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Golazo - Anche il Cile ha il suo Mjällby: il Coquimbo Unido è a un passo dal primo storico trionfo

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I colori sociali sono gli stessi: il giallo e il nero. La cornice, qui come là, sono il porto, l'acqua, la pesca, le navi. E ora anche l'impresa storica sta per accomunare il Coquimbo Unido al Mjällby, la piccola squadra di un villaggio svedese che si è appena conquistata le copertine di tutta Europa vincendo il campionato contro qualsiasi pronostico.

A Coquimbo, città che rispetto alla svedese Solvesborg e all'area urbana di Hällevik conta un numero decisamente superiore di abitanti (163.000 circa), non solo stanno sognando il momento più alto della squadra di calcio locale: lo stanno toccando con mano. Perché sì, il Coquimbo Unido sta per diventare per la prima volta campione del Cile. Davanti al Colo Colo, alla Universidad de Chile, alla Universidad Catolica, a tutte.

62 sono i punti conquistati dagli aurinegros (gialloneri, appunto, o nero-oro) dopo 25 giornate. Addirittura 13 in più rispetto alla Catolica, seconda in classifica, quando alla conclusione del campionato mancano appena cinque giornate. Insomma, è quasi fatta: un'altra storia in stile Mjällby, con le dovute proporzioni, sta per essere scritta nel giro di pochissime settimane.

  • UN DOMINIO TOTALE

    Il Coquimbo Unido, che come sempre ai nastri di partenza veniva collocato dietro alle grandi del Cile nei pronostici e che solo quattro anni fa giocava in seconda serie, ha fatto e sta facendo piazza pulita: in 25 giornate ha vinto addirittura 19 volte, pareggiando 5 partite e perdendone una sola ad aprile, contro un Colo Colo lontanissimo dalla vetta e sempre più vicino all'esclusione della prossima Copa Libertadores.

    Da quella partita, che li ha visti uscire dal campo battuti per 2-0, gli uomini dell'ex allenatore a interim Esteban Gonzalez non hanno più mancato un colpo: 13 vittorie di fila, striscia ancora aperta e decisiva per prendere il largo. Nel calcio cileno è un record assoluto. Nell'elenco delle vittorie fanno capolino proprio quelle contro le big: 1-0 contro la Universidad de Chile, 3-0 esterno contro la Catolica ovvero la più immediata inseguitrice, quindi l'1-0 della rivincita contro il Colo Colo il 19 ottobre.

    Il segreto, che in realtà un segreto non è? Una fase difensiva di ferro: sono appena 13 le reti al passivo in tutto il campionato, una sola nelle ultime 5 giornate. La squadra di Gonzalez, che nel 2018 allenava in terza serie e oggi sta per diventare campione del Cile, lascia agli avversari il possesso e costruisce un muro davanti al trentottenne portiere Diego Sanchez: fin qui ha avuto appena il 40,8% di possesso palla in media.

    Il Coquimbo Unido, in questo modo, si è qualificato per la seconda volta nella propria storia alla Libertadores: nel 2026 entrerà direttamente nella fase a gironi. Sarà la seconda partecipazione della propria storia dopo quella del 1992, nella quale i Piratas avevano chiuso all'ultimo posto in un raggruppamento con Colo Colo, Universidad Catolica, Newell's Old Boys e San Lorenzo.

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  • Coquimbo UnidoGetty Images

    MAI COSÌ IN ALTO

    Mai il Coquimbo Unido era riuscito a spingersi così in alto nel corso della propria storia. Anche se in qualche occasione effettivamente ci aveva provato: in quel 1992 della Libertadores, ad esempio, pass conquistato grazie a un secondo posto in campionato poi ripetuto nell'Apertura del 2005. Due piazzamenti che, a oggi, rappresentano il punto più alto mai toccato in patria dal club giallonero.

    Il sogno di vincere per la prima volta un trofeo stava per materializzarsi già nel 2020, a dire il vero. Nell'anno del Covid il Coquimbo Unido ha scalato diversi turni della Copa Sudamericana, eliminando nei quarti il favorito Junior e arrivando fino alle semifinali. Il cammino si è interrotto proprio lì contro il Defensa y Justicia di Hernan Crespo, poi campione nella finale tutta argentina contro il Lanus.

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  • IL "GEMELLAGGIO" COL MJALLBY

    E dunque, ora che la maledizione del "quasi" sta per essere spezzata, ecco che sorge il parallelismo tra il Coquimbo Unido e il Mjallby. Due espressioni calcistiche di altrettante realtà portuali, due squadre abituate a rimanere nelle retrovie. Con l'incredibile coincidenza dei colori sociali identici, come già ricordato: il giallo e il nero.

    Nelle ultime settimane, in concomitanza col trionfo del Mjallby e con quello ormai a un passo del Coquimbo Unido, è nato così una sorta di "gemellaggio" tra le due tifoserie. L'emittente svedese TV4 Nyheterna ha confezionato un servizio sulle due sorprese del pallone mondiale, sottolineando come i tifosi cileni abbiano inondato di messaggi i forum di quelli svedesi, con tanto di cuori gialli e neri, in attesa di ripeterne le gesta.

