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Marco Macina

Il Bologna, Mancini, il Milan e l’infortunio al crociato, Macina: “Ero più forte di Cristiano Ronaldo”

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Il suo nome è probabilmente poco noto agli appassionati di calcio più giovani, ma c’è stato un momento nel quale Marco Macina è realmente stato considerato da tanti uno dei più grandi talenti del calcio mondiale.

E’ approdato al Bologna nel 1978 insieme ad un certo Roberto Mancini, uno dei più grandi campioni dell’intera storia del calcio italiano, e allora tra i due erano in molti a preferire il primo che, rispetto al giovane compagno di squadra, era meno trequartista e più giocatore di fascia.

Marco Macina, che nel 1984 si guadagnerà il trasferimento al Milan, vedrà poi la sua carriera caratterizzata da un infortunio che di fatto porrà fine al suo sogno a soli 23 anni.

L’ex attaccante, in un’intervista rilasciata a ‘La Gazzetta dello Sport’, ha parlato della sua carriera e delle sue qualità tecniche.

  • “IL PIU’ FORTE DEI FORTISSIMI”

    “Dai 14 ai 19 anni ero il migliore di tutti. Un giorno un dirigente della nazionale giovanile azzurra mi disse: sei il più forte dei fortissimi. Era vero”.

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  • “PIU’ TECNICA DI CRISTIANO RONALDO”

    “Il mio punto di forza? La tecnica, la padronanza del pallone. Più di Cristiano Ronaldo, più di Ibra. Giocavo ala sinistra, facevo la differenza. Il grande Nils Liedholm sosteneva che ero unico calciatore al mondo a correre più forte con il pallone che senza”.

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  • “E’ MANCATA LA FORTUNA”

    “C’è stata qualche scelta sbagliata, come quando mio padre disse sì al Bologna. Avevo 14 anni, ero ancora un bambino. Non ero pronto, non ero maturo. Andavo in ritiro con la prima squadra, ma può immaginare le come ci si può sentire a dovere lo spogliatoio con gente che ha dieci-venti anni in più? E poi certo, qualche opportunità non l’ho colta, il crociato che mi si spezza a 24 anni, le circostanze della vita. Un po’ di fortuna che nel calcio mi è mancata, a differenza della vita: a 20 anni sono uscito illeso da un incidente spaventoso sulla Firenze-Bologna, quel giorno ho avvertito una presenza sovrannaturale che mi ha salvato”.

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  • “MI RIVEDO IN LEAO”

    “Se mi rivedo in qualcuno? Leao: sono onorato quanto qualcuno che mi ha visto giocare dice che ci somigliamo. Lui potenzialmente è un fenomeno, ma in giro non ce ne sono poi tanti. Il livello si è abbassato drasticamente. Qualche giorno fa guardato Borussia Dortmund-Barcellona in tv: ecco per come giocava la difesa del Barça, io sarei andato in porta da solo almeno una decina di volte”.

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