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Marco RossiSzabó Miklós

L’Ungheria non ci sarà ai Mondiali del 2026, Marco Rossi: “Dura pensare al futuro, io il primo responsabile”

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L’Ungheria non sarà tra le squadre che prenderanno parte ai prossimi Mondiali del 2026.

La Nazionale magiara ha visto svanire la possibilità di giocare, dopo quarant’anni di attesa, un Campionato del Mondo, nel modo più crudele possibile.

Dopo aver sognato anche la qualificazione diretta, ha infatti incredibilmente perso la possibilità di partecipare ai playoff perdendo in casa al 96’ contro l’Irlanda, dopo essere stata anche per due volte in vantaggio.

Una grande delusione ovviamente anche per il commissario tecnico Marco Rossi che, dopo la partita, non ha voluto sbilanciarsi sul suo futuro.

  • “NON HO PAROLE”

    “In questo momento non ho parole, non so cosa dire, sono molto deluso e triste per i ragazzi, per i tifosi e per tutto il Paese. Abbiamo perso in casa all’ultimo minuto, dopo che abbiamo avuto diverse occasioni per andare sul 3-1”.

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  • “DURA PERDERE IN QUESTO MODO”

    “Sapevamo che il risultato non era al sicuro, abbiamo avuto molti problemi e diversi giocatori hanno chiesto il cambio. Ecco perché abbiamo perso, non potevamo competere con la fisicità dell’Irlanda. E’ molto dura perdere in questo modo, è una cosa difficile da accettare”.

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  • “NON POSSO DIRE NULLA AI RAGAZZI”

    “Abbiamo perso all’ultimo secondo e quando accade non ci si può lamentare dell’atteggiamento della squadra. I ragazzi hanno fatto tutto quello che dovevano, non posso dirgli nulla. Sapevamo che l’Irlanda poteva crearci dei problemi, ma con un po’ di fortuna avremmo potuto chiudere i giochi”.

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  • “DIFFILE PENSARE AL FUTURO”

    “Non meritavamo di uscire dal campo in questo modo. Adesso valuteremo con i dirigenti qual è la direzione da prendere. C’è una situazione che va chiarita. Sarà molto difficile rialzarsi ed è difficile per me pensare ora al futuro e alle prossime partite. Sono commissario tecnico da sette anni e non mi sono mai sentito peggio. Non voglio cercare alibi, sono io il responsabile numero uno”. 

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