    Non solo: l'attaccante Tom Pettersson, autore di 6 reti nel cammino del Mjallby verso il leggendario titolo di campione di Svezia, è solito coprirsi un occhio in segno di esultanza dopo aver segnato, mimando un pirata. E proprio questo, un pirata, è il simbolo del Coquimbo Unido.

    L'acqua, del resto, è ricorrente nella storia del club cileno. La storia dei colori sociali ne è il più chiaro esempio: tutto risale al 24 aprile del 1903, quando il Coquimbo Unido sfidò l'equipaggio della nave inglese HMS Flora, si impose per 1-0 e il capitano Casper J. Baker consegnò ai vincitori delle maglie gialle e nere, mai più abbandonate fino a oggi.

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  • CI HA GIOCATO ANCHE PINILLA

    Se l'allenatore più importante della storia del Coquimbo Unido è José Sulantay, l'uomo del secondo posto nel 1992, scomparso un paio d'anni fa, non sono molti i personaggi noti a livello internazionale della storia giallonera. Ma uno ha fatto faville anche qui da noi: Mauricio Pinilla.

    L'ex centravanti tra le altre di Palermo, Cagliari, Genoa e Atalanta, portato in Italia dall'Inter all'inizio del millennio, ha chiuso la carriera proprio nel Coquimbo Unido. Vi ha militato per due anni, dal gennaio del 2019 al febbraio 2021, prima di ritirarsi dal calcio giocato a causa dell'età avanzata e dei troppi infortuni. Non è andata benissimo: nel 2019 la squadra si è qualificata alla Sudamericana, ma nel 2020, mentre raggiungeva le semifinali, è retrocessa in Primera B.

    "Il Coquimbo ha segnato la mia vita - ha detto Pinilla qualche mese dopo - perché mi ha chiamato nel momento peggiore della mia carriera. Io a dire il vero non avevo mai pensato di giocare per loro, ma è stata una delle esperienze più belle che abbia mai vissuto. L'affetto della gente, come mi hanno trattato. Ci siamo qualificati per la Copa Sudamericana e mi sono divertito tantissimo. Oggi il mio cuore è un po' giallonero".

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  • Cecilio Waterman USA PanamaGetty

    IL FAN NUMERO UNO DI THIERRY HENRY

    Quanto agli uomini attuali, quelli che stanno costruendo l'impresa leggendaria, non compaiono stelle di prima grandezza nella rosa di Gonzalez. Sta facendo parlare di sé il numero 10, l'argentino Matias Palavecino, 7 assist in campionato e 5 nella Copa Chile. Ma il compito di andare a segno è del trentaquattrenne Cecilio Waterman, uno dei pochi stranieri della rosa. Non è cileno e non viene neppure dall'Argentina: è panamense.

    Waterman ha segnato 9 volte in 23 presenze, è il capocannoniere della squadra e uno dei migliori marcatori del campionato. Potrebbe essere definito l'uomo dal timing sbagliato: da anni è nel giro della nazionale di Panama, ma nel suo curriculum compare un buco temporale che va dal 2013 al 2019. In mezzo Panama ha partecipato all'unico Mondiale della propria storia, nel 2018 in Russia: lui non c'era.

    Giramondo del calcio sudamericano, tra Uruguay, Perú e Cile, Waterman sta per recuperare il tempo perduto. Non solo in Cile, ma anche con Panama: la sua nazionale è prima nel proprio gruppo delle Qualificazioni Mondiali, davanti al Nicaragua, e ha possibilità più che concrete di essere presente negli Stati Uniti, in Messico e in Canada nell'estate del 2026. In tal caso, stavolta ci sarà anche lui.

    E poi, il nome e il cognome di Cecilio Waterman vi dicono proprio nulla? Tornate indietro al 21 marzo e vi si accenderà la luce: è il giocatore che dopo aver segnato il goal decisivo contro gli Stati Uniti è corso ai bordi del campo per abbracciare senza freni Thierry Henry, presente nelle vesti di commentatore della CBS, urlandogli un "sei il mio idolo!" che ha fatto rapidamente il giro del mondo e dei social.

  • DOMENICA DI GLORIA?

    Con le reti di Waterman, gli assist di Palavecino e una difesa granitica, il giorno della storia potrebbe essere finalmente arrivato: domenica sera il Coquimbo Unido diventerà per la prima volta campione nazionale in caso di vittoria semplice contro l'incostante Unión La Calera (7 sconfitte nelle ultime 10 giornate). E comunque basteranno due punti in cinque partite: un'inezia per chi le sta vincendo tutte.

    La festa, insomma, è pronta. Lo champagne è già in ghiaccio. Ed è una festa a cui parteciperanno tutti: gli abitanti di Coquimbo, gli sportivi cileni che ancora credono nelle prime volte. Ma anche un minuscolo villaggio svedese che, dall'altra parte del mondo e a più di 13.000 chilometri di distanza, attende di essere raggiunto nella leggenda.

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