Pubblicità
Pubblicità
Vlahovic JuventusGetty

Conoscenza della Serie A, Allegri e voglia di rivalsa: Vlahovic potrebbe essere l’uomo giusto per il Milan

Pubblicità

Abraham è stato salutato senza che si sia mai presa seriamente in considerazione l’ipotesi di una permanenza, a Jovic non è stato rinnovato il contratto, Camarda si è trasferito a Lecce per vivere un’esperienza formativa e per Colombo presto verrà trovata una nuova sistemazione.

Non c’è bisogno di leggere tutta la rosa del Milan scorrendo nome per nome, per capire che il club meneghino deve mettere a disposizione di Massimiliano Allegri un nuovo centravanti.

Una prima punta che vada ad unirsi a Santiago Gimenez e a contendere al messicano, per il quale a febbraio sono stati investiti ben 30 milioni di euro, una maglia da titolare.

Un attaccante pronto all’uso, che garantisca i goal dei quali ha bisogno una squadra chiamata non solo a riscattarsi dopo una stagione deludente, ma che soprattutto in campionato (visto che non disputerà le coppe europee) dovrà provare a lottare per il titolo.

L’identikit è dunque chiaro, più complicato è semmai capire fin dove il club rossonero si può spingere nell’ambito di un mercato nel quale i centravanti sono diventati merce dai prezzi al limite del proponibile.

Negli ultimi giorni soprattutto, hanno preso vigore le voci che vorrebbero Dusan Vlahovic nel mirino del Milan e, per molti aspetti, il 9 della Juventus potrebbe realmente essere l’uomo giusto sul quale puntare.


  • CONOSCE ALLA PERFEZIONE IL CALCIO ITALIANO

    Prendere Dusan Vlahovic vorrebbe dire assicurarsi un giocatore che non avrebbe bisogno di un periodo di adattamento nel calcio italiano.

    Lo conosce ovviamente alla perfezione, visto che è arrivato nel nostro Paese quando aveva solo diciotto anni e che proprio in Italia ha completato il suo percorso di crescita.

    Quando la Fiorentina nel 2018 lo ha fatto suo prelevandolo dal Partizan Belgrado, di lui già si parlava come di un talento assoluto che si era già meritato paragoni con grandi centravanti europei, tra i quali il suo idolo Zlatan Ibrahimovic.

    Certo, la strada che poi lo ha portato anche ad essere uno degli attaccanti più letali della Serie A è stata più lunga e tortuosa del previsto, ma anni dopo il suo arrivo a Firenze, i fatti hanno dato ragione a Pantaleo Corvino: ancora una volta ci aveva visto giusto con il suo occhio più che esperto.

    Prima la panchina, poi l’esplosione improvvisa, i record personali e non solo e infine quelle prestazioni che, nel gennaio del 2022, hanno spinto la Juventus ad investire qualcosa come 70 milioni di euro (più 10 di bonus) per assicurarsi il suo cartellino.

    A Torino gli è stata riservata l’accoglienza che generalmente viene concessa ai fuoriclasse, cosa che non è (o perlomeno non lo è ancora), a dimostrazione del fatto che quando è stato preso si è trattato veramente di un colpo clamoroso, e pazienza se poi le cose non sono andate come previsto, Vlahovic nel frattempo ha capito cosa vuol dire essere in un top club nel quale poco ti viene perdonato.

    Sul fatto che sia forte non ci sono dubbi, ma magari non ha fatto quel salto di qualità che tutti si attendevano quando si parlava di lui come dell’unica vera possibile risposta ad Haaland, ma comunque i suoi numeri in Serie A restano non trascurabili: 87 goal in 202 partite.

    Non male per un attaccante di 25 anni: Vlahovic conosce già la Serie A e sarebbe un giocatore ‘pronto all’uso’.

  • Pubblicità
  • Dusan Vlahovic Massimiliano Allegri JuventusGetty

    HA LAVORATO CON ALLEGRI

    C’è un altro fattore di non poco conto che potrebbe rendere Vlahovic l’attaccante giusto per il Milan: ha già lavorato con Massimiliano Allegri.

    Qui ovviamente c’è chi potrebbe vedere la cosa anche da un punto di vista non propriamente positivo. In molti infatti, hanno rimproverato al tecnico rossonero di aver offerto, ai tempi della sua seconda avventura alla Juventus, un calcio così poco propositivo e spettacolare, da aver in qualche modo frenato la crescita di Dusan Vlahovic.

    In realtà sarebbe forse più giusto dire che le qualità dell’attaccante serbo non sono state sfruttare al massimo, ma è anche vero che al Milan Allegri, almeno sulla carta, dovrebbe proporre un qualcosa di diverso rispetto a quanto fatto vedere a Torino.

