Marotta e il rapporto da incubo con le finali di Champions: quattro sconfitte su quattro

La prima sconfitta di Beppe Marotta da dirigente in una finale di Champions League risale al 2015 e, anche in quella occasione l’ultimo atto del torneo si disputò in Germania (ma a Berlino) e allenatore della squadra avversaria era Luis Enrique.

In quella occasione la Juventus, guidata da Massimiliano Allegri, si arrese al fortissimo Barcellona che si impose per 3-1 con i goal di Rakitic, Suarez e Neymar. Di Morata il goal del momentaneo 2-1 che per qualche minuto riaccese le speranze dei bianconeri.

Due anni dopo la Juventus riuscì a guadagnarsi nuovamente il pass per la finale di Champions League.

Era quella l’edizione 2016-2017 del torneo e avversario nell’ultimo atto fu di nuovo una squadra spagnola: il Real Madrid.

Una gara, quella che si giocò a Cardiff, che vide i Blancos portarsi avanti con Cristiano Ronaldo al 20’ per poi essere raggiunti al 27’ da Mandzukic.

Ancora Cristiano Ronaldo, Casemiro ed Asensio, nel secondo tempo poi siglarono le reti che valsero il 4-1 a favore del Real Madrid.

Nel 2023 la prima finale di Champions League vissuta da Beppe Marotta da dirigente dell’Inter: quella contro il Manchester City.

Tra tutte è forse quella che ha lasciato i rimpianti maggiori perché se è vero che i Citizens si presentarono all’appuntamento con i favori del pronostico, è altrettanto vero che la squadra di Inzaghi giocò una partita eccellente nella quale le mancò solo il goal.

A decidere quella sfida sarà un goal di Rodri al 68’, mentre ai meneghini resterà l’amaro in bocca per una sconfitta non meritata per quello che si era visto in campo.

L’ultima finale è storia recente, anzi recentissima. A Monaco di Baviera l’Inter è tornata in finale 24 mesi dopo la sconfitta di Istanbul, sapendo di non partire questa volta sfavorita.

Una sfida, quella con il PSG, aperta a qualsiasi risultato, ma che nella realtà dei fatti non ha avuto storia.

La compagine guidata da Luis Enrique si è infatti imposto con un nettissimo 5-0 firmato da Hakimi, Doué (doppietta per lui), Kvaratskhelia e Mayulu.

Una finale già passata alla storia, perché mai nell’ultimo atto della massima competizione europea c’era stato uno scarto di cinque reti tra due squadre.