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Acerbi Inter BarcellonaGetty Images

La parabola di Araujo: dalla Juventus sfiorata a gennaio, alla prestazione disastrosa contro l’Inter

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Quando nella serata di martedì, a pochi minuti dal calcio di inizio di Inter-Barcellona, sono state rese note le formazioni ufficiali del match, in molti sono rimasti sorpresi nel non vedere il nome di Ronald Araujo nell’undici blaugrana.

Quella del centrale uruguaiano non è stata certamente una stagione indimenticabile, ma le diverse assenze in difesa, sembravano avergli spalancato le porte verso una maglia dal 1’.

Araujo tra l’altro, non è solo il capitano del Barcellona, ma è un elemento che garantisce un grande apporto offensivo in occasione di calci da fermo grazie alla sua bravura sui colpi di testa, eppure Hansi Flick ha deciso, come già aveva fatto nel match di andata, di affidarsi alla coppia composta da Inigo Martinez e Cubarsì.

Il difensore uruguaiano è poi entrato in campo nel secondo tempo e, con la sua prestazione, ha fondamentalmente fatto capire perché il tecnico tedesco non lo consideri più un titolare inamovibile.

  • Hansi FlickImago

    TATTICA, MA FORSE NON SOLO

    Schierando dal 1’ Inigo Martinez, Hansi Flick ha deciso di dare spazio ad un difensore certamente più abile ad impostare.

    Un elemento che con la sua bravura con la palla tra i piedi, consente al Barcellona di giocare più alto e tenere con maggior facilità il controllo del gioco.

    Provare dunque a gestire i ritmi al fine di impedire all’Inter di utilizzare alcune delle sue armi migliori, ma la cosa in realtà ha funzionato solo in parte.

    Il Barcellona ha sofferto a lungo nel corso di un primo tempo poi chiuso in svantaggio di due reti, salvo poi riprendersi clamorosamente nella ripresa quando, non solo è riuscito a rimontare, ma ha anche messo l’Inter alle corde.

    Sul 2-2 Flick ha dunque deciso di giocarsi la carta Araujo per dare maggiore consistenza al reparto difensivo, ma l’ingresso del capitano blaugrana non ha sortito gli effetti sperati.

    Alla fine infatti, il centrale uruguaiano è risultato il peggiore in campo, a dimostrazione forse del fatto che la scelta di non schierarlo dal 1’ non era stata figlia solo di un discorso prettamente tattico.

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  • GLI ERRORI CHE HANNO CONDANNATO IL BARCELLONA

    Dopo l’epica vittoria dell’Inter ai supplementari per 4-3, sono stati in molti, in Spagna e non solo, ad individuare in Araujo il vero anello debole della compagine blaugrana.

    E’ entrato sul 2-2 e di fatto ha avuto delle responsabilità su entrambi i goal che poi hanno regalato ai nerazzurri il pass per la finale di Monaco di Baviera.

    In pieno recupero del secondo tempo, poco dopo il clamoroso 2-3 siglato da Raphinha che sembrava aver chiuso definitivamente i giochi, l’Inter ha incredibilmente trovato il pareggio grazie ad una sortita offensiva di Acerbi.

    Il difensore nerazzurro ha avuto il merito di segnare un goal da ‘attaccante vero’, ma lo ha fatto anche approfittando proprio di un’incertezza di Araujo. Il centrale del Barcellona prima, nel tentativo di far scattare il fuorigioco è rientrato in ritardo lasciando un buco al centro, poi non ha avuto il tempo di recuperare su Acerbi che lo ha anticipato in area di rigore per insaccare in rete il pallone del 3-3.

    Ancora più evidenti sono parse le sue responsabilità in occasione del 4-3. Araujo prima si è fatto saltare con estrema facilità da Thuram poi, in occasione del tiro dall’intero dell’area di Frattesi, nonostante fosse sulla traiettoria del pallone, non ha nemmeno provato ad allungare la gamba nel tentativo di deviarlo fuori dallo specchio della porta.

    Non solo scarsa reattività, ma anche poca cattiveria: Araujo nella circostanza è stato quasi travolto da un giocatore che aveva già 99’ nelle gambe, mentre lui era decisamente più fresco essendo entrato solo al 76’.

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  • IL NERVOSISMO POST GARA

    Araujo nel post gara è parso anche nervoso quando gli è stato chiesto di commentare le azioni che hanno portato prima al 3-3 e poi al 4-3 dell’Inter.

    “Voi pensate che mi sia mancata la forza? Nel primo goal lo marcavo, in avanti… nel secondo ci sono anche le coperture e azioni di quel tipo si risolvono”.

    Araujo ha commentato anche l’eliminazione di un Barcellona che è stato realmente ad un passo dal conquistare la qualificazione alla finale.

    “Siamo dispiaciuti, eravamo vicini all’obiettivo, ma poi ci è sfuggito. E’ una cosa triste. Alla fine queste partite vengono decise dai dettagli e a noi è sfuggito qualcosa, abbiamo commesso degli errori. E’ un duro colpo, ma l’anno prossimo lotteremo di nuovo per vincere la Champions. Ci siamo battuti, ma dobbiamo rivedere qualcosa perché abbiamo subito troppi goal”.

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  • Ronald AraujoGetty Images Sport

    A GENNAIO NEL MIRINO DELLA JUVENTUS

    Quella di Araujo è stata una stagione anche condizionata da un infortunio che lo ha tenuto fuori fino a dicembre.

    Anche dopo il suo rientro, ha fatto fatica ad esprimersi ai consueti livelli, tanto che Flick spesso lo ha relegato in panchina preferendogli altri elementi.

    Sin qui in stagione ha totalizzato appena 23 presenze, 10 delle quali in campionato ed 8 in Champions League, ma le cose per lui sarebbero magari potute andare diversamente se solo a gennaio si fosse concretizzato il suo trasferimento alla Juventus.

    Per giorni si è parlato di una trattativa sul punto di sbloccarsi e di un club bianconero pronto a mettere sul tavolo qualcosa come 50 milioni di euro pur di assicurarsi il suo cartellino, anche per far fronte alle assenze di Bremer e Cabal, alla fine però il Barcellona ha deciso di non privarsi del suo capitano, costringendo la Juve a virare su altri obiettivi.

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