L’ex direttore sportivo del Bayer Leverkusen, Reiner Calmund, una volta ha detto che nel crudele e spietato mondo del calcio “non vali nulla senza un titolo”. E il suo club non ne aveva vinto nessuno, tanto che si era guadagnato il soprannome di ‘Vizekusen’, che potremmo tradurre in ‘Secondkusen’. Nel resto d’Europa invece si parlava del Bayer come del ‘Neverkusen’, ovvero come come di una società colpita da una sorta di maledizione: quella del non riuscire mai a vincere.
Nell’arco di sei stagioni, verso la fine del secolo, il Leverkusen per quattro volte si è piazzato secondo. Nel 2000 ha buttato via il titolo nonostante gli bastasse un solo pareggio nell’ultima partita contro il non irresistibile Unterhaching. Il Bayer cedette poi nuovamente alla pressione un paio di anni dopo perdendo due delle ultime tre partite di campionato e facendosi dunque sorpassare in extremis dal Borussia Dortmund.
Il Leverkusen ha però realmente superato se stesso nella stagione 2001-2002 quando, nel giro di una settimana, ha prima visto sfumare il trionfo in Bundesliga, poi ha subito una demoralizzante sconfitta per 4-2 in finale di Coppa di Germania contro lo Schalke e infine, quattro giorni dopo, è stato battuto dal Real Madrid in finale di Champions League.
L’allora allenatore della squadra, Klaus Toppmoller aveva chiesto vino e sigarette per festeggiare l’insperata vittoria in semifinale contro il Manchester United, ma a Glasgow si ritrovò quasi volere degli antidolorifici dopo che l’ennesima sconfitta aveva costretto una squadra fortissima composta da elementi del calibro di Lucio, Ze Roberto e Ballack a chiudere l’annata a mani vuote.
“Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto in questa stagione, ma ci fa male non aver vinto nulla. La delusione è enorme: nel calcio non sempre ottieni le soddisfazioni che meriti e nessuno lo sa meglio di noi. Quanto successo è difficile da accettare e ci amareggia”.
Il Leverkusen si piazzerà poi ancora secondo in campionato nella stagione 2010-2011, per la quinta volta nella storia del club, ma questa volta senza il classico crollo finale. Un piazzamento che allungò la vita del soprannome ‘Neverkusen’, tanto che è diventato parte della cultura del Bayer.
Nel corso degli anni, la società tedesca ha continuato a produrre giocatori di livello mondiale, ma la cosa non si è tradotta in trionfi.
“La qualità c’è sempre stata a Leverkusen - ha spiegato Ballack in un’intervista a 11Freude - ma è sempre mancato qualcosa”.
A quanto pare quel qualcosa era Xabi Alonso, ovvero il tecnico che ha da poco guidato il Bayer Leverkusen alla conquista del suo primo titolo di campione di Germania e tra l’altro senza perdere una sola partita. E’ così che il ‘Neverkusen’ è diventato il ‘Neverlusen’.

.jpg?auto=webp&format=pjpg&width=3840&quality=60)
.jpg?auto=webp&format=pjpg&width=3840&quality=60)



.jpg?auto=webp&format=pjpg&width=3840&quality=60)



