La decisione del TAR: resta il vincolo della Soprintendenza, il Meazza non si può abbattere

Il TAR della Lombardia ha dunque dichiarato inammissibile il ricorso del Comune di Milano e nel farlo ha comunicato le sue motivazioni.

“Il ricorso è inammissibile, in parte per difetto di interesse, laddove contesta i pareri espressi dalla Soprintendenza e dal Segretariato Regionale, in parte per difetto di giurisdizione, laddove censura la configurabilità di un archivio esposto in ragione della non riconducibilità dei beni interessati al patrimonio comunale.

Le due disposizioni palesano che la verifica di interesse culturale ha ad oggetto immobili risalenti ad oltre settanta anni, pertanto ogni valutazione anticipata non assume rilievo ai fini della configurabilità della dichiarazione di interesse culturale”.

La conferma del vicolo da parte del TAR della Lombardia si traduce in una decisione molto importante: stadio Giuseppe Meazza non potrà essere abbattuto a causa del valore storico del suo secondo anello che è stato costruito quasi settant’anni fa, soglia questa che gli consentirà di raggiungere il ‘requisito di vetustà’.

Non sarà dunque l’impianto di San Siro a far spazio ad un nuovo stadio.

Tale decisione impone inoltre che non possa nemmeno essere modificato.

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è intervenuto sull’argomento.

“E’ questa la prova che la nostra via di provare a rigenerare San Siro è l’unica possibile. La sentenza di oggi dice che lo stadio non è abbattibile e quindi abbiamo due opzioni: riuscire le squadre a rigenerarlo, cosa che sarebbe una vittoria per la città, oppure trasformarlo in un qualcosa che gli farebbe perdere un po’ del suo ruolo”.