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Fiorentina players Fiorentina Bologna Serie AGetty

La Fiorentina al centro della tempesta perfetta: contro il Lecce i novanta minuti più importanti degli ultimi anni

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La Fiorentina, nel corso degli ultimi anni, di partite importanti ne ha giocate diverse.

Ovviamente le prime che vengono alla mente sono le tre finali — una di Coppa Italia e due di Conference League — vissute sotto la gestione di Vincenzo Italiano.

Ma quella che la compagine gigliata si appresta a vivere è, probabilmente, la gara più importante della sua storia recente.

Questa volta in palio non ci sarà un trofeo, ma qualcosa di paradossalmente ancora più pesante: la possibilità di lanciare un segnale all’interno di una stagione che, iniziata tra proclami e ambizioni, ha finito per assumere i contorni di un incubo.

Contro il Lecce, i gigliati si giocheranno più dei tre punti: in un momento delicato sotto ogni punto di vista, in campo ci sarà ossigeno puro.

  • ALL’APPUNTAMENTO DA PENULTIMA

    Solo poche settimane fa, nonostante un avvio non propriamente brillante, in pochi avrebbero immaginato una Fiorentina ai blocchi di partenza del decimo turno di campionato da penultima forza del torneo.

    La squadra guidata da Stefano Pioli si presenterà a quello che è un vero e proprio scontro diretto con il Lecce con appena quattro punti in classifica, frutto di altrettanti pareggi e cinque sconfitte.

    Un bottino desolante, ma anche più o meno ciò che si è meritato per quanto prodotto.

    Perché la Fiorentina non può recriminare per aver raccolto meno di quanto seminato — anzi, in alcune partite come quelle con Pisa e Bologna, la sorte ha persino dato la sensazione di voler tendere una mano.

    Vincere vorrebbe dire non solo cogliere il primo successo in questo campionato, ma anche provare a uscire da quelle sabbie mobili della zona retrocessione che, col passare delle settimane, sembrano essersi fatte sempre più profonde.

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  • prade fiorentina intervista 16 9Getty

    UNA FIORENTINA SENZA PACE

    La Fiorentina giocherà quella che, al momento, è senza ombra di dubbio la partita più importante della stagione, mentre intorno a sé deve gestire un vero e proprio terremoto.

    È questo, infatti, l’effetto che ha avuto l’addio di Daniele Pradè.

    Un epilogo non del tutto inaspettato — il suo ciclo era di fatto concluso da tempo, prolungato oltre la soglia di sopportazione di un’intera tifoseria — ma sorprendente nelle tempistiche.

    Che i titoli di coda fossero vicini lo si era intuito già al termine della scorsa stagione, quando sarebbe stato probabilmente più semplice prendere decisioni forti.

    Vederli scorrere alla vigilia di 90’ fondamentali, però, non era immaginabile.

    La Fiorentina, nel suo momento più delicato, si ritrova priva non solo delle certezze in campo, ma anche dell’uomo forte della società.

    Con un Rocco Commisso da tempo lontano da Firenze, è stato proprio Pradè a vestire per mesi i panni del parafulmine, a metterci la faccia.

    La squadra oggi non ha più quell’ombrello che tante volte si è reso necessario, e l’addio del direttore sportivo assume i contorni di una chiamata collettiva alla responsabilità.

    Le scosse di assestamento sono ancora in corso, e solo le prossime settimane diranno chi prenderà il suo posto nell’organigramma.

    Intanto, però, la squadra deve cambiare passo sapendo che, comunque vada la partita, dopo il Lecce molte cose saranno destinate a cambiare.

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  • Pioli Getty Images

    PIOLI DEVE DARE UNA SVOLTA

    Nel vuoto che si è venuto a creare, l’uomo di maggiore esperienza all’interno della Fiorentina resta ora Stefano Pioli.

    È il tecnico sul quale il club gigliato ha deciso di puntare con forza per fare lo step successivo dopo una stagione da 65 punti.

    E lo stesso Pioli, pur di riabbracciare i colori viola e accettare una sfida sulla carta entusiasmante, ha rinunciato a uno di quei contratti — quello con l’Al Nassr — ai quali pochi avrebbero detto di no.

    Un atto d’amore verso una città che in passato gli aveva dato tanto.

    Ma i risultati, finora, non hanno dato ragione alla scelta.

    Lo stesso allenatore non ha nascosto la propria delusione (“Quando sono arrivato avevo promesso mari e monti”), ma soprattutto non ha ancora dato la sensazione di avere la cura giusta per una squadra malata.

    Perché i risultati della Fiorentina non sono frutto del caso, degli infortuni o di episodi, bensì di una mancanza totale di gioco e di un’involuzione sorprendente.

    A lui il compito di dare una svolta: contro il Lecce si gioca tantissimo, anche perché — nonostante le rassicurazioni e le dichiarazioni delle ultime settimane — la sua panchina non appare più così salda.

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  • LA RESPONSABILITÀ DEI GIOCATORI

    Chiaro che, nell’ambito di quello che fin qui è stato un vero e proprio disastro sportivo, una parte importante di responsabilità ricada anche sui calciatori.

    Magari non sono riusciti a comprendere le idee del loro allenatore, forse in alcuni casi sono stati sopravvalutati.

    Ma di fatto, quasi nessuno è riuscito a esprimersi ai livelli della scorsa stagione.

    In tanti sono l’ombra dei giocatori che avevano dimostrato di essere, compreso Kean, che proprio in riva all’Arno aveva rilanciato la propria carriera, mostrando finalmente con continuità le sue qualità.

    Ora la svolta passa anche da loro.

    Quando la Fiorentina scenderà in campo contro il Lecce, lo farà da penultima, ancora in cerca del primo successo stagionale — al pari di Genoa, Verona e Pisa — e con la peggior difesa del campionato, quindici gol subiti.

    Servirà dunque un atto di responsabilità da parte di tutti, per non rischiare di imboccare una strada che potrebbe essere senza ritorno.

    E sarebbe un paradosso enorme, proprio nell’anno più simbolico: quello del centenario.

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