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De Bruyne City Napoli  2-1GOAL

Kevin De Bruyne torna ‘a casa’: con il Napoli per sfidare quel Manchester City del quale è diventato una leggenda

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Uno scherzo del destino o, più semplicemente, del calendario: Kevin De Bruyne si appresta a fare il suo esordio in Champions League con la maglia del Napoli e non lo farà in un posto qualunque, ma in quella che per dieci anni è stata casa sua.

Il campione belga torna all’Etihad Stadium da avversario per affrontare quel Manchester City del quale è stato bandiera e con il quale si è consacrato come uno dei più forti giocatori della sua generazione.

Una sfida che, per forza di cose, sarà diversa da tutte le altre per chi, dalle parti di Manchester, è considerato una leggenda: uno degli uomini che hanno contribuito a trasformare un club, per decenni quasi snobbato dai cugini dello United, in una delle più grandi potenze del calcio mondiale.

KDB vivrà una notte da protagonista più atteso in assoluto, e la cosa non rappresenta propriamente una novità per un campione del suo calibro. Questa volta, però, è chiamato a dare un dispiacere a quei tifosi che per anni hanno intonato il coro “Oh Kevin De Bruyne”, rendendolo tra i più famosi della Premier League.

  • de bruyneGetty Images

    UNA LEGGENDA DEL MANCHESTER CITY

    Spesso, in ambito sportivo, il termine “leggenda” viene utilizzato con troppa facilità, ma se è lo stesso club nel quale hai militato per dieci anni a definirti così, le cose cambiano.

    Il Manchester City, a due giorni dalla sfida con il Napoli valida per la prima giornata della “Fase Campionato” della Champions League 2025-2026, ha pubblicato sul proprio sito ufficiale un video dal titolo “How Kevin De Bruyne became a Manchester City legend”, ovvero “Come Kevin De Bruyne è diventato una leggenda del Manchester City”.

    Un tributo non scontato, ma evidentemente sentito, quello dei Citizens, che hanno così voluto rendere omaggio a colui che “è stato il cuore pulsante del Manchester City per un decennio”.

    “Cuore pulsante” è forse la definizione migliore che si potesse trovare per un giocatore che al City non solo è diventato grande, ma si è preso anche una rivincita su chi aveva intravisto le sue qualità senza avere la forza di scommetterci realmente.

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  • L’ARRIVO NEL 2015

    Quando, nell’agosto del 2015, il Manchester City lo ha prelevato dal Wolfsburg, ha investito per il suo cartellino circa 78 milioni di euro.

    Una cifra che oggi probabilmente non sorprende più, ma dieci anni fa fece discutere. Con De Bruyne, i Citizens si erano assicurati uno dei centrocampisti europei dal potenziale più alto in assoluto, ma anche un ragazzo che aveva già militato in Premier League senza lasciare tracce del suo passaggio.

    Il primo club inglese a puntare su di lui era stato, tre anni prima, il Chelsea, che lo aveva prelevato dal Genk, lasciandogli però continuare il percorso di maturazione in Belgio.

    Vestirà effettivamente la maglia dei Blues solo a partire dal 2013, dopo una grande annata in prestito al Werder Brema, ma a Londra non riusciranno a valorizzarlo. Agli ordini di José Mourinho, collezionerà appena tre presenze in Premier League, prima di trasferirsi già a gennaio al Wolfsburg per 16 milioni di euro.

    Al Chelsea non avevano fondamentalmente capito cosa avessero tra le mani e si erano arresi di fronte alle prime prestazioni non all’altezza della situazione, per poi vederlo esplodere altrove.

    Al Wolfsburg si consacrerà definitivamente, ma sarà al Manchester City, dove per diversi anni sarà il giocatore più costoso della storia del club, che si imporrà come uno dei più grandi della sua generazione, sorprendendo molti.

    Quando De Bruyne è sbarcato sul pianeta City, in tanti dubitavano delle sue possibilità di esprimersi al massimo anche in Premier League, vista la precedente esperienza al Chelsea. Il resto è storia.

