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Juventus TurinGetty

La Juventus e una debacle storica: tra sogno Scudetto sfumato e la necessità di arrivare almeno quarta

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Una disfatta che ha già assunto contorni ‘storici’ e che alla lunga rischia di diventare l’immagine simbolo di una stagione a questo punto da salvare.

La Juventus, crollando in casa contro l’Atalanta, è incappata in una sconfitta in un certo senso inspiegabile più nella forma che nella sostanza. Sì perché se perdere contro la Dea ci può stare per chiunque, è molto più complicato farlo per 4-0, tra le mura amiche del proprio stadio e dopo aver inanellato cinque vittorie consecutive in campionato.

Cinque successi che avevano permesso di scalare la classifica e di tornare a sognare, anche se nessuno lo ha mai detto ad ‘alta voce’, addirittura lo Scudetto.

Puntare al massimo traguardo, come è noto, richiede il dover superare una serie di esami e alla Vecchia Signora sono tremate le gambe nel momento che più contava. Quella che sarebbe potuta essere la partita che dava un senso diverso a tutto si è trasformata in un incubo ed ora le prospettive sono cambiate… o forse sono solo tornate ad essere quelle di poche settimane fa.

  • DOPO QUASI 58 ANNI

    Uno 0-4 fa male sempre e comunque, ma forse ancora di più se ti chiami Juventus e non sei abituata ad un certo tipo di debacle.

    Storicamente, la compagine bianconera è sempre stata tra quelle che hanno dominato in Italia (salvo periodi di appannamento più o meno brevi) ed è anche per questo che la sconfitta patita contro l’Atalanta ha assunto contorni che si spingo ben oltre una serata da dimenticare.

    La Juventus non aveva mai perso in casa con un tale scarto da quando gioca allo Stadium ed anzi, per un tracollo interno di tale portata bisogna riportare indietro le lancette del tempo di quasi 58 anni.

    La Vecchia Signora non subiva infatti uno 0-4 casalingo dal 22 ottobre 1967, da quando cioè si arrese ad un Torino chiamato a reagire dopo la tragica morte del grande Gigi Meroni avvenuta solo una settimana prima.

    Altri tempi e altro calcio e proprio per questo motivo quella con l’Atalanta non è stata una sconfitta come tutte le altre.

    La Juventus, tra l’altro, ha perso la sua imbattibilità interna in campionato dopo ben 21 partite: l’ultima battuta d’arresto davanti a propri tifosi risaliva al 12 febbraio 2024, quando fu l’Udinese ad imporsi per 1-0. Da allora molte cose sono cambiate e per tanti uomini che hanno lasciato la squadra, ne sono arrivati altri chiamati a dar vita ad un ciclo totalmente nuovo.

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  • Federico Gatti JuventusGetty

    ADDIO SOGNO SCUDETTO

    Negli ultimi mesi la Juventus non è mai parsa realmente in lotta per lo Scudetto, tuttavia gli ultimi cinque successi di fila l’avevano rilanciata al punto da modificare la visione delle cose di molti.

    D’altronde, vincendo contro l’Atalanta, i bianconeri avrebbero agguantato il terzo posto, restando a -6 dall’Inter capolista: una distanza tutt’altro che incolmabile.

    Lo 0-4 patito contro la Dea ha cambiato la prospettiva delle cose e quel flebile sogno oggi è tornato ad essere un qualcosa di impossibile.

    Lo ha ammesso anche Thiago Motta che, nel cercare di spiegare un crollo inimmaginabile fino ad un paio di ore prima, quasi con ‘tono liberatorio’ ha detto “Non si parlerà più di lotta Scudetto per noi”.

    La Juve si è sciolta come neve al sole nella partita che valeva un esame e, ironia della sorte, parlando di esami nella serata nella quale l’allievo Thiago Motta ha ritrovato il maestro Gasperini.

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  • QUARTO POSTO DA DIFENDERE

    Con la vetta distante nove lunghezze e con le prime tre della classe che si sono rilanciate con prepotenza nel 28° turno di campionato, alla Juventus resta ora formalmente un solo vero obiettivo: conservare quanto meno il quarto posto che garantisce un pass per la prossima Champions League.

    Un’impresa non semplice, visto che già nel corso della serata di lunedì la Lazio potrebbe superarla in caso di vittoria interna con l’Udinese.

    I biancocelesti hanno mostrato grande continuità nel corso del torneo e a -2 dai bianconeri c’è anche un Bologna reduce da tre vittorie consecutive, che gioca forse il miglior calcio d’Italia e che ha tutte le intenzioni di ripetere l’exploit dello scorso anno.

    Nella corsa che conduce ad una qualificazione Champions va inoltre inserita anche la Roma che, messo alle spalle un inizio da incubo, non solo si è ripresa alla grande, ma con Ranieri sta viaggiando a medie Scudetto. I giallorossi sono distanti sei lunghezze, pochissimi se si pensa a dove erano solo poche settimane fa.

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  • Thiago Motta JuventusGetty Images Sport

    UN FUTURO DA SCRIVERE

    Quando la Juventus si è presentata ai blocchi di partenza della stagione, erano stati in molti ad inserirla nel gruppo delle candidate allo Scudetto.

    Un qualcosa di normale dal punto di vista ‘storico’, ma le motivazioni si spingevano ben oltre l’albo d’oro della Serie A. Il club bianconero si era ritagliato un ruolo da protagonista assoluto in sede di calciomercato ed era ripartito da un allenatore, Thiago Motta, chiamato non solo ad aprire un nuovo ciclo, ma anche a portare quel bel gioco a lungo atteso all’ombra della Mole.

    Ebbene la Juve non solo non è mai parsa realmente capace di tenere il passo delle prime, ma nel corso dell’annata è incappata in sconfitte dolorose e quasi inspiegabili: quella in Supercoppa Italiana con il Milan, con due goal subiti in 4’ dopo essere passata in vantaggio, il 3-1 contro un PSV assolutamente alla portata che è valso l’eliminazione precoce dalla Champions League, la disfatta interna ai rigori contro l’Empoli che ha interrotto già ai quarti il cammino in Coppa Italia ed ora lo 0-4 con l’Atalanta.

    Tutte partite che rischiano di diventare l’emblema di quella che doveva essere la stagione del rinnovamento. Ora fallire l’obiettivo minimo del quarto posto è assolutamente vietato (da un punto di vista sportivo e non solo) e lo sa bene anche un Thiago Motta che forse gode di una posizione molto meno solida di quanto si possa immaginare.

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