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Napoli players Milan Napoli Serie AGetty

Gli infortuni, le scelte di Conte e la superiorità numerica non sfruttata: il Napoli non supera l’esame Milan

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Due indizi non fanno una prova ma solo una coincidenza secondo la grande Agatha Christie, sta di fatto che il Napoli, al secondo vero esame con una big, è incappato nella sua seconda sconfitta stagionale.

La prima l’aveva patita sul campo del Manchester City, vedendo così farsi subito in salita il suo cammino nella ‘Fase Campionato’ della Champions League, la seconda è stata se possibile più dolorosa.

Sì perché è arrivata contro una diretta concorrente nella corsa che conduce allo Scudetto come il Milan. Un risultato, quello maturato a San Siro, che per forza di cose carica i rossoneri che inanellano la loro quarta vittoria consecutiva nel torneo, e fa sorgere qualche dubbio sulla tenuta dei campioni d’Italia.

Ovviamente siamo solo a fine settembre e non è tempo di bilanci, ma resta da capire perché la squadra di Conte si sia arresa alle uniche due grandi che fin qui ha incontrato sul suo cammino.

  • LE SCELTE DI CONTE NON HANNO PAGATO

    A San Siro, Conte ha dovuto schierare una squadra rimaneggiata a causa degli infortuni che hanno colpito soprattutto il reparto difensivo.

    Il tecnico azzurro ha dovuto rinunciare a Buongiorno e Rrahmani, ovvero i due pilastri della linea a quattro, ma anche a Olivera e Spinazzola, i due padroni dell’out di sinistra.

    Assenze, ovviamente, molto pesanti, che hanno ridotto al minimo i margini di scelta. Ma proprio l’unica decisione non imposta ha fatto sorgere qualche dubbio.

    Pensando evidentemente anche al prossimo impegno di Champions con lo Sporting Lisbona, Conte ha deciso di lanciare dal 1’ in una difesa già sperimentale Luca Marianucci, al debutto assoluto con il Napoli, preferendolo al più collaudato Beukema.

    Una scelta che non ha dato i frutti sperati, visto che al 3’ proprio l’ex Empoli è stato superato fin troppo facilmente da Pulisic nell’azione che ha poi portato all’1-0 di Saelemaekers.

    Certo, il Napoli non ha perso per colpa di Marianucci, visto che nessuno tra gli elementi della linea difensiva ha giocato una partita all’altezza delle aspettative. Ma subire gol in apertura ha reso le cose subito estremamente complicate.

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  • Kevin De Bruyne NapoliGetty

    DE BRUYNE HA PERSO IL CONFRONTO CON MODRIC

    Tra tutti i giocatori arrivati in Italia nel corso della sessione estiva di calciomercato, due in particolare si sono guadagnati nel tempo l’etichetta di campioni: Modric e De Bruyne.

    Entrambi si sono consacrati come due tra i centrocampisti più forti di tutti i tempi: il primo ha contribuito a scrivere pagine importanti della storia del Real Madrid, mentre il secondo è, senza ombra di dubbio, la più grande leggenda del Manchester City.

    De Bruyne ha avuto il merito, al 60’, di riaprire i giochi trasformando con freddezza il calcio di rigore che ha consentito al suo Napoli di portarsi sul 2-1. Tuttavia, nel complesso, ha sostanzialmente perso il confronto con il croato.

    Nel primo tempo è sembrato quasi faticare nel sostenere i ritmi imposti dalla partita: ha sbagliato alcuni passaggi e perso qualche pallone di troppo. La sua gara è poi terminata al 72’, quando il Napoli era nel momento di massima pressione e Conte ha deciso di puntare sulla freschezza di Elmas. Una sostituzione che il belga non ha preso troppo bene, apparendo visibilmente contrariato al momento del rientro in panchina.

    È rimasto invece in campo fino al triplice fischio finale Modric che, non solo ha come al solito dettato i tempi del gioco del Milan, ma a tratti è parso addirittura dominante, con giocate di alta classe e aperture illuminanti.

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  • AC Milan v SSC Napoli - Serie AGetty Images Sport

    NON SONO BASTATI 40’ DI SUPERIORITA’ NUMERICA

    Dopo un primo tempo non propriamente esaltante, il Napoli ha avuto il merito di riaprire i giochi nella ripresa.

    C’è stato anche un momento in cui si è avuta la sensazione che la situazione potesse ribaltarsi da un istante all’altro: prima è arrivato il rigore concesso e trasformato da De Bruyne, poi l’espulsione di Estupiñán al 57’, che ha garantito agli azzurri la superiorità numerica.

    Considerando anche il lungo recupero concesso da Chiffi, il Napoli ha potuto contare per circa 40 minuti sulla possibilità di giocare con un uomo in più. Ma non è bastato, neppure per raggiungere il pareggio.

    Allegri ha infatti subito ridisegnato la sua squadra con una difesa a cinque, rinunciando al migliore in campo, Pulisic, per coprire l’out di sinistra con Bartesaghi. Così il Napoli si è trovato a sbattere ora contro il muro eretto dai rossoneri, ora contro le manone di un super Maignan.

    La sensazione finale è che il forcing degli azzurri sia stato più figlio del cuore che di vere idee di gioco.

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  • CONTRO UNA DIRETTA CONCORRENTE

    Se il Napoli non è riuscito a superare una partita che aveva assunto i connotati di un vero e proprio esame, lo stesso non si può certo dire del Milan, che invece esce rafforzato da questo scontro diretto.

    La classifica ora vede tre squadre appaiate in vetta — Napoli, Milan e Roma — con un gruppetto di inseguitrici racchiuso in pochi punti.

    È normale dopo sole cinque giornate di campionato, ma resta il fatto che il Napoli esce sconfitto dal primo vero scontro diretto del suo torneo.

    Perdere a San Siro contro un Milan in salute ci può stare, ma sarà necessario sistemare qualcosa in fase difensiva, soprattutto con il rientro dei titolari.

    Il calendario del Napoli prevede ora due sfide di campionato, contro il Genoa al Maradona e contro il Torino in trasferta, prima del nuovo grande esame: lo scontro diretto con l’Inter a fine ottobre, sempre al Maradona.

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