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C’è la finale di Champions League, Sneijder spinge l’Inter: “Ora è più consapevole e il PSG non è il City”

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Quando l’Inter ha vinto per l’ultima volta la Champions League, in campo c’era anche Wesley Sneijder.

All’epoca era considerato uno dei migliori giocatori del pianeta e in quella partita, che si disputò al Santiago Bernabeu contro il Bayern Monaco, giocò tutti i 90’ da ottimo protagonista.

A distanza di quindici anni da quel favoloso 2010, i nerazzurri hanno l’occasione di tornare sul tetto d’Europa e lo stesso Sneijder, in un’intervista rilasciata a ‘La Gazzetta dello Sport’, ha spiegato perché la finale con il PSG può essere molto diversa da quella di Istanbul contro il Manchester City.

  • “IL PSG NON E’ IL CITY”

    "Non solo perché non c’è una netta favorita o perché il Psg sembra meno dominante di quanto fosse il City nel 2023. È l’Inter che è qualcosa di differente rispetto a prima: è più grande, più forte, più consapevole. Posso dire che ha completato un percorso lungo, ha raggiunto la maturazione definitiva. Anche le sconfitte, come quella di due stagioni fa, sono servite per farla diventare così completa. Anzi, sono convinto che la squadra sarà motivata a reagire subito allo scudetto perso: è e sarà un grande rimpianto perché mancava pochissimo per la vittoria. Non chiedetemi però pronostici perché, chi li fa, poi li sbaglia, ma credo davvero in questa squadra e in Simone Inzaghi. Speriamo che ci ricorderemo a lungo di questo sabato 31 maggio 2025".

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  • “LA SITUAZIONE DI INZAGHI DIVERSA DA QUELLA DI MOU”

    "Non credo sia una situazione uguale a quella di José nel 2010, non mi immagino la stessa decisione. Spero che resti ancora perché il ciclo non è finito, ma bisogna rispettare comunque le scelte individuali, ieri come oggi: non possiamo sapere mai cosa ci sia nel cuore e nella testa delle persone, soprattutto di un allenatore sempre sotto pressione per 4 stagioni, belle ma difficili. L’Inter è sempre più grande di qualsiasi tecnico, ma cosa vuoi dire a Inzaghi? Al di là di qualsiasi risultato e di ciò che vorrà fare nel futuro, ha riportato il club nel punto più alto, stabilmente, lì dove stanno le migliori squadre al mondo. Il rispetto non si compra, Simone ha il rispetto di tutto il mondo del calcio".

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  • “MOURINHO GIA’ SAPEVA IL RISULTATO”

    “Eravamo sereni. Carichi, ma sereni. Convinti di farcela. Avevamo cancellato qualsiasi paura dopo aver eliminato il Barcellona. Pensate che José aveva scritto su un foglio dato a Materazzi, da aprire solo a fine partita, il risultato esatto! Lui sapeva esattamente prima come sarebbe finita. Quella vittoria non passerà mai, ma adesso speriamo se ne aggiunga un’altra. Parliamo spesso nella nostra chat chiamata “Triplete”: se dovesse arrivare una grande vittoria, voglio essere il primo a scrivere in chat dallo stadio".

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  • “LAUTARO COME MILITO”

    “Mi auguro che Lautaro faccia come Milito, ma bisogna fare arrivare a lui e a Thuram la palla giusta. E anche a Taremi, che è in fiducia e magari servirà nel 2° tempo. Per questo, come sempre, tutto passa dal centrocampo. Ormai in questo calcio non ci sono più i vecchi numeri 10 come me, e questo toglie un po’ di emozione, ma possiamo anche goderci giocatori come Barella, Calha, Mkhitaryan, che fanno girare la palla a velocità e vedono prima degli altri quello che succede . Attenzione, però, perché anche loro con Joao Neves e Vitinha fanno lo stesso: il Psg è fortissimo in aggressione oltreché nell’uno contro uno sugli esterni. Il resto, poi, lo sapete…”.

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