    Questione di ‘materiale’ a disposizione e di punti di forza della sua squadra. Vlahovic, al Milan, potrebbe contare sul supporto di due giocatori come Rafael Leao e Christian Pulisic, ovvero due elementi offensivi che, in modo diverso, potrebbero esaltarlo.

    Il miglior Vlahovic visto in Italia è stato quello calato nel contesto di un 4-3-3 molto offensivo come quello di Vincenzo Italiano (20 goal in 24 partite con l’attuale allenatore del Bologna), nel quale era il perno di un tridente d’attacco che creava moltissimo e che faceva tanto male anche attaccando gli esterni.

    Il Milan ha già molti degli uomini giusti da far gravitare attorno ad un centravanti che alla Juve non è riuscito a ripetersi agli straordinari livelli del suo ultimo periodo in viola, ma che comunque con Massimiliano Allegri in panchina è riuscito a segnare qualcosa come 41 goal in 99 partite.

    Quello visto all’ombra della Mole non è stato il Vlahovic nella sua versione migliore, ma con l’attuale tecnico rossonero ha reso meglio di quanto non abbia poi fatto con Thiago Motta (che appena ne ha avuto l’occasione lo ha relegato in panchina per puntare su Kolo Muani) ed Igor Tudor.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • Vlahovic JuventusGetty Images

    VOGLIA DI RIVINCITA

    C’è una cosa che a Dusan Vlahovic non è mai mancata: una grande fiducia nei propri mezzi.

    Così grande che in alcune occasioni si è lanciato in dichiarazioni che poi non lo hanno aiutato, ma la cosa non può non rappresentare un punto di forza.

    E’ stata forse anche la grande consapevolezza nelle proprie qualità a frenarlo quando a Torino le cose hanno iniziato a non girare per il verso giusto, a spingerlo a strafare quando il goal mancava ormai da qualche partita, ma ciò che gli ha reso complicato la vita negli ultimi tempi, potrebbe trasformarsi in un’arma.

    Proprio perché sa bene di cosa è capace, Vlahovic potrebbe essere spinto in un’eventuale esperienza in un’altra big italiana, da quel fuoco dentro chiamato rivincita.

    Da quella voglia di dimostrare che in molti si erano sbagliati sul suo conto e che non solo quelli di Firenze non sono stampi lampi isolati ed ingannatori, ma che ha tutto quello che serve per spingere una squadra come il Milan verso i traguardi più ambiziosi.

  • ENJOYED THIS STORY?

    Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

  • IL GRANDE OSTACOLO

    Non sembrano esserci dubbi sul fatto che l’avventura di Dusan Vlahovic alla Juventus sia arrivata alla sua naturale conclusione.

    Si tratta della cosa più logica per un giocatore che forse non ha mai realmente legato con il mondo bianconero e che fin qui non ha dato l’impressione di voler rinnovare un contratto che scadrà nel 2026.

    Un anno da separati in casa non servirebbe a nessuno: non certamente a Vlahovic nella stagione che conduce ai Mondiali ai quali cercherà di qualificarsi con la sua Serbia, e ancora meno ad un club che tra pochi mesi perderebbe un vero e proprio patrimonio a parametro zero.

    La sensazione è dunque quella che la Juventus potrebbe essere pronta a cedere l’attaccante ad un prezzo più che ragionevole (nemmeno lontanamente vicino agli 80 milioni investiti nell’inverno del 2022), pur di trovare una soluzione per una situazione che si è fatta via via più complicata.

    Il problema potrebbe semmai essere legato alle pretese di un giocatore che a Torino guadagna 12 milioni di euro a stagione, ovvero una cifra che in Italia nessuno può offrirgli e che all’estero nessuno sembra pronto a garantirgli.

    A quel punto starà a lui fare una scelta: far valere le ragioni del conto in banca o spingersi oltre? Se vorrà riprendere in mano la sua carriera e ripartire da una big della Serie A, dovrà per forza di cose rinunciare a qualcosa, forse anche di sostanzioso, dal punto di vista economico (che magari potrebbe recuperare con qualche bonus).

    Solo a quel punto il Milan potrebbe realmente tentare un affondo e lo farebbe per un giocatore che ha dimostrato di essere pronto ad un sacrificio importante, pur di riprendersi tutto (da un punto di vista sportivo) con gli interessi.

    Generalmente queste sono quelle operazioni che si chiudono solo a fine agosto, quando le opzioni a disposizione dei calciatori vengono meno, ma un club come quello rossonero non potrà permettersi di aspettare troppo.

    I matrimoni si fanno in due e in questo caso ci sono (quasi) tutti i presupposti perché la cosa possa realmente funzionare.

  • Pubblicità
    Pubblicità
0