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GFX Inter Asensio Chivu Mkhitaryan

Dal 3-5-2 al 3-4-fantasia: l’opzione trequartista per cambiare la fisionomia dell’Inter

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“Questo non è un ritiro estivo e quindi non c’è tempo per mettere in mostra le proprie idee”.

Musica e parole di Cristian Chivu che, durante il Mondiale per Club, ha fatto così capire che quella vista negli Stati Uniti non poteva essere la sua Inter.

Sua nel senso della proposta di gioco e di quelle idee appunto che è possibile portare in campo solo potendo contare su un fattore sul quale il tecnico romeno non ha potuto fare affidamento: la calma.

Chivu ha esordito sulla panchina dei meneghini a meno di dieci giorni dal comunicato ufficiale con con il quale l’Inter ha annunciato di avergli affidato la guida della prima squadra ed è stato subito chiamato ad affrontare partite nelle quali non erano ammessi errori.

Non amichevoli dunque nel corso delle quali poter sperimentare, ma sfide nelle quali puntare sulle certezze del gruppo che aveva a disposizione.

Per la vera Inter di Chivu ci sarà dunque da attendere e chissà che la strada che intenderà intraprendere non possa essere diversa da quella solcata per cinque anni dal suo predecessore Simone Inzaghi.


  • Cristian Chivu InterGetty Images

    LE CERTEZZE PER INIZIARE

    Al Mondiale per Club, Cristian Chivu ha scelto la politica ‘dei piccoli passi’ e non poteva essere altrimenti.

    La sua Inter è ripartita dalle certezze e quindi da quel 3-5-2 dal quale Simone Inzaghi non si è mai discostato nel corso del suo ciclo nerazzurro.

    Inizialmente ha disegnato una squadra di fatto identica plasmata da quella del suo predecessore, concedendosi solo qualche cambio figlio delle indisponibilità di alcuni elementi (Calhanoglu e Thuram su tutti) più che di altro.

    La novità immediata più importante ha riguardato il modo di difendere sulle palle inattive, il resto lo si è visto in corso d’opera.

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  • VERSO UN’INTER DIVERSA?

    Messo alle spalle il Mondiale per Club, Chivu avrà più tempo per lavorare con la sua squadra.

    Ritroverà un gruppo più riposato e avrà più allenamenti e partite ‘giuste’ per provare a proporre le sue idee. In realtà, già negli Stati Uniti è riuscito a tratti a proporre un qualcosa di diverso schierando uno o due trequartisti a supporto dell’unica punta o di una coppia di attaccanti e potrebbe essere proprio questo il vero punto di rottura rispetto al passato.

    Non più un’Inter con un unico dogma, ovvero quello del 3-5-2, ma una squadra con un centrocampista in meno ed un uomo in più sulla trequarti chiamato a garantire fantasia e verticalità

    Non è un caso che nel corso degli ultimi giorni soprattutto, si sia parlato del trequartista come di una delle priorità del club meneghino in sede di mercato. Il primo nome che si è fatto è quello di Nico Paz, mentre più recentemente sembra aver preso più corpo l’idea Asensio.

    Lo spagnolo del PSG non rientra propriamente nei canoni dei giocatori solitamente cercati dall’Inter, più che altro per una questione prettamente anagrafica, ma è uno di quegli elementi che può garantire tanto in più porzioni di campo, sia sulla trequarti che un po’ più indietro o sugli esterni, ed avendo già vinto in carriera tutto ciò che si può desiderare di vincere, ha già acquisito quell’esperienza che gli può consentire di essere subito pronto.

    Che si tratti di Asensio o meno, l’identikit dovrebbe essere quello: un giocatore capace di dare quel qualcosa in termini di fantasia.

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  • Mkhitaryan interGetty Images

    GLI UOMINI GIA’ A DISPOSIZIONE

    In attesa di vedere cosa regalerà il mercato, Chivu può già contare su alcuni elementi in grado di agire sulla trequarti e di proporre ciò di cui sembra aver bisogno.

    Nel corso del Mondiale per Club ha alzato Mkhitaryan, riportandolo di fatto alle origini e la risposta è stata più che positiva.

    Il centrocampista armeno, negli Stati Uniti ha dato il meglio proprio da trequartista e a ridosso dell’area avversaria. E’ riuscito a restare sempre nel vivo del gioco, mettendo a disposizione dei suoi compagni tutta la qualità della quale dispone, unita alla sua grande esperienza, anche allargandosi di più. L’Inter ha già in casa dunque un giocatore che conosce bene quelle zone del campo e che, nonostante le trentacinque primavere, è ancora assolutamente integro dal punto di vista fisico.

    Il club nerazzurro ha inoltre riscattato Zalewski, che nelle fasi finali della scorsa stagione ha dato il meglio di sé proprio quando Inzaghi lo ha schierato in una posizione ibrida tra mediana e trequarti (super la sua prestazione con il Torino), e può inoltre al momento contare anche su Sebastiano Esposito e Valentin Carboni che però ‘radiomercato’ dà destinati verso altri lidi.

    Chivu dunque alla ripresa avrà già modo di sperimentare e non va dimenticato che nell’ambito di un 3-4-2-1 potrebbe arretrare di qualche metro anche uno dei due attaccanti titolari, ovvero Thuram e Lautaro Martinez.

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  • HA DIMOSTRATO DI SAPER CAMBIARE

    Quella del Cristian Chivu allenatore ad alti livelli è un’esperienza molto breve e scandita fondamentalmente da diciassette partite: quelle alla guida dell’Inter nel Mondiale per Club, alle quali aggiungere le tredici in campionato sulla panchina del Parma.

    Proprio con i ducali, il tecnico romeno ha dimostrato di essere un tecnico pronto a cambiare in tempi rapidi la fisionomia della sua squadra, pur di sfruttare al meglio ciò che ha a disposizione.

    A Parma è partito da un 4-3-3 che poi in corso d’opera è diventato un 4-2-3-1, prima del passaggio al 3-4-1-2 e al 3-5-2.

    E’ stato cambiando che ha ottenuto una salvezza inizialmente considerata da molti non agevole e sarà probabilmente cambiando che plasmerà la sua nuova Inter.

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