denominazione da Coppa UEFA ad Europa League e di formato il tabù è rimasto invariato per il Milan, che nel nuovo torneo fino a questa stagione non aveva mai superato lo scoglio degli ottavi di finale.

    La prima volta del Diavolo in Europa League è nel 2017/18. Dopo il superamento della fase a gironi sotto la guida di Vincenzo Montella e dei sedicesimi di finale contro il Ludogorets sotto la guida di Gennaro Gattuso, ai lombardi sono fatali ancora una volta gli ottavi di finale.

    L'avversario è l'Arsenal di Arsene Wenger, che dopo aver sbancato 0-2 San Siro (reti di Mkhitaryan e Ramsey), si ripete all'Emirates Stadium con un 3-1 che non lascia scampo alla formazione italiana, a segno dopo la mezzora con Calhanoglu, e poi travolta da una doppietta di Welbeck e da un goal di Xhaka.

    Ancora peggio va ai rossoneri l'anno seguente: nel 2018/19 il Milan di Gattuso non supera la Fase a gironi, finendo 3° nel Gruppo F alle spalle di Betis e Olympiacos. La terza e ultima partecipazione dei meneghini all'Europa League prima di quella 2023/24, arriva nel 2020/21.

    Partiti dal Secondo turno di qualificazione, i ragazzi di Pioli sono protagonisti di un'esaltante cavalcata che li porta a superare due turni preliminari (con un'interminabile serie di rigori contro il Rio Ave), quindi a dominare il Gruppo H davanti ai francesi del Lille, e ad estromettere la Stella Rossa Belgrado con un doppio pareggio (2-2 in Serbia, 1-1 a San Siro).

    Ma la maledizione della Coppa UEFA/Europa League torna a colpire negli ottavi di finale. L'avversaria è ancora una volta un'inglese, il Manchester United di Solskjaer. Il Milan tiene botta ad Old Trafford, imponendo ai Red Devils l'1-1 grazie al pareggio in pieno recupero di Simon Kjaer (90' +2) dopo il vantaggio di Diallo al 50'.

    Ma nel ritorno di San Siro vengono puniti da una rete al 49' di Paul Pogba e lasciano via libera agli inglesi, che poi arriveranno fino alla finalissima, persa ai rigori con il Villarreal.

    Nel 2023/24 i rossoneri partecipano per la 13ª volta complessiva alla competizione, la 4ª con la nuova denominazione, dopo la retrocessione dalla Champions League. La squadra di Pioli ha raggiunto i quarti di finale (prima volta da quando il torneo si chiama Europa League) e nel caso in cui superasse la Roma nel Derby italiano raggiungerebbe per la terza volta le semifinali.

    Quello giallorosso non è però un ostacolo semplice. Riusciranno Rafael Leão e compagni a spezzare il sortilegio e a portare per la prima volta nella bacheca del Milan, il club italiano più titolato in Europa, l'unico trofeo che manca?

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