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Jens Petter Hauge

Hauge sfida la Lazio: come sta andando la carriera dell’ex Milan, dal flop all’Eintracht al ritorno al Bodø/Glimt, con l'Europa League nel destino

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Toh, chi si rivede: nel Bodø/Glimt che questa sera sfida la Lazio nell’andata dei quarti di finale di Europa League gli occhi cadranno inevitabilmente sul numero 23 giallonero. Jens Petter Hauge da quelle parti non è e non sarà mai uno qualunque: il figliol prodigo tornato alla base dopo aver calcato palcoscenici prestigiosi, senza però riuscire ad imporsi. Lui che in una sera di fine settembre del 2020 aveva fatto innamorare il Milan, irrompendo sulla scena europea con una prestazione senza senso a San Siro proprio in Europa League, tanto da guadagnarsi la chiamata dei rossoneri. 

  • L'addio al Milan e le difficoltà all'Eintracht

    Un’esperienza breve, chiusa con quel senso di incompiutezza e incompletezza, quel retrogusto amaro dettato dai colpi che aveva comunque fatto intravedere con il Diavolo, come quel magnifico goal realizzato a Napoli. La presenza di Leao, le scelte di Pioli e il peso della maglia rossonera hanno spinto poi le parti verso il divorzio, con l’Eintracht Francoforte che ha accolto il norvegese senza mai riuscire però a dargli continuità: motivi tattici alla base, visto che il 3-4-2-1 utilizzato prima da Glasner e poi da Toppmoller lo ha portato ad essere impiegato nei ruoli più disparati (trequartista, esterno a tutta fascia, ala destra nello sviluppo col 4-4-2), senza mai avere l’opportunità di mettersi in luce partendo dalle sue zolle preferite, da ala sinistra col licenza di accentrarsi. Lì dove aveva fatto ammattire Calabria in quella sera galeotta, tanto da spingere l’allora vicecapitano rossonero a corteggiarlo insistentemente sui social per convincerlo a scegliere il Milan, come raccontato dallo stesso Jens nell’intervista concessa alla ‘Gazzetta dello Sport’.

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  • Una carriera imprevedibile

    Ma Hauge in questi anni ha dovuto fare i conti anche con il peso delle aspettative, con l’altalena di emozioni dettata dalle imprevedibili direzioni che ha preso la sua carriera: da astro nascente al Bodo a nuova stellina del Milan, dalla vittoria dell’Europa League con l’Eintracht, giocando anche la finale di Siviglia contro i Rangers Glasgow, allo scarso minutaggio avuto incomprensibilmente nell’assolutamente dimenticabile parentesi in prestito al Gent. 

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  • Il ritorno a casa

    Da lì la scelta a gennaio 2024 di tornare a casa, di ritrovare certezze e serenità per rimettersi in carreggiata e ricostruirsi un futuro: 9 goal e 7 assist in Eliteserien, la maglia numero 10 da sfoggiare nel campionato 2025, la doppietta col Porto come highlight della fin qui esaltante cavalcata in Europa League. Adesso l’ostacolo Lazio, l’incrocio con il suo ex compagno e capitano ai tempi del Milan Alessio Romagnoli, un pass per le semifinali da conquistare costruendo il vantaggio sul sintetico dell’Aspmyra Stadion, su cui sono già cadute in questa stagione squadre come Porto, Besiktas, Maccabi Tel Aviv, Twente e Olympiacos.

    Se il Bodø può sognare in grande è anche grazie al talento di Jens Petter Hauge: tutti i momenti clou della sua carriera sono arrivati in Europa League, chissà che anche stavolta questa coppa non gli porti fortuna.

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