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  • Kevin De Bruyne Pep Guardiola Manchester City 2024-2025Getty Images

    IL CONNUBIO CON GUARDIOLA

    Quando Kevin De Bruyne è approdato al Manchester City, il meraviglioso ciclo Guardiola non era ancora iniziato.

    Il tecnico spagnolo, all’epoca, sedeva (e vinceva) sulla panchina del Bayern Monaco, mentre alla guida dei Citizens c’era Manuel Pellegrini.

    La prima stagione di KDB a Manchester è stata scandita da 41 presenze complessive, 16 gol, un infortunio al ginocchio che lo ha costretto a saltare diverse partite, e da un continuo girovagare in campo. Viene utilizzato soprattutto da esterno, sia di destra che di sinistra, con qualche incursione sulla trequarti.

    Sarà solo un anno dopo, con l’arrivo di Guardiola, che per lui le cose cambieranno realmente. Il tecnico ha subito intuito che è da centrocampista che il gioiello belga può far cambiare marcia alla squadra.

    Accentra il suo raggio d’azione, lo arretra e gli affida le chiavi della squadra. La cosa si traduce in meno gol, ma il gioiello belga si trasforma in un giocatore fantastico, un fuoriclasse che, grazie anche alle idee di Guardiola, contribuirà a riscrivere le regole di un ruolo e a cambiare il calcio.

    Si viene a creare un rapporto quasi di simbiosi: De Bruyne diventa gli occhi, il cervello e i piedi in campo del suo allenatore. La prima stagione insieme, quella del record di 20 assist in un solo campionato di Premier League, farà da preludio a una delle epopee più straordinarie della storia recente del calcio.

    I due vinceranno insieme sei campionati e, in generale, tutto ciò che si può vincere (più volte) a livello nazionale, portando il City a livelli mai immaginati.

    Il trionfo in Champions League del 2023 rappresenterà il momento più alto, ma anche l’inizio forse della fine di una storia che prima o poi doveva giungere al suo epilogo.

    “È bello che torni – ha spiegato Guardiola alla vigilia della sfida col Napoli – sarà emozionante rivederlo dopo la partita. Non mi sorprende il suo rendimento in Italia: giocatori del suo livello non hanno bisogno di periodi di adattamento. Cosa dà in più al Napoli? Il suo incredibile talento, la visione di gioco, i passaggi, i gol. De Bruyne è unico”.

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  • SUBITO LEADER A NAPOLI

    Se quando è arrivato al City molti dubitavano delle sue capacità di adattamento al calcio inglese, quando il Napoli lo scorso giugno ha annunciato il suo arrivo, in molti hanno messo in risalto un particolare: la sua età.

    Il Kevin De Bruyne di 34 anni, con oltre 400 partite nelle gambe con i Citizens, non può essere quello dei tempi migliori, ma come ha spiegato Guardiola si tratta pur sempre di un giocatore “unico”.

    Il fuoriclasse belga non solo si è adattato in brevissimo tempo a un calcio nuovo, ma si è imposto fin da subito come uno dei leader tecnici di una squadra che, dopo aver vinto il secondo Scudetto in tre anni, non punta solo a ripetersi, ma vuole ritagliarsi un posto tra le grandi d’Europa.

    Antonio Conte, nelle prime tre uscite stagionali, gli ha sempre consegnato una maglia da titolare, e la fiducia riposta è già stata ripagata con due reti.

    Che si tratti di giocare in mediana o più avanzato sulla trequarti cambia poco: il Napoli può contare su un giocatore di classe superiore che in Serie A ha già dimostrato di poter fare la differenza.

    Ora è chiamato all’esame più probante da quando veste la maglia azzurra: la partita contro la squadra della quale è diventato una leggenda. Questa volta proverà a dare un dispiacere ai tifosi dell’Etihad, ma nulla cambierà ciò che è stato.

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