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Santi Cazorla Getty

Il paradosso di Santi Cazorla: “Vorrei giocare gratis, ma non è permesso”

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E’ stato per anni uno dei più forti centrocampisti dell’intero panorama calcistico europeo, un campione che ha legato il suo nome soprattutto al Villarreal e all’Arsenal e che ha fatto parte della generazione d’oro del calcio spagnolo.

Santi Cazorla nonostante le 39 primavere e nonostante i tanti infortuni e le tantissime operazioni chirurgiche subite negli anni, continua ad essere protagonista in campo e oggi lo fa con nella società nella quale è cresciuto calcisticamente quando era giovanissimo: il Real Oviedo.

L’obiettivo è quello di riportare gli ‘Azules’ in Liga e fin qui in stagione è stato ottimo protagonista totalizzando 20 presenze in campionato nonostante un serio infortunio alla coscia l’abbia costretto ad un mese e mezzo di stop a fine 2023.

Per Cazorla tornare ad Oviedo è stata una questione di cuore e, per tale motivo, si è accontentato di un salario minimo di 93mila euro l’anno.

  • “GIOCHEREI GRATIS, MA NON E’ PERMESSO”

    In realtà Santi Cazorla, in fase di trattative, aveva chiesto al suo club uno stipendio pari a zero. La sua volontà era quella di giocare gratis, ma si è dovuto ‘scontrare’ con regole molto rigide.

    “Io giocherei anche gratis, ma non è permesso - si legge su ‘The Guardian’ - Mi hanno fatto una buona offerta, ma mia moglie mi ha detto ’No, non vai ad Oviedo per guadagnare, torni a casa per godertela, per aiutare e per dare. Ho chiamato il mio agente e gli ho detto che non volevo soldi. Non era possibile e quindi al presidente ho proposto stipendio minimo. Abbiamo fatto tutto quella notte”.

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  • “ERO SPAVENTATO”

    Cazorla ha fatto ritorno all’Oviedo la scorsa estate, nonostante avesse tanti dubbi.

    “Volevo essere all’altezza. Non volevo essere quello che tornava per far vendere magliette o perché veniva dal settore giovanile. Voglio sentirmi un calciatore. La responsabilità pesa e all’inizio ero un po’ spaventato. Non sai se sei abbastanza bravo, cosa che succede comunque: non solo allo stesso livello, soprattutto dal punto di vista fisico. Arrivi a 38 anni e da tre anni in un calcio minore. Avevo un problema al pube, non ho fatto il pre-campionato e la squadra era in difficoltà. Mi sentivo ancora peggio perché non potevo dare un aiuto”.

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  • “PRIMA NON MI RISPETTAVANO COSI’”

    L’Oviedo, dopo una splendida cavalcata, si è portato in piena zona playoff a solo tre punti da quella piazza che garantisce la promozione diretta.

    Cazorla è uno dei giocatori più rappresentativi della Segunda Division e la cosa si percepisce anche in campo.

    “Al minimo calcio, gli avversari chiedono scusa. Prima non mi rispettavano così tanto”.

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