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Gianni Infantino 2025Getty

Infantino cittadino onorario di Reggio Calabria: “La mia città e la Reggina deve tornare in Serie A”

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Gianni Infantino ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Reggio Calabria.

Il presidente della FIFA ha vissuto una giornata dalle forti emozioni in quella che è la città della quale suo padre era originario e nella quale, come da lui stesso svelato, tornava spesso da bambino per trascorrere le sue vacanze.

Infantino non solo ha voluto ricordare i suoi legami con una terra che gli ha riservato una splendida accoglienza, ma ha anche spiegato che è riuscito a raggiungere grandi traguardi nella vita, anche grazie “ai valori, alla voglia di sognare e di non arrendersi mai di questa terra”.

  • “QUESTA E’ LA MIA CITTA’”

    “Reggio Calabria è la città di mio padre ed è anche la mia. Due settimane fa ero alla Casa Bianca al fianco del presidente Trump, ma l’emozione che provo oggi è completamente diversa. Questa è la splendida terra che mi ha dato la voglia di provarci sempre. Devo dire grazie ai miei genitori per quello che ho fatto, se oggi sono dove sono lo devo a mio padre e ai valori di questa terra”.

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  • “REGGIO CALABRIA MERITA LA SERIE A”

    “Io ho da sempre l’amaranto nel cuore e fa male non vedere la Reggina in Serie A. Reggio Calabria merita di stare in Serie A, merita di essere riconosciuta per quello che è il suo potenziale. Qui ci sono talenti, passione ed una tradizione da valorizzare. Non è solo una questione di calcio, ma di identità. Parlerò con chi di dovere per fare in modo che si possa avere una squadra ai più alti livelli”.

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  • “UNA CAPITALE DEL SUD”

    “Io ho girato il mondo e posso dire che qui c’è il più bel lungomare in assoluto. Reggio Calabria merita di essere riconosciuta per quello che è il suo potenziale ed ha tutto per diventare una capitale del Sud, comprese storia, mare e persone straordinarie”.

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  • “QUESTA SERA AL GRANILLO”

    “Questa sera ci vediamo al Granillo per il raduno di ‘Operazione Nostalgia’. Ho un po’ di mal di schiena, ma proverò a scendere in campo. E’ uno stadio che mi porta indietro nel tempo, con due biglietti entravamo in venti e facevamo il tifo”. 

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